(f.n.) – Una migliore e più efficiente organizzazione di tutto ciò che rappresenta il pre-triage in un Pronto Soccorso, come quello dell’Aorn di Caserta, potrebbe efficacemente impedire che si verificassero aggressioni al personale, da parte dei congiunti o amici dei pazienti, in attesa di visita o dimissioni o da parte di un qualsiasi malintenzionato. L’ultimo episodio particolarmente inquietante, risale alla tarda serata di ieri, quando due energumeni hanno aggredito alle spalle, un infermiere del PS, colpendolo con pugni, fino a fargli perdere conoscenza e renderne necessario addirittura il ricovero. Detto questo ed auspicando che vengano adottate le misure indispensabili alla tutela ed alla sicurezza di chi lavora nel Pronto Soccorso e quindi a diretto contatto con il pubblico, approfittiamo dell’argomento e correndo il rischio di essere fraintesi, come spesso accade, proponiamo una riflessione sulla sala d’attesa del Pronto Soccorso dell’Aorn, sul cui affollamento forse, si potrebbe discutere seriamente, riposizionando anche qualche numero e lucidando a dovere qualche pensiero in eccedenza ma, soprattutto sarebbe opportuno interrompere la lunga teoria di leggende metropolitane che, alla fine, confondono le idee. Se la definizione di Pronto Soccorso “superaffollato, intasato, allo stremo” trae origine dalla fotografia della sala d’attesa, in un’ora x, nulla da eccepire… il PS è davvero superaffollato ma, per elaborare in maniera credibile i progetti, che rivendicano prebende, attenzione e particolari premialità nei confronti del personale del Pronto Soccorso, come ritualmente accade, è necessario il sostegno dell’elenco del numero degli utenti che effettivamente vengono registrati al triage. La riflessione nasce dall’esperienza personale di qualche tempo fa, quando all’arrivo in Pronto Soccorso intorno alle 21, in pieno mese di luglio, quindi si presume “alta stagione del rischio a diversi livelli”, la sala d’aspetto che si presentava affollatissima in quel momento, si è andata via via svuotando nell’arco di quattro ore, a gruppi di sei sette persone per volta…infatti ogni qualvolta che dall’interno veniva dimesso il paziente, questo veniva accolto ed accompagnato fuori da una piccola folla di amici e parenti…A conti fatti, dalle 22 alle 2 del giorno dopo i pazienti transitati, al di là di un codice rosso erano soltanto quattro o cinque, ma la folla in sala d’aspetto numerosa, vociante, scalciante all’occorrenza e variopinta…Hasta la verdad, siempre!