“SE NON È CAPACE, CHIEDESSE L’INTERVENTO DELL’ESERCITO”
CAMPOBASSO – “Quando la pezza è peggio del buco: ecco la seconda puntata del pasticcio di Roberto Gravina. Il sindaco di Campobasso e la sua assordante mancanza di decisioni non stanno gettando nel panico solo Campobasso, ma tutto il Molise. Il suo fallimento in questa vicenda la stiamo pagando tutti!” attacca il consigliere regionale Andrea Di Lucente.
“Ha avuto il prosciutto sugli occhi per 8 lunghissimi giorni. Cosa è potuto succedere in questo lasso di tempo?
E adesso resta a non fare nulla. Dopo la notizia del nuovo cluster, dopo che i tamponi positivi sono 60 e il numero è destinato a crescere, lui che fa??? Chiede di essere invitato ai tavoli. Agisca!
Se non è in grado di farlo (ha avuto 8 giorni per farlo ma ha fatto finta di nulla) chieda l’intervento dell’esercito se lui non riesce a far rispettare le regole.
Se i controlli che vuole effettuare sono come quelli fatti finora, allora decida di auto mettersi da parte, restando dietro una webcam e lasciando fare agli altri, perché non è in grado.
Se il presidente Toma, per colpa dell’incapacità di amministrare del sindaco, sarà costretto a decretare la zona, chiederò che siano prese misure diverse per il resto del Molise: non possiamo pagare tutti per le sue leggerezze”.
Una stoccata anche a Greco: “Strano che questa volta non ci sia l’onnipresente Greco con le sue dirette: urlava quando l’Asrem ha salvato gli anziani di Agnone. Ora resta in un imbarazzato silenzio visto che il pasticcio lo ha combinato un grillino? Ha fatto conferenze stampa per giorni invocando una zona rossa a Pozzilli (9 contagi) e Venafro (0 contagi). Con oltre 60 casi conclamati a Campobasso che fa? Zitto come una mummia. Allora quelle non erano proposte per il bene dei molisani, ma solo attacchi strumentali: ormai è lampante!”.
Di Lucente vuole anche sottolineare la bontà del lavoro dell’Azienda Sanitaria regionale: “Vorrei ringraziare l’Asrem per l’enorme lavoro che sta portando avanti, continuando a fare tamponi e intensificandoli. A chi dice che non se ne fanno, rispondono i numeri: 1029 processati da quando è scoppiato il caso Campobasso, arrivando a 9.062 di oggi”.