ANALISI DELL’INTERVISTA ESTORTA A PIERLUIGI PICCINI DA LE IENE
– di Ursula Franco * –
“Liberamente nel campo di Siena, ogni vergogna deposta, s’affisse” (Dante, purgatorio, XI canto)
Il 6 marzo 2013 David Rossi è morto dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio nella sede del Monte dei Paschi di Siena; David era il responsabile della comunicazione della banca.
Nel marzo 2014 e nel luglio 2017 il GIP ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta sulla morte di David come suicidio.
L’inviato del programma televisivo “Le Iene”, Antonino Monteleone, ha parlato con Pierluigi Piccini, ex sindaco di Siena ed ex dirigente della Banca Monte dei Paschi, i due, in compagnia di altre due persone, erano seduti al tavolo all’aperto di un bar di Piazza del Campo, la loro conversazione è stata registrata da una telecamera e da un microfono nascosti ed è stata mandata in onda, senza il consenso del Piccini, nella puntata de “Le Iene” di domenica 8 ottobre 2017.
Antonino Monteleone: Ma se uno volesse ipotizzare che quello di David è stato il suicidio di un ragazzo che ha vissuto la cresta dell’onda?
Pierluigi Piccini: No, tutte cazzate, tutte cazzate, David Rossi aveva in mano… Lui ha gestito più di 50 milioni di euro in 4 anni… aveva le porte aperte dappertutto.
Piccini sembra escludere l’ipotesi del suicidio di David.
Antonino Monteleone: Lei crede sia una forzatura non riconoscere il suicidio oppure che effettivamente ci siano delle anomalie tali da…?
Pierluigi Piccini: No, le anomalie ci sono, le anomalie ci sono, è inevitabile e poi David fa un errore storico, cioè lui dice che sarebbe andato dai magistrati a raccontare tutto e dice: “Io di questa città conosco tutto, dai tempi del Piccini fino ad oggi”, David Rossi fa il grande errore di dire: “Io parlo”.
Piccini dice: “David fa un errore storico, cioè lui dice che sarebbe andato dai magistrati a raccontare tutto” e poi, in aggiunta, cita una frase di David dove compare il suo nome, lo fa per darsi importanza; in ogni caso Piccini lascia intendere che Rossi sapesse alcune cose e che potrebbe essere stato ucciso per evitare che le rivelasse.
Vediamo che cosa ha dichiarato al riguardo la moglie di David, Antonella Tognazzi:
Giornalista: È vero che suo marito voleva andare in procura? Per dire che cosa?
Antonella Tognazzi: Ma in realtà niente, questo… io sono altamente certa di questo, è… il problema è che evidentemente qualcuno con la coscienza eee poco pulita eee… non sapeva che cosa voleva, o poteva andare a dire, e forse si è preso, non lo so, in mente un momento di panico, io non lo so, io non lo so.
Antonino Monteleone: Cioè non c’è complottismo nel dire: Questo non s’è ammazzato o non s’è ammazzato da solo, diciamo?
Pierluigi Piccini: No, no.
Piccini continua a lasciar intendere che, a suo avviso, David è stato ucciso, senza dirlo esplicitamente.
Antonino Monteleone: Lei a che ora ha saputo?
Pierluigi Piccini: Io? Un quarto d’ora dopo.
Piccini risponde con una domanda per prendere tempo e mostra di desiderare che si sappia che lui è stato uno di quelli ad essere informati nell’immediatezza dei fatti.
Antonino Monteleone: E ha pensato: Oddio è impazzito David, o ha pensato: Non quadra?
Pierluigi Piccini: Non… no, conoscendo la razionalità di David, se è rimasta come lo conoscevo io, non è possibile che si suicida, la città è convinta che sia stato ucciso.
Piccini lascia intendere che non frequentasse David Rossi da tempo, non può pertanto essere d’aiuto per comprendere lo stato d’animo di Rossi prima della sua morte; poiché Piccini non è in grado di motivare il proprio convincimento riferisce al giornalista che, come lui, “la città è convinta che sia stato ucciso”.
Antonino Monteleone: Ma può avere… questa benedetta perquisizione… per la fuga di notizie aver… cioè tu sei uno che si mangia il mondo, ad un certo punto ti succede l’ultima cosa che ti aspettavi che ti succedesse…?
