SAN NICOLA LA STRADA, MANDATI (FI): “PERSONALE COMUNALE NECESSITA DI COMPETENZE DIGITALI”

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mandati corradi 210x300 SAN NICOLA LA STRADA, MANDATI (FI): PERSONALE COMUNALE NECESSITA DI COMPETENZE DIGITALISAN NICOLA LA STRADA – «C’è bisogno che il personale comunale abbia competenze digitali se si vuole proiettare San Nicola la Strada verso il futuro. Per farlo c’’è bisogno di una formazione estesa a tutti i dipendenti che devono essere portati agli standard europei». E’ questo l’obiettivo di Corrado Mandati, candidato al consiglio comunale di San Nicola la Strada nella lista di Forza Italia a sostegno di Francesco Basile sindaco. «Tutto questo è mancato a questa amministrazione – ha sottolineato – Come stabilito dall’art. 17 del CAD (Codice Amministrazione Digitale), la Pubblica Amministrazione deve cominciare a pensare seriamente ad una vera e propria riorganizzazione interna per il passaggio alla modalità operativa digitale del resto obbligatorio per legge. La presenza di questo nuovo ufficio ospiterà il Responsabile della Transizione Digitale, sarà necessaria per coordinare le attività previste dal CAD, (CODICE AMMINISTRAZIONE DIGITALE) è un testo unico che riunisce e organizza le norme riguardanti l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione nei rapporti con i cittadini e le imprese, come ad esempio: i Diritti Digitali dei cittadini, spid, pagopa; la digitalizzazione dei processi amministrativi, Anpr (anagrafe nazionale persone residenti); le Misure Minime di Sicurezza. (GDPR), regolamento europeo sulla protezione dei dati nei comuni, protezione dei dati dei propri cittadini. L’Ufficio responsabile della Transizione Digitale diventerà l’ufficio di riferimento dell’Ente il passaggio alla modalità operativa digitale e dovrà coordinare operativamente tutte le attività ad esso collegato. Nel caso in cui, ad esempio, il Comune debba realizzare un progetto (come ad esempio la realizzazione dello sportello on-line per la presentazione delle istanze comunali) sarò compito dell’Ufficio responsabile della Transizione Digitale: stanziare il budget; individuare le risorse umane coinvolte per realizzazione del progetto; programmare i tempi di realizzazione; coordinare le risorse umane durante la fase operativa; verificare il budget; monitorare il rispetto delle tempistiche previste gestire gli eventuali imprevisti». L’esponente di Forza Italia sottolinea come, centrale, sia la presenza di una banca data delle prestazioni sociali. «I servizi sociali sono il cuore della missione istituzionale di un Comune. Eppure sono un’area lasciata ai margini dei processi di digitalizzazione – ha spiegato – Se fino a prima della pandemia il funzionamento dei servizi sociali ha tenuto grazie all’impegno degli addetti, i numeri del disagio sono in aumento. Le stime Ocse, L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico prevedono per l’Italia un tasso di disoccupazione che dovrebbe raggiungere il 12,4% entro la fine del 2020, ecco perché ci si attende una crescente pressione sulle strutture locali che devono fronteggiare queste esigenze di sostegno. Ed ecco che i dati diventano centrali, anche in questo ambito. L’uso di strumenti tecnologici per andare a caccia di evasori incrociando le banche dati di diversa fonte. Da una parte, permettere agli sportelli di avere un quadro istantaneo di chi si ha di fronte, anche per bloccare fin da subito tentativi di abusi. Tutte queste banche dati esistono, ma ora come ora gli addetti devono accedere manualmente per tracciare un profilo dell’utente”. Grazie alla digitalizzazione, il meccanismo fila via più liscio. Ad esempio: prendiamo un cittadino sotto la soglia di povertà: il Comune magari gli garantisce la casa popolare, la Regione un bonus per l’iscrizione dei figli al nido, l’Inps un’altra forma di indennità. Ma quanto gli sta dando lo Stato nell’insieme nessuno lo sa. Negli anni alle prestazioni pensionistiche finanziate dai contributi si sono affiancate altre prestazioni sociali, che si sono di fatto sommate nella legislazione, senza che sia mai stata prevista una razionalizzazione o che si istituissero controlli «incrociati» tra i diversi enti erogatori, favorendo così furbi ed evasori a danno dei più bisognosi…».