“Il più grande piano clientelare nella storia repubblicana”. Comincia così la nota del Coordinamento Regionale Sinistra Italiana Campania che aggiunge “Altro che laurismo: in Campania si dispensano bonus una tantum (preelettorali) con soldi pubblici già previsti per lo sviluppo economico.
Si resta letteralmente sconcertati a leggere il cosiddetto piano economico-sociale della Regione Campania. Anziché dare sostegno alle attività economiche che sono state fortemente colpite dalla crisi Covid, la gran parte delle risorse sono state rimodulate per erogare a pioggia bonus una tantum. Non può essere contrabbandato per aumento delle pensioni l’erogazione per due mesi dell’importo a concorrenza dei 1000 euro mensili, che certamente non cambierà la vita dei pensionati né avrà effetti rinvigorenti sulla economia regionale. Aumentare gli importi delle pensioni al minimo sarebbe cosa buona e giusta se fatto con un provvedimento organico e definitivo dello Stato e con risorse specifiche che non siano state sottratte al sostegno delle attività produttive. Tantomeno possono essere condivisi i provvedimenti che, sempre attingendo alle stesse risorse, reiterano in chiave regionale misure di sostegno ai professionisti ed alle partite iva. Si va determinando, così, un effetto cumulo che stride con l’assenza di interventi verso altre categorie di cittadini campani assolutamente privi di ogni sostegno. Come dire: a chi oltre il dovuto e a chi assolutamente niente!
Queste risorse avevano una specifica destinazione d’uso per progetti e programmi di sviluppo. Che fine fanno ora, dopo che è stato cambiato l’impiego delle risorse previste, quei progetti e quei programmi? Quali soggetti economici e sociali ne rimarranno danneggiati? Si tratta di ben 600 milioni di euro, milleduecento miliardi delle vecchie lire, che vengono sottratti agli impieghi produttivi a cui erano destinati per essere distribuiti a pioggia senza alcuna griglia di requisiti patrimoniali e di reddito familiare. Siamo di fronte alla più gigantesca campagna di elargizione clientelare nella storia repubblicana. Si spiega così la fretta di De Luca di correre alle urne già a luglio, a pandemia probabilmente ancora in corso, con i bar ancora chiusi, ma con le urne aperte. Vuole riscuotere a stretto giro il consenso che pensa di essersi guadagnatosi ipotecando il futuro della Regione. Ma le sorprese sono dietro l’angolo quando si ha a che fare con proverbiale intelligenza dei campani. La logica del consenso a tutti i costi, la logica clientelare della frittura di pesce difficilmente può essere premiata, specialmente se, come appare sempre più evidente, esse conducono all’acuirsi della crisi economica e sociale indotta dalla pandemia. Quella messa in campo è una misura propagandistica che toglie ai giovani, al loro futuro, per aumentare per soli due mesi la capacità d’acquisto dei pensionati (che andrebbero aiutati sempre), mettendo le generazioni l’una contro l’altra. Continueremo a vigilare e a denunciare ogni distorsione per salvaguardare il futuro della Campania e nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini più deboli”.