– di Costantino Beltrami –
Il 13 Marzo 2017, è stato pubblicato l’esito della gara sulla Gazzetta Ufficiale, aggiudicata con il criterio dell’offerta più vantaggiosa con un ribasso di oltre il 65% alla Marsal Restauri srl di Napoli, per i lavori di restauro monumentale dell’Emiciclo ex Caserma Pollio. Ricordiamo che si tratta di un progetto esecutivo di 16.000.000 di euro! Circa un mese dopo, dalla senatrice Moronese del M5S (quando dicevano di stare con i cittadini) furono presentati due esposti: uno all’Anac ed uno alla Corte dei Conti della Campania per l’anomalo ribasso. A dire dell’Anac era tutto regolare, mentre non sappiano che esito abbia avuto la denuncia al tribunale contabile. Sappiamo però che la dottoressa Rossella Bocci , magistrato istruttore della Corte dei Conti di Napoli ha mosso un lungo elenco di rilievi ai lavori in oggetto, tanto che il 30 marzo 2018 il direttore dei lavori arch. Gennaro Leva scrive che “i lavori, ad oggi, dopo un lento inizio dovuto a problematiche di ordine amministrativo che hanno comportato un ritardo sul cronoprogramma dei lavori di circa 6 mesi, sono in pieno svolgimento e in data 28.02.2018 è stato emesso il SAL n.1 per l’importo lordo di Euro 1.533.108,12”. Lo stesso architetto Leva in una nota del 26 aprile 2018, scrive che “in data 04 maggio 2017 è stato redatto il verbale di consegna dei lavori che, in ottemperanza dell’art.10 del contratto di appalto, prevede il tempo utile per dare compiuti i lavori in giorni 730 naturali e consecutivi, cosicché l’ultimazione dei lavori dovrà avvenire entro il 4 maggio 2019”! Fate un giro da quelle parti e tutti potrete constatare che i lavori non sono stati fatti e che il cantiere è fermo e non è dato sapere quando riaprirà. Inoltre il magistrato contabile nei suoi rilievi reclama una cospicua documentazione mancante relativa alla gara d’appalto, al contratto, ai lavori in questione e alle ragioni per cui tra pubblicazione gara (2015) e sottoscrizione contratto (2017) sia trascorso tanto tempo. Inoltre sono richiesti gli atti relativi alla convenzione n.7154 del 28-07-2011. Di cosa si tratta? Si tratta della convenzione stipulata tra Demanio, proprietario dell’immobile e ministero dei Beni culturali che fu oggetto di una denuncia del Comitato Pro Archivio consegnata nelle mani del Ministro Franceschini in cui si legge tra le altre cose a proposito dei lavori Emiciclo “ 1) “…la realizzazione – dei lavori (n.d.r.) – dei primi tre lotti… “sui sette previsti da un progetto del Provveditorato OO.PP. per ristrutturare l’Emiciclo ex Caserma Pollio, o Esedra Vanvitelliana, (individuata come sede dell’Archivio) ma che invece, anche se al 2009, sono stati spesi quasi 6.000.000,00€, stando ad una ispezione demaniale del 2010 (prot. n. 2010/5608/FCAM/PA del 14/04/2010) stesso l’ispettore non ha potuto fare altro che valutare “…il pessimo stato di manutenzione e conservazione…esclusivamente dall’esterno…” della ex Caserma, perché, scrive e ribadisce per due volte, “…non è stato possibile accedere all’interno del fabbricato…”. Altro che tre lotti realizzati”. Dunque dal 1995 quando iniziarono i primi lavori fino al l.2011 c’è stato un fiume di denaro incontrollato che non si sa come sia stato speso e che lungi dal sistemare le cose, il Ministero attraverso il PPOO continua a sperperare soldi senza che i lavori procedano. Ribadiamo che l’Emiciclo è di proprietà del Demanio che lo cede in convenzione al Mibact che a sua volta definisce per l’immobile la funzione di Archivio di Stato di Caserta. E’ chiaro a tutti che tale decisione è solo un pretesto per continuare a sperperare denaro, non certo per dare una soluzione all’Archivio di Stato che muore nella morsa micidiale del sistema di corruzione di cui è afflitta gran parte della P.A.. Intanto passano gli anni, per la sede di Via Bersaglieri, continuiamo a pagare dal 1972 i canonici 200.000 euro annui, altro che risparmi, spending review e amenità varie. La sala studio in Reggia negli spazi ex aereonautica è chiusa, sebbene assegnata dal 2016 e nonostante lavori per 500.000 euro ultimati da circa 2 anni. Abbiamo capito che per il Mibact l’Archivio di Stato è un buon affare, vuoi che al Governo ci sia il centro sinistra, vuoi che ci sia il centro destra. Poco importa: il sistema è oleato e se bruciamo milioni di euro, tanti ma proprio tanti, se distruggiamo la nostra storia, se Caserta è sempre più marginale, poco importa. Al politico casertano interessa un incarico per un tecnico, un appalto per una impresa, una ditta da favorire, ma di costruire un futuro non interessa a nessuno.