“IL COLLEZIONISTA”: DALLA PENNA DI JAMES PATTERSON AL GRANDE SCHERMO

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 –           di Mariantonietta Losanno          –                 16 9 scaled “IL COLLEZIONISTA”: DALLA PENNA DI JAMES PATTERSON AL GRANDE SCHERMOQuesta volta il serial killer non uccide, ma colleziona. Le vittime hanno qualcosa che le accomuna: sono talentuose, oltre che belle. Il sequestratore inoltre, oltre ad avere la peculiarità di collezionare donne intelligenti e dalle svariate abilità (c’è una violinista ed un chirurgo), ama farsi chiamare come il grande amatore veneziano Giacomo Casanova. Questo “cattivo” ama collezionare esemplari eccellenti della specie femminile, come se fossero trofei da esibire e possedere; lo attirano le donne forti, indipendenti, particolarmente dotate nel loro campo. Il suo è solo un atteggiamento predatorio, un bisogno di possesso, non c’è piacere o condivisione. È lo psicologo della polizia e criminologo Alex Cross (Morgan Freeman) ad indagare sul caso: nonostante sia direttamente coinvolto e per questo meno distaccato (a causa della notizia della scomparsa della nipote), decide di partecipare alle indagini aiutato da Kate (Ashley Judd), l’unica vittima riuscita a fuggire dalla prigionia.20036370 “IL COLLEZIONISTA”: DALLA PENNA DI JAMES PATTERSON AL GRANDE SCHERMO

Uno dei tratti più interessanti della pellicola tratta dal romanzo di James Patterson è l’analisi psicologica dei personaggi: il collezionista rappresenta il ritratto perverso di un’idea di uomo che ha bisogno di controllare e possedere una donna. Dopo averle rinchiuse in celle separate, impone loro delle regole di condotta: non possono chiedere aiuto, urlare, parlare tra di loro. Naturalmente, il personaggio in questione -il “nemico da combattere” – ha dei tratti volutamente enfatizzati ai fini della narrazione, ma volendosi soffermare sull’ideale di uomo che rappresenta (prescindendo dal disturbo psichico che lo caratterizza) possiamo cogliere alcuni spunti di riflessione. Le vittime sono affascinanti più per il loro acume che per la loro bellezza, ed il predatore -proprio per questo- sente il bisogno di doverle controllare, perché significherebbe vincere una sfida. Dunque, “Il collezionista” offre un’importante riflessione sul rapporto uomo-donna, insistendo anche sul fatto che il predatore si faccia chiamare Casanova, come se sentisse il bisogno di inorgoglirsi, di ricevere non solo attenzioni ma anche l’amore di tutte queste donne. C’è una visione brutale dell’accoppiamento, che apre un’altra importante riflessione: l’uomo per affermarsi deve sentire di avere il pieno controllo sulla donna che diventa, dunque, un mero oggetto sessuale.il collezionista 1920x1080 1 scaled “IL COLLEZIONISTA”: DALLA PENNA DI JAMES PATTERSON AL GRANDE SCHERMONonostante siano passati più di vent’anni, la pellicola si presenta ancora come un thriller efficace, probabilmente non fra i più sorprendenti (dato che i colpi di scena sono facilmente intuibili se si seguono gli indizi disseminati nella storia), ma che sicuramente suggerisce interrogativi pertinenti. Un punto di forza sono sicuramente i personaggi: Morgan Freeman e Ashley Judd insieme funzionano alla perfezione. Non si toccano picchi da “cult” -non si arriva ai livelli di “Seven”, per intenderci, in cui l’analisi psicologica è realizzata brillantemente- ma “Il collezionista” resta comunque un prodotto valido e ben strutturato, forse fin troppo equilibrato e legato ai dettami del genere thriller. Si sarebbe potuto osare di più, è un po’ troppo “pulito” per potersi definire indimenticabile.