CASERTA – “Disorientamento e sgomento per scelte incomprensibili”. E’ quanto ha dichiarato il Segretario Territoriale della Ugl Caserta Ferdinando Palumbo nel presentare lo studio del sindacato di Via Vivaldi, elaborato dai Vice Segretari Mauro Naddei e Marianna Grande, relativo al possibile impatto in terra di lavoro delle misure per la cosiddetta fase 2. Il modello sviluppato da Naddei dimostra come con le misure attuali il rischio di perdita irreversibile di migliaia di posti di lavoro sia elevatissimo. Si delinea un quadro drammaticamente incomprensibile, spiega il sindacalista, in cui non si vede una logica coerente nelle scelte da adottare, latitano le analisi di merito necessarie a comprendere e suffragare le risoluzioni approntate dallo stuolo di tecnici governativi; la speranza è che le attuali norme non servano a rimandare la soluzione dei problemi. Da una parte si invoca prudenza, dall’altra non si comprende perché un cantiere edile o un capannone industriale risultino più pericolosi per il contagio di un negozio o di un museo. Urge una gradualità nella ripresa per evitare assembramenti che non penalizzi ingiustamente alcune categorie a vantaggio di altre e che non comprometta il nostro territorio. Più che la prudenza, non vorremmo che prevalga la paura di non riuscire a mettere sotto controllo alcune aree del Paese, il tutto mentre la nostra Provincia presenta una situazione cristallina, con l’incremento di contagi ridotto al lumicino e il quadro sanitario pienamente sotto controllo. L’esperienza di Cina e Corea del Sud, che hanno riaperto da tempo, ci insegna che è possibile prevenire recrudescenze, a patto di stabilire misure chiare e non ambigue che tutti possono seguire. La Ugl Caserta analizza da tempo il quadro dei bisogni del territorio e quello delle contromisure di prevenzione necessarie per evitare disastri. Siamo dalla parte di chi lavora, che deve essere tutelato attraverso scelte ponderate che contemperino tutti i fattori. Come ricordato dal nostro Segretario Generale Paolo Capone, la fase 2 prevista appare deludente e priva di coraggio, cosicché, mentre qui viaggiamo a scartamento ridotto, i competitor riaprono, nonostante numeri di gran lunga peggiori, maturando un vantaggio competitivo difficilmente recuperabile. Sui servizi legati al turismo ed alla ristorazione, fa notare il Segretario provinciale del Terziario Gianmatteo Tozzi, si sviluppa gran parte dell’economia della costa, senza nuove e più adeguate misure il Covid19 finirà per aggravare in maniera impressionante le storiche difficoltà. Riaprire bar e ristoranti dal primo giugno significherebbe far saltare la stagione estiva con un danno incalcolabile e irreversibile per l’economia, manca un piano strategico per il rilancio del turismo, non ultimi, gli stabilimenti balneari, hanno bisogno di ossigeno e certezze. “Il contingentamento degli spostamenti da e verso i paesi esteri” ha concluso il Segretario territoriale Ferdinando Palumbo “potrebbe ancora favorire una rinascita turistica del litorale domizio a patto che vengano rigorosamente rispettate anche le normative ambientali ed i contratti di lavoro; urgono date a far data dalle quali poter far prenotare coloro sceglievano abitualmente lidi esotici. Nel contempo registriamo la grande tenuta di agricoltura ed industria, che forse, con un pò di coraggio in più da parte dei rappresentanti degli imprenditori, avrebbe potuto sopperire alle chiusure del nord e far rinascere quel tessuto produttivo, fatto di esperienze e capacità, che dagli anni settanta agli anni novanta ci aveva caratterizzato”.