– di Giulia Bosco – È di appena 4 giorni fa la notizia della morte del signor Roberto Sorrentino, ospite della casa alloggio DueEmme della famiglia Schiavone a Sessa Aurunca, sopravvenuta per soffocamento mentre il poveretto stava consumando la sua cena a base di pizza.
Oggi arriva la notizia che la famiglia della vittima ha denunciato la struttura sessana per la mancata vigilanza sul proprio congiunto, il quale affetto da gravi disturbi psichici, aveva bisogno di assistenza costante e a vista.
Il quarantacinquenne, originario della provincia di Napoli, infatti era alloggiato presso la struttura DueEmme della famiglia Schiavone, proprio a causa della sua patologia psichiatrica molto rilevante e di conseguenza invalidante che lo rendeva inadatto ad una normale vita in famiglia, necessitando di cure specifiche e controllo a vista.
Circostanza che è stata di certo disattesa, visto che la vittima stava consumando un pasto, nello specifico della pizza, probabilmente giunto dall’esterno, in completa solitudine; la presenza di personale sanitario sul posto, nell’immediatezza dell’evento, e con una specifica preparazione sanitaria di primo intervento avrebbe potuto evitare il tragico epilogo magari praticando la ben nota manovra di Heimlich, utile proprio per disostruire le vie respiratorie in caso di soffocamento da cibo.
Per utilizzare le parole di Michele Schiavone, tratte da un audio registrato da un suo dipendente qualche anno fa: “il guaio lo hanno passato”!
Mai predizione fu più veritiera, infatti nel corso di quella chiacchierata che Michele Schiavone ebbe con un gruppo di suoi dipendenti, secondo noi che l’abbiamo ascoltata bel oltre il limite della vessazione e dello stalking lavorativo, lo Schiavone si lamentava del fatto che il proprio personale dormisse nei turni di notte disattendendo ai propri doveri di sorveglianza e di assistenza verso gli ospiti delle strutture di sua proprietà a quella riunione “cazziatoria” partecipò anche l’allora direttore sanitario della struttura, il dott. Giuseppe Forte, poi malamente licenziato dallo stesso Schiavone.
Schiavone, tra le altre cose, rinfacciava ai suoi collaboratori varie mancanze, dal far mangiare primo e secondo nello stessi piatto, fino al fatto di dormire durante il turno; e a questo proposito, spiegava di aver assoldato dei lavoratori – tali Ibra e Marcus – che oltre a garantire la sicurezza nella struttura avevano il compito di controllare i dipendenti, fotografarli all’occorrenza e riportare il tutto alla sua persona, testualmente disse: “Ibra e gli altri io li pago anche per controllare a voi se fate il vostro dovere…loro sanno che se non comunicano con me quello che combinate voi, perdono il posto…voi dite la privacy, la privacy ve la andate a fare a casa vostra a casa mia la privacy la comando io, Ibra e Marcus sono i miei occhi…Chi non vuole lavorare alle mie condizioni se ne può anche andare così io rinfresco un poco perché la scopa nuova scopa meglio”!
La perla però arrivo qualche minuto dopo, quando Schiavone manifestò la propria mission aziendale con i propri collaboratori, che diciamo così, non è del tutto da missionario comboniano: “Noi abbiamo malati agitati che creano problemi…proprio queste patologie assicurano lo stipendio a voi”!
Dopo poco arrivò la predizione, Michele Schiavone, rivolgendosi ai dipendenti, esclama: “se a qualcuno gli va storto qualcosa mentre mangia è perché avete lasciato della roba a tavola senza levarla da mezzo…vi ricordate quello che successe?” (riferendosi ad un altro incidente occorso poco tempo prima – NDR)
E a dire il vero di incidenti strani, ma al contempo gravi, presso la struttura di Schiavone ce ne sono stati diversi, i più eclatanti sono stati la fuga di un paziente mai più ritrovato e classificato come scomparso, e pochi mesi fa la strana caduta dalle scale di emergenza di un paziente che fu ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Caserta e del quale non si sono più avute notizie.
Come non ricordare poi, l’offerta di posti letto per i pazienti del San Rocco di Sessa in piena emergenza Covid-19, che sulla scorta di ciò che è successo nelle RSA Lombarde sarebbe stato come mettere la volpe nel pollaio; circostanza che fortunatamente non si è tramutata in realtà.
Tutti questi eventi hanno portato al tragico evento luttuoso di qualche giorno fa che ha visto giungere la morte per il povero Sorrentino; evento per cui la famiglia ha sporto una denuncia per abbandono di incapace e mancata assistenza, chiedendo alla magistratura di fare chiarezza sui fatti.
Insomma, un po’ di chiarezza davvero non guasterebbe nella gestione di questa struttura, convenzionata con il sistema sanitario regionale, che vive con i soldi dei contribuenti.