LA CITTÀ DA RICOSTRUIRE INTORNO ALLO STADIO PINTO

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 –       di Nicolò Antonio Cuscunà      –               

Non hanno “scuorno” né faccia, pur sapendo della diretta sul web della seduta del Consiglio Comunale i partecipanti eletti dal popolo hanno fatto di tutto per screditare loro stessi ed i loro rappresentanti. Distratti, svogliati, presenti ad intermittenza, vocianti…. insomma un caleidoscopio di consiglio comunale da “barzelletta”. (vedere filmato).

Martedì 16 giugno assise del Civico Consesso in palazzo Castropignano, con interrogazioni ripetutamente richieste dalle minoranze, vengono trattate solo alcune importanti ma non “delicate” quale il “BIODIGESTORE”. La scollacciata minoranza (non opposizione) tenta inutilmente d’incunearsi senza riuscirvi, tra le pieghe dell’affare gestione – in proroga- dei RSU. L’assessore -vice sindaco De Michele- ringrazia e dileggia l’interrogante sprovveduto di turno, per i quesiti sollevati, sviluppa la parte formale e lascia la tecnica al preparato dirigente Biondi. Cosa dire: “dilettanti allo sbaraglio”. In attesa del pezzo forte “ABBATTIMENTO e RICOSTRUZIONE dello Stadio di Calcio Alberto Pinto”, si accettano anche le raccomandazioni della consigliera Credentino rispetto alla cura e manutenzione del verde pubblico. Arriva alla trattazione il pezzo epocale, la scrittura della storia della NUOVA CITTÀ, il progetto dei progetti, il top dei progetti di pubblico interesse, la medaglia d’oro che il sindaco Marino ambisce appuntarsi al petto: “l’ABBATTIMENTO E RICOSTRUZIONE DELLO STADIO DI CALCIO ALBERTO PINTO” di viale Medaglie d’Oro. – Per intenderci quello dove gioca la Casertana Calcio, quello rimasto cantiere incompiuto delle UNIVERSIADI. Vergogna delle vergogne e soldi pubblici finiti a male. Attori protagonisti gli assessori De Michele e Pontillo, rispettivamente vice-sindaco e assessore ai Lavori Pubblici. Project Financing presentato da una cordata d’imprenditori con l’obiettivo di dare allo sport casertano lo stadio del terzo millennio. Chiaramente non gratis; la città, cioè il Consiglio comunale, delega e s’impegna ad approvare tutti i passaggi dovuti per rendere il sogno realtà. Cosa chiedono gli imprenditori? Per ripagarsi di 50 milioni di euro -importo presunto di spesa- la gestione per 99 anni dell’intera struttura (come per loculi e cappelle gentilizie cimiteriali). Struttura contenente il campo di calcio più attrattori appetibili d’introiti quali aree commerciali, studi medici, palestre, aeree espositive, varie ed eventuali, col contorno di una ” PROMENADE” (PASSEGGIATA SOPRAELEVATA) come quella abbandonata, diruta e lercia di piazza IV novembre al monumento ai Caduti in tutte le guerre. CHIARO!?!

Tralasciando le osservazioni tecniche, culturali, esistenziali, urbanistiche, morali, storiche, tutti, dicasi tutti i presenti hanno applaudito all’opera spiegando il loro amore allo sport , alla Casertana Calcio ed ai tifosi veri vincitori della scelta.( s’intuisce la pressione dell’imminente campagna elettorale).

Tra i semplici plaudenti interventi si sono ascoltate anche “vive preoccupazioni” rispetto all’impatto che tale attrattore diventerà per la città. Città priva dello strumento principe della programmazione e sviluppo, il PUC – Piano Urbano Comunale- Strumento di cui tutti parlano e scrivono e nessuno sa dire cosa e dove sia finito nascosto, da chi affossato, da chi non voluto, da chi manipolato, da chi VIOLENTATO. Si violentato, violentato da questa delibera d’assunzione di impegni futuri. Impegni definiti della città futura, stadio di calcio concepito alla moderna soluzione all’inglese, esclusivamente dedicato alla religione oppio dei popoli: ” il calcio”. Dalla “nuova struttura” scomparirà l’atletica leggera con i campi da tennis. Impianti da delocalizzare, da ricostruire, non si conoscono tempi, luoghi, modalità e impegno economico, tutto affidato alle promesse del sindaco Carlo Marino: “vedrò e farò”.

Qualcuno ricorda il famoso “buco della 167”, ancora visibile di fianco al sottopasso che consente l’uscita dalla città in direzione Maddaloni. Il fallimento della società, che doveva costruire “centro commerciale” e assetto viario, ci regalò il “fosso” e l’isolamento viario. Isolamento risolto dopo lunghi anni di nulla. La cordata temporanea d’imprese potrebbe rappresentare anche questo pericolo, se non vagliata attentamente nella solidità a solvenza economica. L’errata valutazione lascerebbe Caserta senza calcio, tennis e atletica leggera. Problema non di poco conto e, questo si, porterebbe sindaco Marino, assessori e consiglieri alla STORIA DELLA VERGOGNA NAZIONALE.

Distinti ma non distanti dal progetto, tutti si sono dichiarati commossi e felici della scelta. Tutti si sono dichiarati favorevoli all’impresa, tranne i due astenuti i consiglieri di Speranza -Apperti e Naim-. Oddio, ci sono stati anche quelli che hanno sollevato dubbi e perplessità rispetto alla costruzione della città futura attorno allo stadio, come dire costruiamo prima l’attico poi faremo i piani sottostanti e le fondamenta. Perplessità accantonate con l’abbandono dell’aula al momento del voto (Ventre, Bove) oppure col voto favorevolmente (Ciontoli- Desiderio). Cosa aggiungere: ” ai posteri l’ardua sentenza”, e se il buon giorno si vede dal mattino, il futuro di Caserta con quest’amministrazione non sarà roseo.

1 commento

  1. “Si dice che la politica sia la seconda professione più antica del mondo. Frequentandola, mi sono convinto che
    somiglia molto alla prima”.
    Ronald Reagan

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