OMICIDIO DI SARAH SCAZZI (seconda parte)

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ANALISI DI UN’INTERVISTA RILASCIATA DA IVANO RUSSO A SIMONE TOSCANO

malke OMICIDIO DI SARAH SCAZZI (seconda parte)–      di Ursula Franco       – 

ivano russo sarah scazzi sabrina misseri 1018586 scaled OMICIDIO DI SARAH SCAZZI (seconda parte)
Ivano  Russo  –  Sarah  Scazzi  –  Sabrina  Misseri

Ivano Russo, che era stato sentito durante le indagini relative alla scomparsa di Sarah Scazzi, è stato rinviato a giudizio insieme ad altre 11 persone in un processo bis per l’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne uccisa il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto) da sua cugina Sabrina Misseri.

Secondo la procura questi 12 soggetti erano a conoscenza di fatti importanti per le indagini che non hanno raccontato. Ivano Russo è accusato di false informazioni al PM e falsa testimonianza alla Corte d’Assise.

All’epoca dei fatti, Russo riferì a chi indagava di non essere uscito di casa il pomeriggio del giorno della scomparsa di Sarah e di aver lasciato il cellulare in macchina la sera prima, ma, secondo la sua ex, Virginia Coppola, che è madre di suo figlio, Russo, dopo pranzo uscì di casa.

Nell’udienza di discussione del processo che ha visto imputato Ivano Russo, il Pubblico Ministero ha chiesto una condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione per Michele Misseri per autocalunnia, per essersi accusato dell’uccisione della nipote per scagionare moglie e figlia; 3 anni per Alessio Pisello, un amico di Sarah e Sabrina; 5 anni di reclusione per Ivano Russo;  2 anni e 4 mesi per Elena Baldari, madre di Ivano Russo, e 2 anni per il fratello di Russo e la sua ex fidanzata Antonietta Genovin; 2 anni per Giuseppe Serrano e Dora Serrano; 3 anni per Maurizio Misseri, nipote di Michele; 3 anni per Anna Lucia Pichierri, moglie di Carmine Misseri; 3 anni per Anna Scredo, cognata del fioraio Giovanni Buccolieri e 3 anni per Giuseppe Augusto Olivieri.

Il 21 gennaio 2020, Ivano Russo è stato condannato a 5 anni di reclusione per false informazioni al PM e falsa testimonianza alla Corte d’Assise.

Il 15 maggio 2015, Quarto Grado ha diffuso la seguente intervista di Simone Toscano ad Ivano Russo: 

Simone Toscano: Ivano c’è una nuova indagine, tu sei uno degli indagati per false dichiarazioni e false testimonianza eee… secondo l’accusa, quel giorno hai mentito, non eri a casa fino alle cinque, come invece hai detto di essere, e non è vero che fino alle cinque non hai visto il telefonino.

Si noti che quella di Simone Toscano non è una domanda ma permetterebbe comunque a Ivano Russo di negare di aver mentito in modo credibile. 

Ivano Russo OMICIDIO DI SARAH SCAZZI (seconda parte)
Ivano Russo

Ivano Russo: Anche se, da una parte, essere indagati… da una parte, è una preoccupazione… dall’altra parte, hoo…. sono abbastanza tranquillo, perché iooo…sono a posto con la mia coscienza.

Questo stralcio non sembra la risposta di Russo alla domanda di Toscano, se lo fosse sarebbe una risposta evasiva. Dirsi “abbastanza tranquillo” perché “a posto con la coscienza” non equivale a negare in modo credibile di aver mentito.

simone toscano OMICIDIO DI SARAH SCAZZI (seconda parte)
Simone Toscano

Simone Toscano: Sei stato a casa fino alle 5.

È Simone Toscano a affermare che Russo rimase a casa fino alle cinque.

Ivano Russo: Fino alle 5 sono stato a casa (incomprensibile).

L’affermazione di Ivano Russo non è credibile perché non è spontanea, il Russo è stato imboccato e ha ripetuto a pappagallo le parole del giornalista. 

Simone Toscano: Eh, c’è un’intercettazione ambientale dove sembrerebbe che tu stia dicendo a tua madre: “Dì che sono stato a casa fino a quell… fino alle cinque”.

Ci aspettiamo che, in seguito a questa affermazione di Simone Toscano, Russo neghi in modo credibile di aver suggerito a sua madre di dire che lui era rimasto a casa fino alle cinque.

Ivano RussoMia madre, purtroppo, di quel giorno era un po’ confusa… è che, comunque… ehm… praticamente, si ricordava una cosa che era mettere… dice che c’era il cellulare sul tavolo, al che io in quell’intercettazione (interrotto)

Russo mostra di avere difficoltà a rispondere, la domanda del Toscano è evidentemente sensitiva.

Russo non nega in modo credibile di aver suggerito a sua madre di dire che lui era rimasto a casa fino alle cinque ma si limita a riferire che la madre “quel giorno era un po’ confusa”. Russo si perde in una lunga introduzione e Simone Toscano lo interrompe commettendo un errore grossolano. 

