LA SCEMENZA DI CHI VEDE IL RAZZISMO NELLA SIRENETTA E NEL GIOCO DEGLI SCACCHI

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peppe rock suppa LA SCEMENZA DI CHI VEDE IL RAZZISMO NELLA SIRENETTA E NEL GIOCO DEGLI SCACCHICi sono lotte giuste, come quelle contro il razzismo, o per i sacrosanti diritti delle Donne, spesso boicottate dai loro stessi promotori. Questo accade quando una cosa razionale sfocia, anzi degenera in scemenza, tramutando gli stessi valori che si vorrebbero sostenere in vere e proprie barzellette. Non andrebbe nemmeno più chiamato «politicamente corretto», ma «politicamente scemo».

Si è attivato, per esempio, uno scontro razziale sul gioco degli scacchi, sì avete capito proprio bene, sul gioco degli scacchi. Perché il BIANCO fa la prima mossa, quindi gli scacchi secondo la Abc di Sydney sarebbero dei razzisti.

Sotto accusa anche la bella statua della Sirenetta, simbolo di Copenaghen, su cui qualche scemo ha scritto «racist fish», censurato anche il cartone animato della Walt Disney, perché nella canzone In fondo al mar c’è un pesce NERO che potrebbe dare un’immagine stereotipata di un afroamericano.

Spesso di mezzo ci sono anche i soldi, molti, come per esempio nella squadra di football Redskins, imputata di razzismo solo perché si chiama così, tant’è che la FedEx ha minacciato di sospendere un finanziamento da 205 milioni di dollari se non cambieranno nome, e pure la Nike ha tolto il nome della squadra. Sì, proprio la Nike, che però vende a tutti noi le scarpe cucite dai bambini cinesi.

Di casi uguali ce ne sarebbero moltissimi, tutti molto cretini, tutti ipocriti, e sapete perché? Perché ognuno di questi atteggiamenti guarda sempre la forma e mai la sostanza, anzi spesso quando ci si trova davanti alla sostanza ci si gira dall’altra parte. Un esempio per tutti: il caso della statua di Montanelli imbrattata, perché negli anni Trenta sposò una ragazzina di 14 anni Etiope infibulata e così facendo finiremo per abbattere le statue di chiunque, hanno vandalizzato perfino la statua di Winston Churchill, che ha sempre combattuto nazismo e fascismo ma era un colonialista, come del resto tutti all’epoca.

Non voglio entrare nel caso specifico ma vi faccio notare una cosetta: andate a farvi un giretto sul sito di Amnesty International e rendetevi conto delle migliaia di bambine comprate in spose e infibulate, non negli anni Trenta, ma oggi nel 2020. Quindi, gli stessi che deturpano la statua di Indro Montanelli, se vedono o incontrano una persona che arriva da quei paesi che praticano l’infibulazione e danno le bambine in spose non si indignano. Come qualche settimana fa che non si potevano fare critiche ad una sequestrata da un gruppo terrorista islamico per la quale abbiamo pagato un riscatto e tornando ci ha detto che sono delle bravissime persone, e decide di chiamarsi Aisha. Anche alcune giornaliste fasciofemministe italiane se incontrano una donna islamica si mettono il velo, per rispetto.

Così come se sei contro gli omosessuali in Occidente sei ovviamente omofobo (ci mancherebbe), ma se li impicchi in Iran è la loro cultura, sei un multiculturalista. È ipocrisia allo stato puro.

Ma andate affanculo proprio in quel paese va, anzi in quei paesi, ce ne sono molti, il mondo è grande, solo che poi impiccano pure voi.

PepPe Røck SupPa