Pierluigi Piccini: Ma uno che mangia il mondo, scusa, eh, ha paura di una perquisizione?
Piccini continua ad esprimersi senza essere a conoscenza dello stato d’animo di Rossi prima della sua morte; l’ex sindaco non solo non frequentava più David ma non lavorava neanche più per il Monte dei Paschi.
La vedova di David, Antonella Tognazzi, nonostante si sia sempre detta convinta che David non si sarebbe suicidato, ha rilasciato dichiarazioni agli inquirenti che smentiscono Piccini: “Ha cominciato a temere di essere coinvolto o semplicemente sospettato nella vicenda giudiziaria. Tale convinzione nasceva dalla circostanza del legame che lo avvicinava al. Presidente Mussari, nel senso che egli riteneva che essendo indagato il Mussari, la vicenda poteva in qualche modo interessare anche lui per il necessario rapporto di vicinanza che aveva anche con il presidente (ex) anche se l’ultima volta che si erano sentiti era a Natale. Mio marito non si capacitava circa le colpe che lo potessero coinvolgere non trovandone alcuna. La perquisizione del suo ufficio e dell’abitazione avevano generato in lui la preoccupazione che il nuovo management potesse, per queste circostanze, dubitare di lui, nel senso che potesse pensare che in qualche modo lui non fosse leale nei confronti della Banca, dubitando così della sua onestà ed integrità professionale, al punto da poter essere addirittura licenziato. Posso dire che queste non erano solo sue paure, perché lui mi riferì di alcune voci senza però farmi i nomi secondo le quali era imminente la sua sostituzione con un professionista proveniente da Milano. Tali voci mi furono riportate dal Rossi successivamente alle perquisizioni e non negli ultimi giorni”.
Il dottor Fabrizio Viola, amministratore delegato della Banca Monte dei Paschi di Siena, smentisce anch’egli Piccini. Viola, sempre in merito alla perquisizione, ha dichiarato agli inquirenti: “Premetto che il 19 febbraio lo informai io del decreto di perquisizione nei suo confronti: lui sbiancò letteralmente a da quel giorno con David ebbi un atteggiamento quasi da padre a figlio perché lui si mostrava molto preoccupato. Io più volte lo rassicurai che lui aveva la nostra piena fiducia. Dopo la perquisiziohe lui ritornò da me, ma io gli raccomandai di non dirmi niente, così come era accaduto per gli altri dipendenti escussi o perquisiti; gli precisai che, questo, non era un atto di sfiducia nei suoi confronti, ma era una raccomandazione di riservatezza. Lui prese atto di questo. Dall’indomani tuttavia iniziò a ridirmi. di sentirsi “messo in mezzo” da qualcuno; ciclicamente tornava spesso su questo argomento”.
Il presidente del Monte dei Paschi, Alessandro Profumo, sentito il giorno dopo il suicidio di David, ha raccontato agli inquirenti delle preoccupazioni del Rossi: “Ricordo che due giorni fa lo invitai a raggiungermi nel mio ufficio per ragioni di lavoro e lui in quell’occasione mi rinnovò la sua preoccupazione; temeva in particolare di poter subire conseguenze penali dalle indagini in corso, mostrava preoccupazione addirittura di essere arrestato”.
Antonino Monteleone: Dice: Pelo sullo stomaco ce lo doveva avere?
Pierluigi Piccini: Mah, scusa, ma… eh? Allora sennò veramente… ci sono molte cose che non tornano in questa vicenda.
Piccini è vago, evasivo e, non fa un regalo né a David, né a se stesso, quando lascia intendere che in banca succedessero cose da “pelo sullo stomaco”.
Piccini parla della carenza di documenti nell’ufficio di David:
Pierluigi Piccini: Questo è strano perché David aveva l’abitudine quando faceva l’addetto stampa mio di prendere sempre appunti, cioè io mi ricordo che noi avevamo un modo di lavorare, lui era quello che mi teneva la memoria, sostanzialmente e aveva sempre appunti oppure mi faceva gli appunti sulle cose che succedevano e quindi poi una memoria la teneva lui, questo fatto che lui non abbia lasciato nulla.
