– di Nicolò Antonio Cuscunà – Non è il primo né sarà l’ultimo “atto eroico” di novelli paladini-volontari, cooperanti votati al bene altrui che, nell’esercitare pericoloso servizio alle umane miserie, ci rimettono la libertà, la vita, oppure si salvano grazie ai soldi dei contribuenti. Si sa, chi va per mare questi pesci prende, cioè i pesci “metaforici” spesso indigesti, e pur sapendo dell’indigestione, non smettono di nuotare in acque perigliose.
L’elenco delle specie ittiche spostatesi in mari non consueti alla loro natura è lungo. Ci sono i piscitielli di cannuccia, le alborelle di fiume, le cernie, i capodogli, i pesci pagliaccio, i barracuda, le donzelle e le castagnole. Tutti pesci amanti della libertà, tutti votati a fare del bene, molti finiti in ami o reti sbagliate pur consapevoli che chi “vive il mare”, prima o dopo, rischia d’essere pescato, dipende solo dal tempo, dai pescatori e dal tipo di pesca praticata.
Aisha, al secolo Silvia Romano, era l’ultima “alborella” uscita dalle acque dolci di fiume e gettatasi nel mare tempestoso del Kenya era finita pescata dalla rete del terrorismo islamico.
Parliamo di alborelle, specie abbondante nel bacino del fiume Po, castagnole o donzelle, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli. Pesciolini neri e rossi colonizzatori in branchi dei fondali a precipizio dove sono allocate le tane delle regine del mare: le cernie. La storia di queste due “castagnole” è ancora avvolta da mistero, si sa solo che l’Italia, cioè i contribuenti italiani, pagarono il riscatto ad un gruppo armato islamico con il quale le due “donzelle” trafficavano con la scusante degli aiuti umanitari. Il mare, gli oceani sono popolati anche da mastodonti, ci sono “capodogli” come i padri gesuiti Paolo Dell’Oglio e Pier Luigi Maccalli, rapiti da bande jihadiste, mentre esercitavano in silenzio la loro missionaria fede d’aiuto a tutti i poveri senza differenza di credo, razza e fede politica. Seguono i pesci da passeggio come i cefali: Luca Tacchetto e la sua amica canadese Edith Blas, escursionisti, sequestrati da bande armate e rilasciati, sempre in situazioni nebulose e con l’intervento di “cosiddetti servizi stranieri”. Nicola Chiacchio, viandante a tutti i costi, ancora segregato da cani sciolti., delinquenti comuni, di Al Qaida. Poi ci sono i pesci pregiati, quelli che valgono quanto pesano, come la Giuliana Sgrena, giornalista del Manifesto, inviata a Baghdad e catturata da una rete jihadista. Liberata dopo solo 30 giorni di prigionia con pagamento di riscatto. Operazione svolta da agenti dei “servizi d’intelligence” italiani. Durante l’operazione, non avvallata dai “servizi americani”, ad un posto di blocco USA, armi “cosiddette amiche” aprendo il fuoco ferirono la giornalista uccidendo il poliziotto 007 italiano Nicola Calipari. Come si può dimenticare il giovane cooperante palermitano Giovanni Lo Porto, rapito in Pakistan da banda jihadista ed ucciso per errore durante un attacco militare americano? L’elenco continua con specie ittiche predatrici e pericolose, i barracuda. Tali vennero considerati le “guardie di sicurezza” cui apparteneva Fabrizio Quattrocchi. Venne catturato con altri suoi commilitoni, unitamente ad un giornalista free-lance Enzo Badaloni, un fotoreporter Salvatore Santoro e un imprenditore italo-iracheno Lyad Anwar Wali. Tutti rilasciati tranne Quattrocchi giustiziato in quanto colpevole d’aver sfidato i terroristi proferendo la frase: ” …guarda come sa morire un ITALIANO”.
Tutti questi accadimenti sono conosciuti, seguiti e, alla circostanza, risolti con l’intervento di “agenti dei servizi segreti” di cui dispone l’Italia. Servizi controlla dal “CO.PA.SI.R, Comitato Parlamentare Sicurezza della Repubblica. Comitato composto da 10 tra deputati e senatori in rappresentanza di tutti gli schieramenti. Di questi, un esponente dell’opposizione lo presiede. Tra i compiti del COPASIR c’è la continua e sistematica verifica di tutte le attività del “sistema d’informazione ” interno ed esterno, in collaborazione con i Paesi alleati. Orbene, non è la prima volta che il Comitato Parlamentare dei servizi di Sicurezza, analizzando i fatti e gli eventi, di cui sono partecipi e responsabili, osserva ed obietta gli accadimenti chiedendone verifiche in PARLAMENTO. In più occasioni (Greta Ramelli e Vanessa Marzullo) i componenti parlamentari espressero la volontà di modificare gli “intendimenti” rispetto agli interventi dei SERVIZI in materia di “recupero” di italiani scomparsi all’estero. Gli stessi responsabili delle “intelligence” più volte chiesero maggiori risorse, mezzi e più moderne tecnologie utili ad espletare un lavoro sempre più impegnativo, difficile e pericoloso. Il Parlamento, trascorso l’interesse mediatico ed emozionale dei fatti accaduti, sprofonda nel più totale silenzio. Silenzio utile a coprire molti aspetti sconosciuti rispetto all’operato dei nostri 007. Infatti, come nell’attuale caso di Silvia Romano, liberata col “contributo dei servizi turchi”, ci s’interroga sul tipo di “licenza di recupero”? Gratis oppure a pagamento? – …Non è la prima volta, non sarà l’ultima…
Per concluderla alla Totò, …questi pesci quanto costano?, e sì che costano! Ed io pago!