UN ADDIO AL M5S DI UN GIORNALISTA…PER RIFLETTERE

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Michele Falcone propone l’articolo pubblicato ad aprile del 2018 dal giornalista Gabriele Sannino con cui spiegava i motivi che lo avevano avvicinato e poi allontanato dal M5S.

“Mi sono iscritto a questo Movimento nel 2011, quando ancora nessuno lo conosceva.
Di Grillo ho apprezzato tutti i contenuti sparsi qua e là nei vari vaffa-day: a differenza di molti miei colleghi giornalisti, infatti, non mi sono mai soffermato sulle cosiddette “parolacce”.

Nel 2012, uno dei miei libri – I segreti del debito pubblico, un libro che parla di signoraggio e moneta-debito – è apparso perfino sul blog, e per ben due volte, inorgogliendomi non poco.

Poi, nel 2013, la magnifica campagna elettorale fatta da Grillo, lo Tsunami Tour, che ha fatto uscire milioni di italiani dalle loro case, dimentichi per una sera della solita propaganda televisiva.

Me lo ricordo bene quel giro d’Italia: Beppe tuonava contro l’Euro, l’Europa delle banche, il liberismo economico, la Nato guerrafondaia, la casta e i suoi privilegi.
La chiusura trionfale del Tour avveniva a Piazza San Giovanni a Roma, e mostrava un Grillo passionale, sicuro, un vero e proprio guerriero, mentre dietro di lui un gruppo di giovani (i futuri parlamentari) restavano muti e adoranti.

Il Movimento 5 stelle, nel 2013, entrava ufficialmente in Parlamento: per gli altri partiti – ovviamente – erano sbarcati “gli alieni”, quelli da evitare come la peste, perché – una volta tanto – rappresentavano per davvero la volontà popolare.
Dal 2013 al 2017, i grillini hanno fatto un’opposizione politica considerevole, propria di chi intende accreditarsi… per governare: la raccolta firme per il “fuori dall’Euro”, le manifestazioni contro la casta e i suoi privilegi, perfino scioperi a oltranza contro i vari provvedimenti a favore di banche e lobby finanziarie, il tutto bilanciato da tante proposte di legge a cui io ho stesso ho partecipato votando sulla piattaforma Rousseau.

Oggi, nel 2018, e con molto rammarico, devo ammettere che il Movimento 5 Stelle è cambiato.
Profondamente cambiato.
Grillo non c’è più: ha creato un sito che porta il suo nome ed è perfino scollegato da quello del movimento, che invece si chiama “blog delle stelle”.
Anche Gianroberto Casaleggio non c’è più: purtroppo, lui è passato a un’altra dimensione.

luigi di maio UN ADDIO AL M5S DI UN GIORNALISTA...PER RIFLETTEREAl posto dei due leader, c’è un ragazzo napoletano, Luigi Di Maio, che dal 2013 al 2018 è divenuto prima vice presidente della Camera e poi capo del movimento.
Di Maio ha iniziato la sua campagna elettorale ripartendo proprio dai temi cari ai fondatori, tuonando contro l’Euro (su YouTube si possono trovare dei suoi video dove afferma che il sud Italia morirà definitivamente con questa moneta) ma non solo, contro l’Europa delle banche, la casta, la Nato e via dicendo.
Il punto è che questo giovane ragazzo, con la sua pacatezza e tranquillità, è arrivato, pian piano, intervista dopo intervista, ad affermare il contrario di tutto, mentre la “base” era e resta tuttora sconcertata e incredula, pensando – magari – a una specie di “strategia”.

A questo punto mi chiedo: com’è possibile parlare di strategia?
Se un giorno affermassi che il mondo è rotondo, poi il giorno dopo che è quadrato e poi ancora quello successivo ritornassi a dichiarare che è rotondo, voi mi dareste fiducia?
Luigi Di Maio – questo è un fatto – ha iniziato ad ammorbidire le sue posizioni (fino a cambiarle) man mano che si “accreditava” nei vari consessi europei e internazionali: è volato a Londra ad assicurare gli investitori stranieri, a Washington, il covo della finanza internazionale, e ha perfino affermato, quando ha incontrato il Presidente francese Macron (uomo, anzi galoppino dei Rothschild) che “le loro politiche hanno molti punti in comune”.

“Ma che, davvero?” Si dice a Roma.
Gli elettori 5 stelle, ancora adesso, si concentrano molto sul fattore onestà.
Ebbene, ancora una volta sono qui a chiedermi: è onesto cambiare idea in questo modo su tutto? E’ onesto concentrarsi solo sul taglio degli stipendi dei parlamentari, su un presidente della Camera che prende l’autobus anziché l’auto blu, o su un reddito di cittadinanza che – senza sovranità monetaria – sarà un’altra montagna che partorisce un topolino?

Gli elettori 5 stelle devono sapere che i tagli agli sprechi sono il gioco preferito dei banchieri: essi, infatti, a fronte di denaro che prestano agli stati dal nulla, riescono a distruggere tutti i servizi pubblici – i nostri beni comuni – tant’è vero che oggi si chiudono ospedali, scuole, asili, uffici amministrativi, perfino presidi militari.
Ebbene i 5 stelle, con le loro manovre di taglio e cucito, non faranno altro che continuare questo gioco al massacro: è onestà tutto questo?
Ecco perché, in questo momento storico, mi è davvero difficile comprendere il motivo dell’attuale impasse politica.

Non capisco perché i 5 stelle – a questo punto – non facciano un governo con chiunque sia disponibile: Berlusconi, così come il PD, è europeista ed eurista, insomma tutti i partiti – Lega compresa, visto con chi si è alleata – sono tutti sottomessi al potere finanziario.
Sono tutti a favore dello status-quo, è questa la verità ultima.
Del resto, se ci pensate bene, sono i banchieri che pagano gli stipendi ai nostri politici…
A questo punto, un governo Berlusconi-5 stelle sarebbe perfino meno orribile di uno fatto col Partito Democratico… ed Emma Bonino, donna per antonomasia sia di Georges Soros che dei Rothschild.

Ecco perché, caro Movimento 5 stelle, ti dico ufficialmente addio.
Lo faccio a malincuore, ma non posso fare diversamente, vista la tua “evoluzione”.
Sono fatto così: a me i furbastri non sono mai piaciuti.
L’onestà – quella vera – si misura sempre, a mio avviso e prima di ogni cosa, proprio con una bella dose di coerenza”.