CASERTA – Stamattina è stato presentato i nuovo logo della Reggia di Caserta, ma Fratelli d’Italia dice no.
“Un marchio, un logo, specie di un complesso monumentale come quello della Reggia di Caserta, non può essere pensato come quelli delle comuni attività commerciali o produttive, ma deve racchiudere in sé i suoi riferimenti artistici, storici e territoriali perché, appunto, fortemente indicativo di ciò che rappresenta, non solo dal punto di vista culturale ma anche simbolico per i cittadini casertani. Purtroppo dobbiamo constatare che tutto ciò è stato completamente disatteso”. Questo è quanto dichiarato da Claudio Ursomando, segretario cittadino di FdI Caserta.
“Oggi, – aggiunge – infatti la Reggia di Caserta, che ricordiamo essere patrimonio dell’UNESCO, si è dotata di una nuova visione grafica del tutto estranea alla magnificenza del complesso vanvitelliano, senza alcun riferimento stilistico né al palazzo né al parco che tutto il mondo ci invidia. A questo punto vorremmo rivolgere due domande alla direttrice Maffei, considerato che dal sito della reggia di Caserta nulla si rinviene circa le modalità di aggiudicazione del servizio; la prima: perché non è stata coinvolta la cittadinanza, gli artisti o i grafici casertani, attraverso una manifestazione d’interessi o un concorso di idee, seppur non vincolante per l’amministrazione? La seconda: è vero che tale progetto è stato affidato, con affidamento diretto, quindi senza alcun bando, ad una ditta di Mantova che, pare, abbia incassato una somma di circa €38.000? E se è vero, non sarebbe stato meglio affidare tale compito ad una ditta casertana che, avendo maggiore conoscenza del tessuto casertano, avrebbe, probabilmente, avuto maggiori spunti creativi legati al territorio? Restiamo in fiduciosa attesa, constatando, tuttavia, che l’attuale amministrazione della reggia di Caserta sta proseguendo nel solco tracciato da quella precedente distaccandosi sempre più dalle realtà del territorio.”
“Quante volte una mano non lava l’altra e tutte e due si insudiciano!”
Joseph Unger
Comments are closed.