QUANDO LO SPORT ERA CORAGGIO INDIVIDUALE

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     –         di Michele Falcone        –                           

SPORT QUANDO LO SPORT ERA CORAGGIO INDIVIDUALEUna storia che molti giovani sicuramente non conoscono: è il 17 ottobre del 1968, esattamente 48 anni fa. Alle Olimpiadi di Città del Messico, dopo la spettacolare finale dei 200 metri culminata con il nuovo primato del mondo, si svolgono le premiazioni. Sul gradino più alto del podio l’afroamericano Tommie Smith, a seguire l’australiano Peter Norman e terzo un altro afroamericano John Carlos. Era l’epoca dell’apartheid (pochi mesi prima l’omicidio di Martin Luther King) e i due vincitori neri, in segno di protesta contro le discriminazioni razziali negli USA, sul podio, davanti al mondo intero, scalzi, alzano al cielo una mano guantata di nero e chinano la testa appena partono le note dell’inno americano. Anche l’australiano aderisce alla protesta ma si limita a mostrare sul petto il distintivo del progetto per i diritti umani. Quei due ragazzi neri sapevano perfettamente quanto sarebbe costato loro quel gesto. Espulsi dalla squadra olimpica, bollati al ritorno in patria come “traditori e comunisti’, hanno atteso in stato di povertà circa trent’anni la giusta riabilitazione. Erano due ragazzi poveri che con la vittoria olimpica avrebbero potuto avere accesso ad una vita agiata: rinunciarono coscientemente ad essa per esprimere in modo non violento e davanti al mondo intero il diritto dei neri all’uguaglianza. Ancora più singolare il destino dell”australiano: anche a lui il gesto di protesta, pur così contenuto, costò carissimo in un’Australia a quell’epoca profondamente razzista. Boicottato al ritorno in patria, gli fu impedito di partecipare ai giochi di Monaco del 1972 e visse emarginato ed ignorato dal mondo sportivo. Morì nel 2006 e Smith e Carlos portarono a spalla la sua bara.

Questa è una storia vera: ed è una storia dove lo sport incrocia la sua strada con la politica, con le battaglie di civiltà, con il coraggio individuale e, in conclusione, con il concetto di “moralità” nel senso più elevato di questo termine. Osservando quanto accade nello sport di oggi, dal doping alle partite truccate, dal giro di soldi agli isterismi di Balotelli e Company, quanta nostalgia “per lo sport che fu” riguardando questa foto…….