INTERVISTA A MICHELE FALCONE: IL VALORE DELL’ETICA IN POLITICA OLTRE LA CAMPAGNA ELETTORALE

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a cura di Jenny Longobardi

Casagiove (CE) – Sullo sfondo di una campagna elettorale che ha già mosso i primi passi per i cittadini del Comune di Casagiove, incontriamo il professore Michele Falcone, voce autorevole del territorio casertano, per un dialogo in merito ai confini della condotta politica e al valore dell’etica in politica, visto che a breve saremo chiamati al voto. 

Con lo sguardo rivolto al passato secondo lei l’azione politica è sottoponibile al giudizio morale?

Io sono molto duro nella mia discussione afferente agli avvicendamenti politici e alla disamina della figura dell’uomo politico attuale e quello che penso è frutto della mia esperienza politica sia in ambito provinciale, in cui sono stato presente per due legislature, che comunale. Molti sanno che in qualità di consigliere comunale scelsi di abbandonare gli scranni del Comune di Caserta dopo soli quattro mesi ritenendo gli assetti eticamente improduttivi per il doppio cumulo di cariche e, dunque, eticamente entropici. Questo è in sintesi il mio curriculum vitae che mi consente di affermare che l’Italia naviga in una dilagante immoralità giunta oggi a travolgere le fondamenta su cui si erige uno Stato: Scuola, Sanità, Giustizia. Questa ventata di immoralità possiamo ben dire che si riflette inevitabilmente in diversi ambiti.

A cosa fa riferimento in particolare?

Mi riferisco a tutti gli apparti istituzionali, in particolare ai Comuni, alle Province e alle Regioni.

Il problema dei rapporti tra etica e politica è un tema importante, eppure si ha come l’impressione che nel quadro nazionale il senso comune si sia assuefatto all’idea che l’uomo politico possa comportarsi in modo difforme dalla morale comune. Lei che giudizio ha in merito?

Guardando gli anni che ho alle spalle oggi vedo che l’Italia naviga nel mare magnum di una delinquenza senza pari. Una delinquenza entrata oramai anche attraverso le porte di ingresso dei palazzi del potere e a rimetterci sicuramente è il popolo che subisce inerme le mortificazioni e le sopraffazioni di una classe politica arrivista, ladra e incantatrice di popolo con slogan ed idee di bassa propaganda politica che vanno ad addomesticare le coscienze delle persone, ossia dell’elettorato.

Se solo pensiamo al nostro piccolo territorio come un campione della condizione generale nazionale, vediamo che a Casagiove esiste una fetta di popolazione a cui mancano i beni primari esistenziali. Il nostro paese è abitato da interi nuclei familiari che non arrivano al fine mese o che non ricevono i sussidi adeguati per assicurarsi la sopravvivenza. Dopo il periodo di stasi generale dettata dalla pandemia adesso risuona ancora più urgente il richiamo di questa povera gente; e mi viene da pensare che non è possibile per la politica agire girandosi dall’altra parte come ha fatto nel recente passato in cui si pensava ad organizzare improvvisate manifestazioni di piazza, invece di soccorrere con quei soldi chi manifestava nella propria disperazione il bisogno di vivere, soprattutto dei figli. Viviamo in emergenza e la politica deve dare risposte certe alla gente.

Se si inizia ad intraprendere un discorso in cui mi assicurano che l’opera politica è uno strumento per conferire benessere alla gente, soprattutto ai più poveri, allora posso ben dire che ci sono i presupposti per affidare il mio voto. 

Le sue considerazioni cadono in un momento in cui ci si avvicina al voto sia per la Regione Campania che per il Comune di Casagiove.

Ne sono consapevole e ritengo necessario consigliare agli elettori di non essere superficiali e riduttivi nella scelta tra i candidati. Bisogna prima conoscerli bene andando oltre l’ingenua apparenza. 

