MONDRAGONE – Comunicato stampa dell’Associazione Mondragone Bene Comune: “Quando è stato già superato da un po’ il giro di boa e si è al terzo anno di amministrazione non si può più girare la testa indietro e andare ancora alla ricerca di passate responsabilità. Bisogna iniziare a fare i primi consuntivi del proprio operato, che nel caso di Pacifico-Zannini appaiono disastrosi. “Zero tituli” su tutti i fronti. L’ultimo riaccertamento approvato d’ufficio considera -come al solito- residui attivi per € 96.546.892,16 e residui passivi per € 50.287.955,31 al 31/12/2019. Ma de che? Ma chi ci crede? Stiamo parlando di “numeri al lotto” dei soliti “speziali”, di residui attivi molto sovrastimati che non si incasseranno mai (anche a causa dell’assenza di una vera strategia di lotta all’evasione) e di residui passivi sottostimati alla grande, destinati a lievitare con i debiti fuori bilancio che immancabilmente spunteranno come funghi. La scelta fatta nel 2017 di non nominare un assessore al bilancio rappresenta un unicum in Italia per comuni al di sopra dei 20mila abitanti ed è la cifra emblematica del degrado del costume politico locale. ‘A pazziella ‘n man’ ‘e criature. Una scelta scellerata che ha lasciato la responsabilità politica relativa ai tributi sulle spalle del sindaco e, quindi, presumibilmente di nessuno. Sia perché il sindaco non è avvezzo a queste materie, sia perché ha dato fino ad ora ampia dimostrazione di non “essere mai sul pezzo”. Sono passati 3 anni da quando ti sei insediato, Sindaco Pacifico, ci puoi dire cosa hai fatto in tutto questo tempo per combattere l’evasione e l’elusione e per migliorare l’Ufficio tributi comunali? Un ufficio sottodimensionato (siamo ancora a qualche unità operativa “raccattata” in giro) e lasciato alla buona volontà di pochi dipendenti, i quali non di rado si trovano costretti a fare i conti con l’assenza di senso civico non solo di incalliti elusori ed evasori ma anche di “politicanti”. E a volte- doloroso a dirsi– i primi e i secondi addirittura coincidono. Un ufficio che in questa fase è sovraccarico di competenze. In un solo anno si sono susseguite una serie di importanti novità che hanno dato il via ad una vera e propria rivoluzione del mondo dei tributi locali, ultimamente interessato anche dalle varie disposizioni emergenziali. La Legge di bilancio 2020 ha mandato in pensione l’Imposta unica comunale –IUC prevedendo l’eliminazione della TASI e la sua incorporazione all’interno della Nuova IMU. La nuova imposta ha introdotto una serie di novità molto spesso problematiche, quali- tra le tante– la valorizzazione delle aree edificabili e dei fabbricati collabenti o la corretta applicazione di agevolazioni ed esenzioni. Entro il 31 luglio si dovranno approvare nuove aliquote e un nuovo regolamento, recependo tutte le novità introdotte. Ma le novità non si fermano qui. Il 2020 infatti è il primo anno in cui i comuni, nella predisposizione del Piano Economico Finanziario TARI, si devono attenere a quanto previsto dal nuovo “Metodo tariffario per il servizio integrato di gestione dei rifiuti 2018-2021” (MTR) rilasciato da Arera in allegato alla sua delibera 443 del 31 ottobre 2019. Il nuovo metodo prevede l’elaborazione del piano economico finanziario 2020 sulla base di una riclassificazione dei costi sostenuti nell’anno 2018, impostando una stretta coerenza tra il costo e la qualità del servizio e stabilendo limiti alle tariffe allo scopo di garantire trasparenza e omogeneità su tutto il territorio nazionale. Dovrebbe essere in elaborazione, quindi, la predisposizione del PEF, la cui approvazione è prevista entro il 31 luglio, con un lavoro di riclassificazione e di ricalcolo di tutti i costi sostenuti per la gestione del servizio a partire dall’anno 2017. E, infine, dovrebbe essere in corso la valutazione dell’impatto del “Decreto Rilancio” sul tutta la fiscalità locale (IMU, TARI, TOSAP e COSAP). Ma, Pacifico, di tutto ciò cosa sa? Si ha la sensazione che sia il sindaco che il suo mentore ignorino ciò che si dovrebbe fare sul “fronte tributi” (e non solo). E infatti in 3 anni di Amministrazione Pacifico l’elusione e l’evasione si sono aggravate, portando le finanze locali definitivamente nel baratro. Iniziano drammaticamente a definirsi i contorni del totale fallimento di Pacifico e, soprattutto, di Giovanni Zannini, che di tutto ciò resta l’indiscusso “maestro concertatore””.