Piccini ha bisogno di precisare i ruoli, David “faceva l’addetto stampa mio”, “lui era quello che mi teneva la memoria, sostanzialmente”, non “David lavorava con me”, o “David collaborava con me”, perché vuol far sapere al suo interlocutore che un uomo importante come Rossi era un suo sottoposto.
Antonino Monteleone: David era un semplice capo dell’area comunicazione?
Pierluigi Piccini: Sì, ma non scherziamo, io vengo dalla banca, eh, cioè… ora non scherziamo.
Antonino Monteleone: Non faceva solo l’addetto stampa?
Pierluigi Piccini: Macchè, lui era l’uomo… il braccio destro di Mussari su tante cose, non scherziamo, ma uno che gestisce 54, 50 milioni di euro in 4 anni, ma ma ti rendi conto quanti sono? Cioè, che lui avesse una particolare, anche come dire, appeal all’interno della banca perché era il braccio destro di Mussari e potesse indirizzare dei finanziamenti, questo sì.
Antonino Monteleone: Questo sì, ma dire che fosse addentro ad alcune decisioni, comunque al cuore delle decisioni della banca?
Pierluigi Piccini: Questo sì.
Antonino Monteleone: Questo sì.
Pierluigi Piccini: Questo sì.
Antonino Monteleone: Ma con ruoli attivi o di spettatore privilegiato?
Pierluigi Piccini: Sicuramente con Mussari sì, sicuramente sì e poi dopo come addetto stampa, per forza doveva sapere le operazioni, quelle da dire, quelle da non dire, come gestirle, per forza doveva saperle.
Antonino Monteleone: Quindi non può essere un uomo che è rimasto solo, che è crollato?
Pierluigi Piccini: Ma quali solo? No, lui aveva la possibilità, lui ha dialogato con tutti i direttori dei giornali di tutta Italia, non aveva un problema di lavoro assolutamente.
Pierluigi Piccini: E dice alla madre: Vengo a prendere le polpette?!
Antonino Monteleone: Per non farla preoccupare.
Pierluigi Piccini: Ma sì e poi s’ammazza, dai via su, alla madre dice: “Guarda sì, prepara le polpette che le vengo a prendere”, e poi s’ammazza? Come se la madre non se ne sarebbe accorta che muore? Cioè, we, non esiste.
Antonino Monteleone: E dice alla moglie: Vengo a farti la puntura?!
Pierluigi Piccini: Ma dai! Ma non esiste, no? Vengo a prendere le polpette alla madre… non ti sembra strano? Tu a tua madre dici: “Mamma vengo a prendere le polpette e poi t’ammazzi?”, così la madre non se ne accorge che te sei ammazzato? Dai via, cioè, no, no, no, non… però l’indagine è stata fatta male. Il problema: parte male questa indagine all’inizio e devo dire, anche la famiglia nel momento dello shock, ad esempio, non si rende bene conto di quello che sta succedendo, no? Sono pentiti perché involontariamente sono sparite delle… dei vestiti, io dico che gli errori nascono al momento in cui iniziano a fare le indagini.
Pierluigi Piccini sostiene che il fatto che David Rossi avesse preso degli impegni a ridosso della sua morte sia con la propria madre che con Antonella Tognazzi sia la riprova che non possa essersi ucciso, un’affermazione smentita dalla casistica.
Antonino Monteleone: Chi ti può volere morto? Ok, non mi sono suicidato e quindi quale sarebbe il movente? In che modo io mi sono messo in un casino?
Pierluigi Piccini: Allora c’è un’altra storia parallela.
L’ex sindaco lascia intendere che David è stato ucciso a causa di una storia parallela che vede comunque coinvolta la banca.
Antonino Monteleone: In che senso?
Pierluigi Piccini: C’è un’altra sto… c’è un’altra storia parallela. Un avvocato romano mi ha detto: “Ma perché vi rigirate tanto i coglioni!?”. Io: Ma scusa, perché? Era un’amica mia dove il marito era nei servizi… “Ma guarda”, dice: “Devi indagare su alcune ville fra l’aretino e il mare… e i festini che facevano lì”… Perché la magistratura potrebbe anche aver abbuiato tutto perché scoppia una bomba morale, non so se mi sono spiegato? Questo filone non è mai stato preso. E Questo avvocato romano mi ha detto: “Non state lì a girare tanto le scatole. C’è una villa fra Siena e Arezzo e c’è una villa al mare dove facevano i festini”. Chi andava a queste feste? Chi ci andava? Ci andavano anche i magistrati senesi, ad esempio? Maaah? Ci andava qualche personaggio nazionale? Maaaah? La cocaina era… gira a fiumi in questa città.