Simone Toscano: Tu avevi detto: “Ho lasciato il telefonino in macchina”, invece tua madre ha detto: “No, io il telefonino l’ho sentito… anzi l’ho anche sentito squillare in casa”.

Simone Toscano si intromette per fare delle inutili precisazioni. Il giornalista mostra di non avere pazienza ed invece è proprio nelle tirate oratorie degli interrogati/intervistati che si trova materiale utile per ricostruire un caso giudiziario.

Ivano Russo: A parte… a parte che il… cellulare aveva due suonerie diverse per i messaggi e p-e-r le chiamate eeee… erano diverse in quanto eee… in quello dei messaggi erano una suoneria molto più breve e meno squillante, quella delle chiamate era un po’ più lunga e più squillante, io mi chiedo, no?: Ma eee… se ha sentito quel messaggio, che lei dichiara, che è uno, come ha fatto a non sentire le chiamate? Evidentemente una persona eee… normale può anche confondereee una cosa del genere, tant’è vero che io in quella intercettazione, se la si prende ine… interamente, se non sbaglio, io le dissi una cosa del tipo: “Se non ricordi bene un qualche cosa è meglio non dirla, perché se non ricordi bene non… non bisogna dire una cosa. Bisogna ricordare perfettamente, perché ci si può confondere, perché tante cose”.

La risposta di Ivano Russo è evasiva. Si noti che quando Russo dice “Evidentemente una persona eee… normale può anche confondereee una cosa del genere” non sta parlando di sua madre ma di “una persona” che lui definisce “normale”.

Simone Toscano: C’è una persona che dice che tu gli avresti raccontato che quel giorno in realtà sei uscito per andare a comprare le sigarette, dunque, secondo questa teoria, tu avresti mentito ai magistrati, avresti reso false dichiarazioni.

Ci aspettiamo che Russo neghi in modo credibile di essere uscito per andare a comprare le sigarette.

Ivano Russo: Allora questa persona ci sono stati… a parte che ehm… stiamo parlando dopo 4 anni… e dopo che questa persona stesso mi ha difeso in tutte le maniere, innanzitutto è venuto in un momento ehm… cioè nel dicembre del 2000 e 13, se non sbaglio, sì, eee… ci sono stati dei diverbi, denunce… da parte sua (interrotto)

Russo mostra di avere difficoltà nel rispondere e, invece di negare, si perde in una lunga introduzione che Simone Toscano interrompe commettendo ancora un errore grossolano.

Simone Toscano: Stiamo parlando della madre di tuo figlio, la tua ex.

Ivano Russo: De… denunce da parte mia, da parte sua, strano caso a gennaio duemila e quattordici fa delle dichiarazioni spontanee davanti ad un PM eh… che non lo so, però, passato un mese da quelle denunce eee… nel 2014 nel gennaio 2014 ha reso queste dichiarazioni, una cosa che eeee… che, comunque, eeee… io provvederò anche a esporre una denuncia per calunnia nei confronti di queste persone, perché, comunque, una cosa è dire una cosa del genere dopo 4 anni, una cosa è dimostrarla.

Ivano Russo non nega di essere uscito per andare a comprare le sigarette come sostiene la sua ex compagna, tenta invece di far passare il messaggio che le dichiarazioni della donna siano il frutto di un conflitto tra loro e, quando dice: “una cosa è dire una cosa del genere dopo 4 anni, una cosa è dimostrarla”, lascia aperta la porta alla possibilità che la sua ex, Virginia Coppola, dica il vero.

Dal Verbale di Virginia Coppola:Non mi capacitavo della motivazione che spingeva lui e la sua famiglia a mentire davanti agli inquirentiSulla circostanza sono diventata sempre più insistente nonostante all’epoca ci frequentassimo non in maniera assidua (…) Preciso che messo alle strette in ordine alle mie richieste di chiarimento relativamente a quanto appreso dalla cognata, lo stesso {Ivano, ndr), arrabbiato, mi diceva che effettivamente quel pomeriggio, ma solo per qualche minuto, era uscito per comprare le cartine {per le sigarette, ndr) e alla mia esplicita domanda se avesse visto la bambina, cioè Sarah Scazzi, mi disse vagamente: “Quelle stavano litigando”.

Claudio Russo, fratello di Ivano, nell’aprile 2012, sentito come teste durante un’udienza, ha dichiarato: “Dopo la scomparsa di Sarah, i Misseri vennero a casa nostra a portare un cesto di funghi e chiesero a mia madre cosa avesse detto Ivano ai carabinieri (…) Ivano aveva paura delle microspie”

Simone Toscano: Tu quel giorno non hai minimamente visto Sabrina e Sarah?!

Quando Simone Toscano dice “Tu quel giorno non hai minimamente visto Sabrina e Sarah” mostra di credere ad Ivano Russo e si aspetta da lui che neghi di aver incontrato le due ragazze il giorno dell’omicidio.

