RICORDANDO RUTILIO SERMONTI, L’ULTIMO GRANDE VECCHIO DEL FASCISMO ITALIANO NEL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA MORTE

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    –           di Michele Falcone              –                       

RUTILIO SERMONTI RICORDANDO RUTILIO SERMONTI, LULTIMO GRANDE VECCHIO DEL FASCISMO ITALIANO NEL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA MORTE
RUTILIO SERMONTI

Il 14 giugno di cinque anni fa, ci lasciava Rutilio Sermonti, ultimo grande vecchio del fascismo italiano, va ricordato come storico, politico e zoologo. Nel 1942, poco più che ventenne partecipò, in qualità di volontario di guerra alla seconda guerra mondiale con il grado di sotto ufficiale del Regio Esercito prendendo parte alla campagna dei Balcani. Dopo l’armistizio dell’otto settembre firmato dal maresciallo Badoglio aderì, con slancio ed entusiasmo alla Repubblica Sociale Italiana come ufficiale della 3ª Divisione fanteria di marina “San Marco”. Sopravvissuto alla seconda guerra mondiale, si laureò in Giurisprudenza ed esercitò la professione forense dedicandosi alla attività politica. Fu dirigente dei F.A.R.  Fasci d’azione rivoluzionaria e nel dicembre del 1946 fu tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano,  partito politico per il quale militò fino al 1954, anno in cui fu nominato Arturo Michelini segretario del partito, ritenuto da Rutilio Sermonti troppo aperto con la Democrazia Cristiana e per questo motivo uscì dal partito e condivise con Pino Rauti il progetto politico del Centro Studi Ordine Nuovo, del quale fu membro del comitato direttivo fino al 1968, anno in cui rientrò nel Movimento Sociale insieme a Rauti. Fu tra i primi, a destra, ad interessarsi di tematiche ambientali e nel 1971 fu nominato segretario di Fare Verde, organizzazione ambientalista vicina e parallela al Msi. Nei primi anni 80 è nominato presidente dei Gruppi di Ricerca Ecologica.
Rutilio non aderì ad Alleanza Nazionale rifiutando le tesi liberali e liberisei della svolta di Fiuggi e nel 1995 confluì nel Movimento Sociale Fiamma Tricolore il cui segretario nazionale era l’antico sodale Pino Rauti. Nella fiamma rautiana rimase poco tempo, poco meno di 2 anni. Successivamente partecipò alla fondazione di un nuovo soggetto politico dell’area della destra identitaria e radicale, il Fronte Nazionale guidato dall’ex presidente di Avanguardia Nazionale Adriano Tilgher. Ancora l’anno scorso era stato candidato alle provinciali di Latina   per Forza nuova, movimento nazionalrivoluzionario per cui aveva chiesto sostegno e adesioni.

Rutilio Sermonti fu anche autore di numerosi libri per lo più di carattere storico, dedicandosi inoltre allo studio delle scienze naturali e biologiche. Fu acerrimo nemico delle teorie evoluzionistiche e del darwinismo, ed è considerato tra i maggiori intellettuali della destra italiana.
Nel dicembre del 2014, a 93 anni compiuti, seppur costretto sulla sedia a rotelle da diversi anni, Rutilio Sermonti era indagato per associazione sovversiva, in quanto considerato dagli inquirenti l’ideologo di un fantomatico gruppo neofascista il cui nome è già tutto un programma, Avanguardia Ordinovista, al quale avrebbe dato sostegno ideologico compilando una bozza di documento politico ritenuto uno statuto della Repubblica dell’Italia unita, esplicitamente ispirata all’epoca fascista.
Respinse tutte le accuse lanciategli, sostenendo di non aver mai sentito parlare di tale organizzazione, guidata da un mitomane che contava sul prestigioso nome di Sermonti  per dar visibilità al suo pseudo ordonovismo rivoluzionario da tastiera.
Chiunque nella sua militanza politica abbia conosciuto Rutilio Sermonti ha avuto sempre l’idea di trovarsi di fronte ad un uomo immortale, a una guida autorevole, a un esempio per generazioni di militanti, al padre nobile di migliaia di combattenti.