Ho visto tante cose nel tunnel della politica che mi hanno portato a maturare un profondo odio, nel vero senso della parola, nei confronti dei ladri e degli affamatori di popolo e non ammetto il loro perdono. Per cui se ci sarà in questa competizione comunale qualche personaggio di tal genere o qualcuno che magari ha sottratto a discapito della povera gente o che, invece di produrre, ha generato un debito che grava sul popolo questo sarà il mio acerrimo nemico.

Secondo la sua opinione, considerando gli esiti dell’ultima amministrazione, come dovrebbe essere un Sindaco e un candidato alla carica di Sindaco?

Sarò diretto se me lo consente. Il Sindaco non può terminare un suo incontro col dire che in quella strada c’è un fosso o col dire che quella piazzetta non è all’altezza del compito… Il Sindaco, come ho detto più volte, deve essere un politico ad alto livello. Deve essere capace di programmare le linee guida del futuro oltre il suo mandato per assicurare sviluppo al territorio e non solo intervenire sulle contingenze. Un Sindaco deve essere pronto a recepire le istanze dei cittadini, tutti i cittadini, e non sottrarsi ai colloqui e al confronto con la pubblica opinione. Oltretutto deve essere in grado di divulgare la conoscenza del patrimonio comunale.

Casagiove è per l’opinione collettiva un paese da rialzare sotto diversi aspetti. Secondo la sua analisi la crisi casagiovese quando è iniziata?

Senza andare troppo a ritroso posso dire che abbiamo avuto o forse subìto principalmente due momenti cruciali. Una disamministrazione di Elpidio Russo e quella imperante di Roberto Corsale, che saranno certamente anche delle brave persone, ma che politicamente non si sono distinti per meriti e non hanno saputo conferire uno status di crescita al paese. Letteralmente non hanno funzionato!

Basandoci sui dati certi del momento è chiaro che si sta entrando nel vivo di una campagna elettorale nel Comune di Casagiove senza precedenti, in cui la vecchia scuola politica è in un faccia a faccia diretto con una nuova classe generazionale, per lo più uscente in parte vittoriosa dalle votazioni del 2016. E per ora non si è materializzata ancora l’idea di una terza forza politica che possa scendere in campo…magari per evitare una dispersione dei voti.

Si, so che si presenterà come candidato sindaco il professore Giuseppe Vozza, che dopo tanti anni ha deciso di rimettersi in campo e mi fa piacere. Dall’altro lato c’è il candidato sindaco il dottore Danilo D’Angelo che ha già un suo entourage, composto da persone valide. A mio modesto parere quest’ultimo essendo calato sulla scena politica del paese da qualche anno sicuramente gode di un notevole vantaggio.

Dopo un periodo di incertezza amministrativa fatto di ribaltoni, rimpasti, scissioni e un commissariamento prefettizio cosa si aspetta da una lista politica e dai nuovi candidati?

In generale sarebbe il caso di proporre persone portatrici di politica e non di voti, perché “fare politica” è ben altra cosa. Il candidato già nella fase della presentazione di piazza deve avere l’abilità di saper esporre chiaramente il suo pensiero e il suo programma, che deve avere un’importanza soprattutto sotto il profilo culturale e socio-politico.

Ma mettendo da parte le logiche dei programmi e la varietà degli argomenti addotti, io credo che per recuperare il valore originario della politica si deve necessariamente viaggiare sui binari dell’etica e della morale, altrimenti la macchina governativa snaturata di ogni sua peculiarità non è politica ma Affarismo. A me non interessa la politica delle false illusioni, ma raggiungere la consapevolezza comune che un sindaco deve avere doti di statista per azionare il sistema di condotta comunale. Se chi si propone non ha ben chiaro le doti che sono attinenti alla carica, allora dubito che si possano attivare modelli di cambiamento a Casagiove, come in Provincia o in Regione. 

Oltretutto va da sé che il candidato alla carica di sindaco non deve avere scheletri nell’armadio! E se mi permetto di poter parlare così è perché durante la mia vita di uomo politico e di rappresentante del volere popolare non ho mai avuto nulla da nascondere. Peccherò di presunzione, forse, ma almeno sono certo di poter rivolgere il mio dito indice contro una certa gentaglia…che col tempo vi paleserò attraverso i fatti. 

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