– di Ciro Esposito – L’azione persecutoria era avviluppante, concentrica… lettere anonime, campagna diffamatoria e contemporaneamente la stampa del PCI col suo pennivendolo insozzava il mio nome con fandonie, calunnie e a volte vilipendio…era terrorismo mediatico soltanto perché li avevo relegati al terzo posto in Consiglio Comunale: col mio nutrito gruppo facevo testo. La prima era sempre la DC, poi il partito di Ciro Esposito, il PSDI, poi il PCI, quindi i socialisti ma i Comunisti, che prima dell’avvento del sottoscritto facevano i galli sulla monnezza, non me lo perdonavano; ma, come ho avuto modo di dire in altra sede, partecipavano insieme agli altri alla spartizione del potere, salvo a fare le solite sceneggiate come pattuito. lo mi incazzavo ma mi difendevo contro i soprusi e le perquisizioni continue a casa mia …non sapevo che cosa cercassero ed ero soltanto preoccupato per il contraccolpo psicologico sulla mia famiglia. Una mattina, erano le cinque, dopo la consueta perquisizione dissi al capo del manipolo che ben mi conosceva. “Capo, ma si può sapere che cazzo cercate?”, mi rispose: “dei reperti archeologici ma non ne abbiamo trovato”; risposi col mio solito umor “Vi sbagliate perché ne posseggo due; anzi, sono loro che posseggono me…mio padre a la mia mamma sono ultraottantenni”. In altra occasione cercavano medaglie d’oro…feci presente che pur essendo stato un ottimo atleta non avevo mai partecipato alle olimpiadi e vinto medaglie …questo mio modo di fare dava fastidio…dovevo soltanto essere inchiappettato senza lagnarmi. Volevano terrorizzarmi e diventavano belve perché non ci riuscivano. Il mio modo di comportarmi non era assurda retorica ma era la mia difesa per rompere l’accerchiamento sia mediatico che quello di politici senza scrupoli…era una necessità, l’anelito di libertà per agire e lavorare per la mia città…e davo più fastidio!! Ma veniamo alle cose serie tralasciando, per un po’ di tempo quelle drammatiche.
Partiamo dalle opere che a seguito delle mie proposte e decisioni sono state realizzate a Caserta Vecchia, la frazione di origine di una parte della mia famiglia. Fui sponsorizzato dai fratelli De Micco…Michele e Armando e il radicamento in zona avvenne tramite il parroco di Sommana Don Gennaro Iodice che si preoccupava molto dei disservizi nella frazione ma conoscevo molto bene anche padre Emilio Siniscalchi parroco di Pozzovetere, grande elettore di Miche De Crescenzo, che era stato parroco di Falciano, una delle frazioni di Caserta che esprimeva consensi per me al 60% dei votanti. Il Quartiere Alto era sempre stato rappresentato da uomini qualificati ma della loro presenza e capacità non si notavano tracce…come amministratori non si erano imposti …il Quartiere era in uno stato di precario abbandono. Ero assessore ai LL.PP. potevo molto e decisi di agire. Iniziai dall’acqua eliminando gli antigienici contenitori delle riserve idriche situati sulla Torre e potenziai le pompe di espulsione di S. Pietro ad Montes (la signora Alois di Sommana reclamava la mancanza d’acqua a giorni alterni…perché non avevano provveduto?) misi mano alle fogne che mancavano quasi del tutto e la ditta Giaquinto del cav. Nicola aggiudicataria delle gare di appalto provvide a costruirle …quella di via Rossi, però, fu affidata alla ditta Imparato di Caserta. L’illuminazione faceva ridere; era cimiteriale ma con vari provvedimenti la rifeci totalmente in tre frazioni; quella di Casertavecchia meritava un discorso a parte considerato l’ambiente in cui gli organi illuminanti venivano collocati. La pineta ricevette un trattamento di riguardo sia per la cura del verde che per l’illuminazione che fu appaltata alla ditta Laugeni di Casagiove. La ditta Imparato rifece la muracca a secco che porta nel Borgo e la ditta Campanile di Casagiove installò tavoli e sedili in cemento per i pic-nic. La sostituzione dei fatiscenti organi illuminanti del borgo fu affidata alla ditta COIMEL di Nola che aveva già in appalto la manutenzione della illuminazione pubblica. Era simile a quella che ancora oggi esiste a Gubbio…ogni organo fu fatto a mano da un artigiano casertano. Portai il telefono pubblico a Sommana nell’esercizio commerciale del sig. Damiano Giuseppe, grazie all’opera di Giovanni Mandolini dirigente provinciale della SIP che era mio correligionario. La strada che porta da Casertavecchia al Mezzano andava illuminata e lo feci con lampade gialle (al potassio) come quelle che da Palermo portano al Duomo di Monreale: l’idea mi venne visitando quel tempio. Il primo tratto lo fece la ditta Vitobello di Napoli; il secondo, la ditta Feola di S. Nicola L.S. e il terzo la COIMEL di Nola. Le luci che portano alla panoramica furono opera di Carluccio di Caserta come pure quelle che dal Mezzano portano al Borgo …i lavori furono assegnati con gare di appalto: Alcuni si domanderanno perché tante gare e tanto casino: Amici miei, i soldi mancavano e quando venivano rastrellati si provvedeva … la mancanza dei fondi bloccò il completamento dell’opera perché necessitavano 200 milioni per la cabina elettrica di derivazione che, invece ,oggi esiste in due punti diversi ma nessuno ha completato i lavori che potrebbero essere eseguiti coi “fondi mirati” della Regione. Nel contempo vi fu un rimpasto di Giunta; io fui fatto fuori e il sindaco subentrante tenne spenta l’illuminazione della Casertavecchia- Mazzano per due anni e, a quanto mi riferì Paolo Della Valle, che era il suo vice e che nella sua inutilità sopportò una schifezza di tale fattass. Quel sindaco voleva eliminare tutto l’impianto perché non si poteva dire che era opera di Ciro Esposito…trattasi dello stesso sindaco che bloccò, per ben sei mesi, l’illuminazione di via Roma … (questi erano gli amministratori di Caserta.) IL GAS…quando fu affidato l’appalto alla NapoletanaGas, per il Quartiere Alto non era prevista l’estensione della rete e fu il sottoscritto che ne impose l’inclusione e poi ci sono voluti 10 anni per la esecuzione dei lavori; il sindaco Bulzoni voleva appropriarsi del merito ma, il sig. Roberto Fiorillo in una riunione pubblica a Pozzovetere, tirò fuori una delibera di Consiglio Comunale (da me consegnatagli) in cui il sottoscritto aveva fatto inserire i nomi delle quattro frazioni da servire. Infine: l’allargamento della strada Mezzano-Casertavecchia: ho soltanto collaborato e spinto per l’accelerazione dei lavori ma il merito del raddoppio della carreggiata va all’ ing, Valentino della Provincia e al Geom Nino Altieri. (non mi approprio dei meriti degli altri).
Il seguito alla prossima puntata.