– di Silvana Narducci –
Lo si dice da settimane, gli animali nell’era del coronavirus stanno riprendendo gli spazi lasciati liberi dall’uomo costretto in casa. Il web ci ha rimandato tenere immagini di cerbiatti che camminano nelle piazze vuote, papere che allegramente fanno il bagno nelle grandi fontane cittadine, famigliole di cinghiali che attraversano spensierate le strade finalmente senza auto e…i topi arrivano fino alla soglia delle case casertane. Le immagini inviateci da Antonio Montanari, cittadino residente tra via Ricciardi e via Tanucci, che potrebbero sembrarvi abbastanza raccapriccianti, hanno però avuto l’utilità di svelare un aspetto finora sconosciuto del nostro sindaco Carlo Marino. Lui, che a qualcuno potrebbe apparire…come dire, un po’ gelido, un filino anaffettivo…diciamo, con i topini mostra il vero lato di sé, compassionevole, quasi amorevole, un animalista convinto…anzi un “rattista” convinto. La gente urla e si lamenta per l’invasione di topi in una città ossessionata dalle mascherine e dal disinfettante per le mani? E lui, la prima autorità sanitaria di Caserta, risponde sprezzante “Non è mia competenza, ma dell’Asl”. Non aggiunge “Solleciterò, mi batterò, chiederò con fermezza che la derattizzazione venga eseguita subito, perché magari potrebbe esserci un vago rischio sanitario incombente…” (perché sa, sindaco, oltre al coronavirus esiste anche il colera, l’epatite, e tanto altro). Nessun tentativo di capire il disagio e il pericolo sanitario dei suoi cittadini, così poco inclini a convivere con le simpatiche pantegane. No. Niet. Nada. Niente! E basta! I casertani se la vedano da soli! Caserta è, e resta, una città a guida fortemente “rattista” …i cittadini se ne facessero una ragione!