RISTORAZIONE E PIZZERIE: IL PRESIDENTE DI ANCI CAMPANIA CHIEDE CHIARIMENTI SULLA SICUREZZA

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A poche ore dalla riapertura delle attività di ristorazione a domicilio, prevista dopo il week end festivo (lunedì 27), il presidente ANCI Campania, Carla Marino, chiede chiarimenti alla Regione.

“Riprendendo le preoccupazioni, e anche le perplessità, pervenute da molti operatori commerciali, in vista della ripresa di alcune attività a partire da quelle della ristorazione e delle pizzerie, il Presidente di ANCI Campania, Carlo Marino, ha inviato una nota al Presidente della Giunta Regionale, Vincenzo De Luca, e al coordinatore dell’Unità di Crisi Regionale, Italo Giulivo, chiedendo di fare chiarezza sull’applicazione dell’Ordinanza regionale n. 37 del 24 aprile 2020.

In particolare raccogliendo i suggerimenti arrivati dal molti Sindaci campani,  il Presidente Marino ha chiesto a Regione e Unità di Crisi di riconsiderare alcuni punti:

1) Disinfezione iniziale e Sanificazione giornaliera;

2) Visita medica iniziale presumibilmente ad opera del medico di medicina del lavoro che non potrà ovviamente certificare, tranne che in casi specifici, alcunché in relazione al COVID19, ma solo genericamente il buono stato di salute dell’interessato;

3) Misurazione della temperatura corporea;

4) Informazione e sensibilizzazione dei lavoratori oltre ai previsti e necessari interventi di disinfezione e sanificazione e le relative attività di informazione e sensibilizzazione;

5) Oltre alle misure specifiche indicate nei piani di autocontrollo previsti dalla HACCP, devono essere sempre garantite le distanze di sicurezza tra i dipendenti distanziando le postazioni di lavoro;

6) i datori di lavoro devono FORNIRE appositi dispositivi di protezione, cioè mascherine, guanti e camici monouso e sovra-scarpe.

“Pare  – scrive ancora Marino –  si debba intendere che qualora nei locali possano essere garantite le distanze di sicurezza tra i dipendenti non è da ritenersi necessario indossare gli appositi dispositivi di protezione, cioè mascherine, guanti e camici monouso e sovrascarpe. Tale interpretazione è ad avviso di chi scrive da ritenersi assolutamente prevalente, soprattutto perché qualora si dovesse optare per l’obbligatorietà per il personale di indossare tutti i dispositivi di protezione sul luogo di lavoro, potrebbe generarsi un accrescimento del rischio sui luoghi di lavoro, in particolare per il personale addetto alle cotture degli alimenti che si troverebbero a lavorare nei pressi di fiamme vive con camici e guanti infiammabili. Vogliate, pertanto, alla luce delle considerazioni sopra riportate fornire i necessari ed opportuni chiarimenti”.