Ora, sicuramente dovremo rifarci ai più noti Architetti ed Urbanisti italiani come Franco Albini, Claudio Andreani o Marcello Piacentini, per ridisegnare il tessuto “urbanistico sanitario” della nostra regione o, più in piccolo, per la Provincia di Caserta. Dobbiamo rifarci a quella “Cittadella della salute” che fa il paio alla “Città Ideale”, dipinto anonimo esposto in quel di Urbino. Ce lo preannuncia l’agnostico Ministro della Salute, Roberto Speranza. Il Ministro annuncia che nel redigendo “Piano per la Sanità” ci sarà posto per la riapertura dei piccoli ospedali. Il Piano Mes, avrebbe come studio “la riconversione delle strutture chiuse da destinare alle cure sul territorio”. Tra le ipotesi si prende, ad esempio, l’Ospedale San Marcello, in Provincia di Pistoia, trasformato in Ospedale di Comunità, quindi, con un Reparto di Area medica ed una serie di Servizi integrati ed Ambulatori specialistici ed infermieristici, con la presenza anche dei Medici di famiglia. Ma come, Sig. Ministro, non conosce gli Ospedali di Comunità di Teano e Capua!? Ma come caro Ministro, la sua collega, della stessa scuola di pensiero politico, certa Rosy Bindi, in virtù di una razionalizzazione dell’assistenza sanitaria, non chiuse tutti i piccoli ospedali!? I nosocomi vennero chiusi a seguito della “… programmazione dei servizi sanitari e di quelli ospedalieri: in particolare la legge 30 dicembre 1991, n. 412, “Disposizioni in materia di finanza pubblica” che prevedeva la soppressione di quelle strutture che non avessero “un tasso di utilizzazione dei posti letto superiore al 75% in media annua”; e che non avessero “lo standard minimo per singolo presidio ospedaliero di 120 p.l.”. Ovvero, furono chiusi, “perché i posti letto erano troppi e producevano spesa”!!!!. Ora che fa, la contraddice?
Una fetta del “Recovery plan” (ammàzza…che slang inglese!), tra i 24 e 25 miliardi di euro, quindi, sarà destinata proprio a queste riconversioni. Ancora! Ma non fu solo nel 2018 che si pubblicò per l’Asl di Caserta il “Piano speciale in 3 ospedali: 350 nuovi posti letto”? Il tutto avvalorato dalla De-libera n. 246 del 23.2.2018 che impegnava ben 51 milioni e 500 mila euro per la realizzazione di 84 nuovi posti letto ed adeguamenti strutturali per l’Ospedale di Aversa; dalla De-libera n. 268 del 05.2.2018 che impegnava, per l’Ospedale di S. Felice a Cancello annesso a quello di Maddaloni, la bellezza di circa 8 milioni di euro per la realizzazione di 64 nuovi posti letto ed adeguamenti strutturali; dalla De-libera n. 300 del 16.03.2018 che impegnava 20 milioni di euro per la realizzazione di 70 nuovi posti letto per l’Ospedale di Sessa A., più 60 milioni per il “nuovo Ospedale e dalla De-libera n. 301 stessa data che impegnava 20 milioni di euro per la realizzazione di 97 nuovi posti letto nell’Ospedale di Piedimonte Matese? Queste sarebbero le somme impegnate di un “primo stralcio” di lavori previsti che ammonterebbero, ad ultimazione del programma, a ben 180 milioni di euro! Senza contare i 20 milioni di euro, in 20 anni, di fitti passivi! Dopo tutto ciò, non basta, bisognerà elargire e sperperare altri milioni e milioni di euro per improbabili Ospedali di Comunità!Inoltre, La Giunta Regionale della Campania non ha appena approvato la delibera con cui “si definisce il Piano per il potenziamento della rete ospedaliera secondo quanto disposto dal Decreto Rilancio del Governo n. 34/2020 per incrementare ulteriormente i posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva in Campania, al fine di garantire anche pluralità di soluzioni assistenziali”? E il Policlinico di Caserta? Gli Urbanisti Franco Albini, Claudio Andreani o Marcello Piacentini, getterebbero la spugna insieme alla matita di fronte a questo guazzabuglio di “architetti della sanità dalle idee confuse”!!! Pancia mia fatti capanna!!!
C’è ne sono soldi da rendicontare in questa Asl . Tra progetti e rimodulazioni dei Presidi Ospedalieri .
Trovo questo articolo molto interessante
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