– di Giuseppe Messina –
Ho l’impressione che il dibattito sulla riapertura delle imprese, stia scivolando verso una prevalenza del capitale rispetto alla salute. “E se muore qualcuno? E chi se ne frega!)
Non vi ricorda qualcosa, l’ILVA di Taranto per esempio?
«Quasi la metà delle imprese nella regione Lombardia sono già attive; circa 450mila sulle 800mila totali». Così denuncia la Fiom confrontando i dati Istat.
Così invece la Cisl di Bergamo: «In provincia il numero di chi ha già ripreso o non ha mai interrotto la produzione è particolarmente alto, nonostante la bergamasca sia l’epicentro dell’epidemia. Circa il 40% delle attività sono già partite». Questo spiega la persistenza dei contagiati in quella regione.
In tutta Italia ci sono almeno 65mila aziende che hanno già ripreso a lavorare pur senza avere alcun permesso.
Imprese e negozi hanno chiesto alle prefetture di tornare in attività in deroga ai divieti, non hanno ottenuto risposta entro 30 giorni e hanno comunque riaperto.
Il dato ufficiale arriva dal Viminale che conferma le denunce fatte nei giorni scorsi dai sindacati e dimostra che in realtà per molti la “fase 2” dell’emergenza coronavirus è già cominciata mentre per molte altre aziende, oltre a quelle autorizzate, non si è registrato alcuna sospensione.