– Il ricordo di Nicolò Antonio Cuscunà –
Sono trascorsi 20 anni dalla prematura dipartita di Carmine De Santis, Caserta lo ha giustamente ricordato intitolandogli una strada in quel di Garzano, frazione in cui era nato nel 1951. Chi era Carmine De Santis? Lo voglio ricordare a quanti lo hanno conosciuto, apprezzato, avversato, ma più che altro ai giovani, sfortunati per non aver vissuto la Sua epoca. Era uno “sbirro”, come scherzosamente amavo appellarlo, era un servitore dello STATO. Brillante carriera liceale, Accademia di Polizia immediatamente impegnato in delicati servizi d’investigazione dovuti alle Sue capacità intuitive e mediative. Nella Sua breve ed intensa carriera professionale ricoprì incarichi importanti, dalla terra di camorra a vice questore vicario di Firenze. Nel 1996, ancora in atto la deriva di “tangentopoli”, il poliziotto buono, pressato dalla necessità morale di “partecipare” alla ricostruzione di quei valori smarriti nella “pubblica amministrazione”, decise di “SALIRE in POLITICA”. Così amava dire a quanti si rivolgeva, per spiegare le motivazioni alla Sua scelta. Senza girarci intorno diciamolo chiaramente: Carmine era uomo venuto su con regole sagge familiari, scolastiche e delle istituzioni militari, era uomo di destra. Attualmente quest’appellativo non dice nulla, oppure induce a grossolani errori. Al tempo in cui Carmine De Santis decise di partecipare alla Res Publica ci si esponeva a sicuri ” giudizi di scelta”. Come si usava dire, Carmine decise di metterci il cuore, la professionalità e la faccia. Venne eletto a furor di popolo senatore, in rappresentanza territoriale del collegio elettorale Caserta-Maddaloni-Marcianise. Il sistema elettorale allora in vigore -Mattarellum – dall’attuale presidente della Repubblica – prevedeva candidati unici nei collegi elettorali, in rappresentanza uno per ogni partito o schieramento. Carmine De Santis divenne il candidato unico per lo schieramento di centrodestra, assunse l’etichetta del partito proponente l’UDC del leader Pierferdinando Casini. Non poteva essere altrimenti, la sua candidatura era molto cara e voluta dall’allora Alleanza Nazionale, rappresentata, in quel collegio uninominale, dal sottoscritto (n.d.r.) per cui s’accettò, per ripiego, l’etichetta UDC.
Il Suo arrivo in politica attiva si dimostrò determinante per le scelte del territorio. Dal nostro connubio nacquero tutte le vittorie elettorali amministrative del collegio dell’aria vasta casertana. Caserta con Luigi Falco -1997-, Recale, Casagiove, Marcianise e Castel Morrone. Nel 1999 l’UDC lo impegnò nella difficile competizione elettorale europea nel collegio dell’Italia meridionale, un plebiscito di consensi lo vide primo dei non eletti. Impegni locali, nazionali, responsabilità di partito, arriva la nefasta malattia. L’ultima uscita ufficiale di entrambi, in rappresentanza delle due istituzioni, Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, l’effettuammo in occasione della trasmissione TV “Domenica del Villaggio”, organizzata al Belvedere di San Leucio. La lunga sofferenza lo vide cedere il 29 luglio del 2000, aveva 49 anni. Molti ancora dicono che la politica casertana senza Carmine De Santis subì quelle devianze che ci vedono stagnare al punto in cui ci troviamo. Non ero tra quelli, mi sono ricreduto, Caserta è diversa in peggio senza Carmine De Santis.
Questo ricordo è indirizzato principalmente ai giovani, a quelli che come Carmine De Santis decidessero di “SALIRE in POLITICA” per servirla con rettitudine. A Loro il volere, a Loro il potere di riprendere e continuare un “mondo ideale” oggi desueto ma non impossibile da RICOSTRUIRE.
Il 29 luglio rappresenta una ricorrenza a me molto cara, nel lontano 1951 nacque e morì un bimbo di nome Nicolò- mio fratello-, il 29 luglio 2.000 ci lasciò un altro mio fratello Carmine De Santis.