di Jenny Longobardi
“Sono contenta di esprimerle la mia gratitudine e dirle che la sua presenza mi trasmette aneliti di pace e di giustizia, insieme a frammenti di memoria e semi di speranza per fecondare questa nostra amata terra, affinché non sia mai più offesa dalla guerra”.
Parole audaci di un messaggio sincero rivolto all’ex ambasciatrice tedesca in Italia, Susan Mariane Wasum-Rainer, che Graziella Di Gasparro ha espresso a conclusione della realizzazione di una notevole operazione documentaria come portavoce di quanti, come lei, sono stati testimoni da bambini della ferocia messa in atto dalle forze tedesche del Terzo Reich nei territori casertani, dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943. Rompendo il muro degli specialismi con episodi emblematici avvenuti nell’arco di pochi mesi, l’opera del regista casertano Luca Gianfrancesco, ‘Terra bruciata – Il laboratorio della ferocia nazista’ torna oggi a far parlare di sé in occasione del 75esimo anniversario dalla fine della Seconda guerra mondiale. Dopo il suo esordio, circa due anni fa, il film documentario portato all’apice da un successo inaspettato, sia di pubblico che di critica, anche nell’ambito di diversi festival italiani e internazionali, arriva ora nelle librerie ed è disponibile sui principali siti di vendite online nella versione in dvd realizzata da Mediacontents Production e distribuito da Istituto Luce Cinecittà, che ha fornito preziosi contenuti estrapolati dal suo grande archivio storico. Con questo nuovo traguardo raggiunto, Terra bruciata si conferma un tentativo riuscito di districarsi tra le pieghe delle pagine di storia gettando una nuova luce sulla resistenza nell’Italia meridionale e sugli eccidi, i rastrellamenti e le repressioni avvenute nei piccoli paesi di comunità come Conca della Campania, San Pietro Infine, Riardo, Caiazzo e Bellona durante quell’inverno annunciato del 1943.
Anche nella versione home video, “Terra bruciata” si rivela a tutti gli effetti come un docu-film accattivante e carico di pathos, che attraverso una condotta narrativa basata su tre linee (fiction, interviste, materiale d’archivio Luce) riapre un capitolo di storia e di storie di vita rimasto chiuso per troppo tempo. Tra i testimoni la portavoce assoluta di questo progetto cinematografico è la signora Graziella, che non si è mai arresa nel voler ricercare ad ogni costo le motivazioni sulla morte ingiustificata di suo padre avvenuta quella mattina del 1novembre 1943 nei boschi di Conca della Campania: “Se avessi saputo che sarebbe stata l’ultima volta che vedevo mio padre mi sarei aggrappata al suo collo”. La sua forza d’animo, sommata ai ricordi incancellabili di altri testimoni come Corrado Zenga, e ai respiri spezzati da un pianto silenzioso durante i giorni di carestia e sofferenza, ha rappresentato il fil rouge che ha permesso di iniziare a ricostruire le vicende ponendosi una grande domanda: cosa è successo in quei luoghi prima che i tedeschi arrivassero poi a Cassino? Onore al merito va ad un cast di grandi doti interpretative e di notevole coinvolgimento, composto da Mino Sferra, Lucianna De Falco, Antonio Pennarella, Enzo Fiore, Antonello Cossia, Arturo Sepe e Paola Lavini, a cui va sommato il contributo imprescindibile di importanti storici come Giuseppe Angelone, Gianni Cerchia, Felicio Corvese e dello storico militare Michele Palma. Tutti legati dalla necessità di dover colmare quei vuoti storici che ci siamo lasciati alle spalle. Il regista Luca Gianfrancesco chiarisce che durante le fasi di elaborazione del materiale raccolto, la strage avvenuta nel borgo di Conca della Campania è stata il paradigma per comprendere la procedura attivata dai tedeschi durante la repressione americana, certificando in assoluto l’avvio di una fase di resistenza viva del Sud, talvolta fatta da piccoli eserciti silenti, come nel caso esemplare di Tora e Piccilli in cui gli abitanti riuscirono ad evitare la deportazione di una piccola comunità di ebrei, circa 50, trasgredendo ogni ordine di insubordinazione e facendo scomparire ogni traccia della loro origine. Una resistenza messa in atto quando è venuta fuori tutta la ferocia nazista, dinanzi a quelli che Hitler definì dei traditori, e che inserisce pieno titolo il Meridione d’Italia tra i protagonisti del sanguinoso processo di Liberazione dell’Italia. Il risultato di questa produzione indipendente siglata Mediacontents è un’onda emotiva che si trasforma in una motivazione imperante nell’andare avanti nella ricerca storiografica. Non mancano gli extra particolarmente ricchi che includono un’ampia photogallery, scene inedite per la fiction e sette nuove testimonianze dei superstiti, che approfondiscono alcuni temi trattati nel film e che aprono nuovi spunti di riflessione per permettere allo spettatore di comprendere a pieno la drammaticità delle vicende che travolsero il territorio dell’alto casertano nell’autunno del 1943. Un cofanetto inedito che oltre al film include un booklet con la lucida e documentata analisi dello storico e scrittore Giovanni Cerchia.
