– di Fausto Pillitteri –
Anche nel Partito Socialista Italiano volano gli stracci, ancora una volta la pietra dello scandalo è il consigliere comunale casertano Gianluca Iannucci, già al centro delle polemiche in merito alla questione Biodigestore, dove non ha fatto mistero di appoggiare la linea del primo cittadino. Questa volta il contendere della diatriba è la mancata considerazione da parte del Governo Conte rispetto al settore imprenditoriale dedicato al gioco legale, le sale scommesse per intenderci, un comparto sempre al centro di discussioni visto il dilagare dello scottante fenomeno della ludopatia. Sull’argomento è intervenuto il dirigente nazionale del PSI Francesco Brancaccio, vero animatore del partito casertano, che ci ha tenuto a rimarcare l’avversione atavica che i socialisti hanno sempre avuto nei confronti del gioco e delle scommesse, ricordando anche le battaglie che il partito ha portato avanti per combattere quel mostro sociale chiamato ludopatia, inoltre, sempre Brancaccio, non ha esitato a dare un ultima stoccata al consigliere comunale del capoluogo, invitandolo a non utilizzare il partito per dirimere o tutelare questioni lavorative, che oltretutto vanno contro i principi politici ed etici del pensiero socialista. Al fine di chiarire l’intervento di Brancaccio, dobbiamo evidenziare che Iannucci è socio e proprietario di centri scommesse, attività assolutamente lecite ma che cozzano contro i dettami di una specifica coscienza politica. Immaginiamo che il consigliere comunale stia patendo sicuramente dei dolorosi tormenti interiori per conciliare la gestione delle sue attività con il suo percorso politico, anche perché questo si è sempre professato come un socialista purosangue, ostentando libri ed effigi di Bettino Craxi sui social, ma è evidente che adesso si trovi, paradossalmente, nella condizione simile a quella di un attivista del WWF, che per campare deve fare il cacciatore di frodo. Non vorremmo essere nei suoi panni.