Piccini riferisce un fatto riferitogli da un avvocato romano al quale lo avrebbe riferito un’amica moglie di un uomo dei servizi segreti, tanto basterebbe per farsi una sonora risata se l’argomento della conversazione non fosse tragico.
Ma veniamo alla natura della clamorosa rivelazione fatta a “Le Iene” da Piccini e a sua volta confidatagli da un fantomatico avvocato romano, non un amico perché l’ex sindaco ne parla con distacco, forse qualcuno con cui Piccini si è intrattenuto a parlare della morte di David per qualche minuto, insomma, questo signore, che, per accreditarne le rivelazioni, l’ex sindaco definisce “avvocato”, a detta di Piccini, lo avrebbe invitato ad “indagare su alcune ville fra l’aretino e il mare… e i festini che facevano lì”. In poche parle, il fantomatico avvocato romano non si sarebbe rivolto direttamente alla Procura di Siena ma avrebbe invitato il signor Pierluigi Piccini ad indagare. Fantascienza.
Piccini, durante la chiacchierata con Monteleone, dopo aver riferito le rivelazioni del fantomatico avvocato romano, ipotizza che la magistratura senese possa anche aver insabbiato tutto per evitare che scoppiasse una “bomba morale” e poi lascia intendere che, tra coloro che andavano ai festini, potessero esserci alcuni magistrati senesi ed aggiunge che a Siena gira cocaina a fiumi.
In un’intervista a La Repubblica del 10 ottobre 2017 Piccini afferma: “Io ho solo riportato voci che mi ha raccontato qualcuno, mi sembra un avvocato romano, e anche queste circolano da tempo in città. Non sono novità, almeno per noi senesi. Lei pensi che nel 2013, durante un’assemblea del Monte dei Paschi, un consigliere comunale parlò pubblicamente di personaggi orgiastici e pervertiti”, confermando di aver semplicemente riportato delle voci e mostrando di non ricordare neanche chi gliele avesse riferite, “mi sembra un avvocato romano”; inoltre, ancora una volta, afferma che sono voci che “circolano da tempo in città”, al pari della voce che David Rossi sia stato ucciso e poi aggiunge che “nel 2013, durante un’assemblea del Monte dei Paschi, un consigliere comunale parlò pubblicamente di personaggi orgiastici e pervertiti”.
Evidentemente è entrato ormai nella tradizione popolare toscana, insieme alla zuppa di pane raffermo e verdure, quando non si sa che pesci pigliare, il fantasticare di festini in qualche villa isolata, in specie dopo che si è diffusa l’infondata “credenza” che il cosiddetto mostro di Firenze, un serial killer a tutti gli effetti, avrebbe prelevato i tanto bramati trofei per cederli ad un fantomatico “secondo livello” che organizzava festini a luci rosse per professionisti e intellettuali. Un’enorme boiata che purtroppo continua a mietere vittime innocenti. Il Mostro di Firenze, autore di 8 duplici omicidi, è stato un singolo assassino seriale che ha ucciso per lussuria, un incompetente sessuale che ha agito sulle sue vittime atti sessuali sostitutivi come la penetrazione con il coltello del seno e del pube o l’asportazione degli stessi, pezzi anatomici che gli hanno permesso di rivivere emozionalmente l’omicidio a distanza di tempo.
Antonino Monteleone: In italia.
Pierluigi Piccini: Sì, domandalo a (nome censurato) quanta ne… quanto uso ne fa!
Piccini fa un nome e dice che il soggetto in questione è un consumatore abituale di cocaina. Un’idea sul nome censurato da “Le Iene” non è difficile farsela. Che c’entra con la morte di David il fatto che questo signore faccia o meno uso di cocaina? Piccini evidentemente prova rancore nei confronti del soggetto in questione e si è semplicemente tolto un sassolino dalla scarpa. Non è la prima volta che durante la chiacchierata con Monteleone trapela una certa frustrazione da parte dell’ex primo cittadino.
Antonino Monteleone: Ne fa o ne faceva?
Pierluigi Piccini: Ne fa.
Pierluigi Piccini insiste. Non ne esce bene, di certo più da pettegolo che da eroe, come invece qualcuno vorrebbe dipingerlo.
Pierluigi Piccini: Questa è un’altra storia parallela e mi fermo qui e se esce mezza parola, io vi denuncio perché io non posso fare, io sono una persona pubblica in questa città, mi candido a fare il sindaco e non posso farlo. Ad un certo punto, io posso anche capire magistratura che di fronte ad una cosa del genere, guarda che te sto a dire, cerchi di chiudere perché altrimenti diventa una cosa molto difficile… e lo posso anche capire.
L’ex sindaco non solo lascia intendere che la magistratura avrebbe insabbiato “perché altrimenti diventa una cosa molto difficile” ma dice che può capirli, non uscendone bene neanche stavolta.
Antonino Monteleone: Sempre resta irrisolto ciò che ha reso un capo ufficio stampa una persona da eliminare?
Pierluigi Piccini: Ma lo sai quanta roba gira al mondo, non lo vedi che ancora non riescono a risolvere i probl… Si sono mangiati una banca. Perché si sono mangiati una banca?
Piccini è evasivo, non gli è facile trovare collegamenti che non esistono.
Antonino Monteleone: Ma dello IOR gli avevi chiesto?
Pierluigi Piccini: Ragazzi mi volete mandar… che volete fare di me, mi volete rovinare?
Antonino Monteleone: Ci dice davanti ad una telecamera: “Per me David Rossi non si è suicidato”?
Pierluigi Piccini: Questo ve lo posso dire, l’ho scritto dicendo che ho seri dubbi sul fatto che si sia suicidato, questo l’ho scritto.
Piccini dice di poter dire davanti alla telecamera che David non si è suicidato, mostrando di essere convinto che “Le Iene” debbano ancora cominciare a registrare.
Antonino Monteleone: I dubbi ti vengono dal vedere le immagini o dalla conoscenza?
Pierluigi Piccini: Eh, ma son tanti fattori, tutta questa indagine ha dei punti…
Pierluigi Piccini: Ragazzi ma io devo fare… so’ candidato a sindaco, mi volete mettere contro la magistratura, facciamo un patto scritto e io… va bene… Io vi devo misurare perché se voi fate uscire mezza parola di quello che ho detto io non vi faccio l’intervista.
Pierluigi Piccini crede che dopo questa chiacchierata inizieranno a registrare l’intervista vera e propria.
Antonino Monteleone: Lui assume che abbiamo registrato, lui da per scontato…
Pierluigi Piccini: Sì, sì.
Piccini ha il timore che la sua voce possa essere già stata registrata.
Accompagnatore di Monteleone: Quindi le cose che ci ci ha detto ce le ha dette sapendo che potevamo registrarlo ma potrà dire ma mi registravano io che ne sapevo.
L’accompagnatore di Monteleone dice questa frase per usarla in forma di consenso, per poi pubblicare la chiacchierata con Piccini. Piccini non è consapevole di essere registrato e per questo non replica a questa affermazione.
Pierluigi Piccini: Io ti ho dato una serie di informazioni, gestiscile.
Piccini invita ingenuamente Monteleone ad indagare sulla “pista parallela” da lui prospettata pensando che “Le Iene” approfondiranno la nuova “pista” senza fare il suo nome.