Ivano RussoIo non ho visto Sabrina e Sarah, io quel giorni… quei giorni lì… dato che io giorni prima ah… avevo chiuso un rapporto con Sabrina, ci sono messaggi, c’è… c’è tutto, io dico, giorni dopo, eee… andare ad incontrare Sabrina, che senso aveva? Che interesse avevo?

Nonostante sia stato imboccato dal giornalista, il Russo non è capace di ripetere a pappagallo le sue parole, si limita a dire “Io non ho visto Sabrina e Sarah”  eliminando dal suggerimento del Toscano “quel giorno”. Si noti che il Russo comincia una seconda frase con “quel giorni” (“quel” è singolare e “giorni” è plurale) e poi aggiunge “quei giorni lì” (tutto al plurale). Il Russo non dice “quel giorno” per non mentire. 

E poi Ivano Russo chiude con due domande.

Riguardo all’intervista, per ottenere informazioni il giornalista avrebbe dovuto semplicemente chiedere ad Ivano Russo di riferirgli che cosa avesse fatto il giorno dell’omicidio di Sarah Scazzi. 

Le regole di un’intervista e quelle di un interrogatorio sono le stesse:

  1. evitare le domande chiuse che permettono all’interrogato/intervistato di rispondere con un sì o un no;
  2. evitare le domande multiple per impedire all’interrogato/intervistato di scegliere a quale rispondere;
  3. non interrompere mai l’interrogato/intervistato; è nei sermoni e nelle tirate oratorie che si trovano spesso informazioni utili ed ammissioni tra le righe;
  4. non introdurre nuovi termini;
  5. evitare affermazioni perché non prevedono una risposta;
  6. evitare giudizi morali perché mettono l’interrogato/intervistato sulla difensiva;
  7. non suggerire le risposte.

CONCLUSIONI

Russo, nonostante sia stato imboccato dal giornalista, non ha negato in modo credibile di aver visto Sabrina e Sarah il giorno dell’omicidio. 

Ivano Russo non ha negato in modo credibile di aver suggerito a sua madre di dire che lui era rimasto a casa fino alle cinque.

Il contenuto dell’intercettazione cui ha fatto riferimento il giornalista è il seguente:

Ivano Russo: Ma’… se ti chiedono qualcosa, dici: Mio figlio stava dormendo… sopra. E’ sicura? Sì, sono sicura perché c’era anche mio figlio e mia cognata, che stavano sopra… arrivarono in ritardo, quel giorno c’era la partita del Napoli, c’era la partita del Napoli.

Elena Russo, madre di Ivano: No, non è che erano arrivati in ritardo.

Ivano Russo: Arrivarono in ritardo, io e mio figlio (incomprensibile) avevamo già mangiato e lui è andato subito sopra per andare a dormire… e quindi lui neanche li hai visti.

Elena Russo, madre di Ivano: No, tu l’hai… li avevi visti (incomprensibile).

Claudio Russo, fratello di Ivano, nell’aprile 2012, sentito come teste, durante un’udienza ha dichiarato: «Dopo la scomparsa di Sarah, i Misseri vennero a casa nostra a portare un cesto di funghi e chiesero a mia madre cosa avesse detto Ivano ai carabinieri (…) Ivano aveva paura delle microspie».

Al processo, in merito ai suoi movimenti del giorno dell’omicidio di Sarah, Ivano Russo ha risposto al PM così: “Mi sono steso prima sul divano e poi, quando è arrivato mio fratello, siccome è attivo, fa sempreeee… rumoreggia abbastanza, mi sono alzato e me ne sono andatooo… cioè mi sono alzato e sono andato sopra nel letto a dormire”

Russo è in difficoltà. 

Quando dice “siccome è attivo e fa sempreeee… rumoreggia abbastanza” spiega un perché senza che gli sia stato richiesto, lo fa per prevenire la domanda del pubblico ministero. Poi aggiunge un primo non necessario “mi sono alzato” e infine si autocensura e aggiunge “e me ne sono andatooo…”. “Me ne sono andato, dove?” avrebbe dovuto chiedergli il pubblico ministero.

Russo non riesce a mentire outright, non riesce a dire “Mi sono steso prima sul divano e poi sono andato sopra nel letto a dormire”.

Ivano sente il bisogno di riferire un perché e di aggiungere per ben due volte “mi sono alzato”, parole non necessarie che nascondono informazioni. Attraverso queste 3 parole il Russo ci dice di aver fatto qualcos’altro e che, proprio perché lo ripete due volte, quel qualcos’altro è importante per lui. In inglese sono equiparabili alla parola “left”, ad esempio, non c’è bisogno di dire “after breakfast I left the house to go to work”, basta dire “after breakfast I went to work”, quel “left” indica che qualcosa di non detto è successo in quel frangente. 

Nel caso di Russo sappiamo che, prima di andare a letto in camera, uscì di casa e incontrò Sabrina e Sarah.

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ursula franco 1 OMICIDIO DI SARAH SCAZZI (seconda parte)* Medico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari