LE STELLE DELLE VIRTÙ

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 –          di Vincenzo D’Anna *          –                 covid danna LE STELLE DELLE VIRTÙNon ho più dimestichezza con quel che la scuola insegna, né ho della scuola “moderna” una grande considerazione. Ho votato, da Senatore, il decreto sulla “buona scuola”, una delle rare riforme di Matteo Renzi che profumasse di un minimo di liberalismo. Così facendo mi illusi che quella riforma potesse reintrodurre nella scuola italiana, degradata al ruolo di ammortizzatore occupazionale e di accoglienza al posto dell’istruzione, le condizioni minime di verifica dei saperi e dei meriti dei docenti e dei discenti. Insomma: una parvenza di scuola meritocratica accessibile e gratuita per tutti, con sostegni ed ausili per i meno abbienti ed i meno capaci, ma che non derogasse oltre dalla consustanziale funzione didattica. La forza elettorale dei dipendenti della azienda pubblica italiana col maggior numero di addetti ai lavori (circa un milione per otto milioni di studenti e scolari), la pletora di sindacati che li rappresenta, hanno ottenuto il progressivo smantellamento di quella parte che riguardava la reintroduzione dei principi sopra indicati, lasciando in essere solamente un concorsone per oltre centomila addetti. Una prova di selezione che aveva incorporato il paracadute del cosiddetto “doppio binario”, ovvero un meccanismo che riporta in cattedra i bocciati nella procedura concorsuale, grazie al punteggio acquisito negli anni per anzianità.

La lunga premessa sulla scuola pubblica per introdurre un argomento, prendendo spunto dalla lettura della “Divina Commedia”, il celebre capolavoro di Dante Alighieri, che una volta veniva puntualmente insegnato ai ragazzi e da questi commentato (se non recitato a memoria). L’argomento che ci preme è quello della conquista della Libertà, la tutela della stessa intesa come “diritto negativo” e come tale indisponibile a qualsivoglia autorità, se non in contrasto con la libertà di tutti.

Di questo argomento trattò (eccome!) Dante (che aveva provato sulla propria pelle cosa significa perdere la libertà), in un passo del primo Canto del Purgatorio. Nel celebre passo, Virgilio presenta, il Sommo Poeta a Catone l’Uticense, quello del quale Seneca ci narra essere stato martire della libertà, per essersi rifiutato di piegarsi alla dittatura di Cesare. Così il mantovano lo presenta a Catone: “Or ti piaccia gradir la sua venuta: libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”. Queste le reminiscenze umanistiche che l’istruzione nella scuola di una volta insegnava e che hanno orientato intere generazioni al culto della libertà. Quanti sono ancora coloro che in Italia hanno un concetto così alto della libertà, consapevoli che essa sia una conquista di tutti i giorni? La scuola, in tal senso, è ancora uno strumento di educazione civica oltre che culturale? Esiste ancora in Italia una libertà effettiva, civica, politica, scientifica, giornalistica, non sottoposta al condizionamento dello Stato?

Fuor di metafora. E venendo ai giorni nostri. Migliaia di medici, tra i quali l’americano premio Nobel Robert Gallo, scopritore del virus HIV (col francese Luc Montagnier) eccepiscono sulla utilità e la necessità di riproporre quarantene e divieti. Il virus è mutato, si trasmette ormai come un normale virus influenzale con bassi percentuali di letalità, fronteggiato con cure appropriate. Da un lato si dispensano miliardi di sussidi, agevolazioni, esenzioni di tasse accrescendo le benemerenze di chi governa, dall’altro si diffonde il panico con notizie farlocche. Coercizioni a cominciare dai bambini in età scolare, notoriamente protetti dal virus per una particolare attività enzimatica presente a quella età sulla superficie delle cellule, di natura anti virale. Un’intera comunità non riesce ad avere (oppure non poter pretendere per via diretta e veloce) un’informazione alternativa, una giustizia rapida che accerti il vero, una comunità scientifica libera e non, come accade oggi, “assoggettata” alle fonti di finanziamento ed al potere universitario che da queste discende. Può in democrazia il governo essere omertoso e contribuire a propinarci gli asintomatici come malati?  Alimentare in tal modo il culto del vaccino che risolva tutto? Vaccino, quello americano, dato ormai come imminente ed in arrivo. Un farmaco, quello a stelle e strisce, che introdurrà nel nostro DNA un pezzo del genoma virale. Un sistema che dovrebbe rendere talune delle nostre cellule capaci di produrre proteine identiche a quelle virali del Covid SARS2 e queste, a loro volta, essere in grado di indurre una risposta anticorpale adeguata. Insomma: stiamo per trasformarci in “Organismi Geneticamente Modificati”. Innanzi alla violazione della nostra identità genetica, alla marchiatura del genoma umano, sarà consentito al potere di vaccinarci obbligatoriamente? Insomma, la nostra società è istruita adeguatamente ed ha sviluppato il senso critico e la cultura per discernere il bene dal male? Nel Purgatorio Dante ammira quattro stelle, simbolo delle virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza). C’è ancora qualcuno in giro che sappia individuare le stelle della virtù e le attribuisca ad un valore consustanziale alla propria libertà?

* ex senatore