Pierluigi Piccini: Voi mi dite che non m’avete registrato niente, cosa che non ci credo perché tu c’hai un sorriso strano, ‘sto ragazzo c’ha un sorriso strano, anche questo so’ due paraculi questi, fammi vedere l’altro telefono, ne hai tanti… però ci diventa rosso, lo vedi eh? Mi volevate inculare? Che teste di cazzo, no, mi volevate inculare, siete teste di cazzo tutti e due. Aspetta, aspetta, aspetta, aspetta, no, eh, no, eh, no, io vi denuncio, io vi denuncio davvero, eh… Guarda, eh, no, eh, non va bene, levala dai, c’ha il registratore, tira fuori, queste sono delinquenzate, siete dei delinquenti, dammi l’apparecchio, dammi l’apparecchio, tu non ti muovi da qui, eh, tu mi devi dare quella registrazione, è così, se tu adoperi le parole che io ho detto, dato che c’ho testimoni, ti denuncio. Tu mi hai carpito una cosa, ora mi fate incazzare davvero, eh, ma che stiamo a scherza’, ma tu mi carpisci le cose senza dirmi niente e vuoi anche avere ragione? Stai cercando di giustificare quello che hai fatto? Ma che stiamo a scherzare, stiamo!?
Pierluigi Piccini è sinceramente preoccupato, non aveva la consapevolezza di essere registrato in quanto “Le Iene”, come Piccini lascia intendere durante la conversazione, gli avevano fatto credere che lo avrebbero intervistato e registrato solo dopo la chiacchierata informale al tavolino del bar, tanto che al termine della puntata, Piccini ha rilasciato il seguente comunicato stampa: “In seguito alla trasmissione delle Iene andata in onda domenica 8 ottobre su Italia 1 (Mediaset), preciso che ho immediatamente sentito i miei legali dando loro mandato di difendere le mie ragioni sia sul piano penale che civile, in quanto la registrazione e le riprese sono state effettuate in maniera scorretta”.
Antonino Monteleone durante messa in onda della registrazione ha dichiarato: Avete capito, lui poteva immaginarlo benissimo che avremmo potuto registrarlo ma nonostante questo c’abbiamo pensato a lungo prima di decidere cosa fare di questa conversazione e abbiamo deciso di pubblicare questo incontro perché comunque sia stiamo parlando della morte di una persona e della richiesta di verità da parte dei familiari anche perché delle tante persone incontrate a Siena in questi giorni, in un clima a dir poco omertoso, l’ex sindaco Piccini è l’unico dei personaggi non legati alla famiglia che ci ha detto sinceramente come la pensa e anche come la pensa una buona parte della città.
Antonino Monteleone, per giustificare la messa in onda di una registrazione estorta, vuol fare credere al suo pubblico televisivo che Piccini potesse immaginare di essere registrato e che pertanto quel “poter immaginare” possa essere interpretato come una specie di consenso, un abominio. Monteleone dice di aver deciso di mandare in onda la conversazione estorta per un’impellenza morale, perché la registrazione riguardava la morte di una persona, nulla di più lontano dalla verità, bastava analizzare superficialmente le dichiarazioni di Piccini per capire che l’ex sindaco non aveva riferito nulla che potesse far luce sulla morte di David Rossi ma solo impressioni personali e pettegolezzi. “Le Iene” hanno mandato in onda la registrazione estorta semplicemente per fare spettacolo, ben consapevoli che avrebbero arrecato un danno a Pierluigi Piccini.
La registrazione è stata trasmessa alla Procura di Genova non perché le rivelazioni dell’ex sindaco abbiano alcun peso riguardo alla morte di Rossi ma per le gravi “accuse penali rivolte ai magistrati degli uffici di Siena” da parte di Piccini e “per la sistematica delegittimazione, come quella da ultimo operata dall’interlocutore delle Iene (rilanciata scientemente senza alcun filtro e con la consapevolezza di non aver compiuto alcun riscontro), che senza alcuna conoscenza diretta della complessa attività di indagine, dei risultati degli accertamenti tecnici, degli immani sforzi compiuti per dare spiegazione ad ogni elemento di criticità, sulla base di un pregiudizio personale, senza indicare alcun argomento di merito, tenta di accreditare, con esternazione ignote per provenienza, una propria tesi personale suffragandola con pesantissime accuse ai danni dei magistrati che hanno seguito la vicenda giudiziaria, additandoli come partecipi di un oscuro disegno criminoso”, così come dichiarato dal Procuratore capo Salvatore Vitello.
Personalmente vorrei dire a Monteleone che non ha nessun diritto di definire omertoso chi non parla con lui. Il signor Antonino Monteleone non è nessuno per pretendere risposte da chicchessia, i signori da lui definiti omertosi, le risposte le hanno già date alla magistratura.
*******************
* Medico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari