– di Edgardo Ursomando –
Secondo l’ONU l’inquinamento da plastica è il più pericoloso, e gli effetti dannosi per l’ambiente sono in grado di causare danni irreversibili al pianeta e di conseguenza alla salute dell’uomo. Oltre 150 milioni di tonnellate si trovano già negli oceani e il numero cresce di 10 milioni l’anno, come se un camion pieno di spazzatura venisse svuotato in mare ogni minuto. C’è talmente tanta plastica che galleggia al largo di tutti e cinque i continenti, da formare una vera e propria isola: la “Great Pacific Garbage Patch”, ovvero la “Grande chiazza di spazzatura del Pacifico” che occupa un’area davvero enorme nell’Oceano Pacifico. Le stime pensano ad una superficie grande quanto Spagna e Portogallo. Ma non bisogna andar molto lontano per avere numeri impressionanti: solo nel Mediterraneo, ogni anno, finiscono 570 mila tonnellate di plastica e se, anche qui, volessimo fare un paragone equivalgono a 33.800 bottigliette di plastica. Anche la densità di inquinamento ha valori sconcertanti: recenti ricerche hanno individuato oltre 60 rifiuti di plastica per ogni chilometro quadro. La stima peggiore di tutte è invece quella per il 2050: si pensa che ci sarà più plastica che pesci negli oceani. (fonte Plasticfree ODV Onlus) Ed è proprio da una spiaggia del Mediterraneo, e precisamente dalla spiaggia che costeggia la foce del fiume Garigliano, e che ricade nei tenimenti del comune di Sessa Aurunca, che il prossimo martedì 16 giugno dalle ore 8:00, i volontari della sezione provinciale dell’ONLUS Plasticfree ODV insieme a tutti coloro che vorranno prendere parte a questa importante iniziativa, procederanno alla raccolta dei rifiuti in plastica che hanno completamente invaso una delle più belle e selvagge spiagge del litorale domizio. A capitanare l’impresa è Renato Venezia, referente provinciale dell’associazione ambientalista, coadiuvato da Pasquale Nobile e da altri attivisti. Ma l’invito è aperto a tutti, per partecipare basta munirsi di un paio di guanti e farsi una passeggiata in spiaggia insieme ai ragazzi di Plasticfree. “Ho l’hobby della pesca e dopo ogni uscita, ho sempre raccolto i miei rifiuti e anche quelli degli altri.” così Renato Venezia racconta perché ha sposato la causa di Plasticfree “Mi veniva spontaneo, chi vive il mare e chi ama la natura, non può rimanere indifferente allo scempio ambientale che quotidianamente l’uomo perpetra. La plastica è indistruttibile, sembra che scompaia ma in realtà si riduce in microparticelle che vengono ingerite dai pesci, magari scambiate per pesce foraggio o plancton. Ormai, il 10% dei pesci ha notevoli quantità di plastica nello stomaco. Plasticfree mi da la possibilità di non rimanere inerme e dare un mio contributo”. L’esempio di Renato e dei suoi amici è da imitare, e Plasticfree va sostenuta in queste sue incursioni a favore dell’ambiente.