– di Michele Falcone –
Quella vecchia volpe di Andreotti affermava che “a pensare male si fa peccato ma spesso si indovina.”.
Tanto premesso, allo stato delle risultanze giornalistiche non è possibile ancora capire se le mammolette grilline, farisaiche sentinelle della trasparenza e dell’onestà, abbiano realmente incassato il malloppo da Maduro, un dittatore colpevole di sistematiche violazioni dei diritti umani e responsabile di un regime che ha portato alla fame il popolo venezuelano in nome di un’ortodossia marxista che non esiste più nemmeno a Cuba e in Cina.
Certo qualche sospetto sorge nella vicenda considerata la motivazione della tangente concessa ad un dichiarato movimento anticapitalista e antisistema che sembra l’identikit dei pentastellati e a causa del successivo sorprendente appoggio politico verso il regime di Maduro da parte del M5S unitamente al movimento spagnolo
“Podemos”, unici partiti nell’intero panorama politico europeo con questa anomala posizione.
Ripeto, io non sono in grado di giudicare se quanto riportato dal quotidiano spagnolo ABC risponda a verità, tuttavia nell’ipotesi che fosse vero i nipotini dal vaffanculista Grillo non solo dovrebbero dimettersi in massa ma dovrebbero correre a nascondersi per la vergogna.
Qualche altra dubbia opacità è emersa nella attività di governo di questi inguardabili fautori di onestà e di un nuovo modo di fare politica, principi rapidamente barattati con le peggiori abitudini dei partiti della prima repubblica.
Sempre la vecchia Volpe affermava che “il potere logora chi non ce l’ha”. Forse questa concreta rappresentazione del potere ha ispirato i nipotini del guitto genovese a mettere da parte le idee rivoluzionarie della prima ora e a sostituire ogni utopia precedentemente sbandierata con un miserabile pragmatismo.
Questa è la vera ragione per cui questa banda di scappati da casa non vuole in nessun modo mollare le poltrone, a costo di mostrarsi come la brutta copia dei vecchi democristiani. Perché l’alternativa per questi vincitori della lotteria politica è ritornare ai loro paeselli per bighellonare davanti al bar in attesa di un trovare qualche lavoro.
Già qualche perplessità era sorta per la scomparsa della mafia nelle ultime elezioni politiche in Sicilia che avevano determinato il trionfo dei grillini in tutti i seggi elettorali dell’Isola senza che Travaglio e soci obiettassero alcunché mentre al contrario quando Forza Italia aveva conquistato solo la metà dei seggi avevano gridato alla collusione con la criminalità.
La liberazione dei 400 boss mafiosi e la vicenda della mancata nomina del giudice Di Matteo non contribuiscono certamente ad allontanare i sospetti, adombrati da qualcuno, che si sia trattato di una sorta di contropartita per favori ricevuti.