IL VIRUS CHE CAMBIERÀ L’ITALIA?

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 –     di Vincenzo D’Anna *   –                          

vincenzo danna IL VIRUS CHE CAMBIERÀ L’ITALIA?
Vincenzo D’Anna   –   foto da Coffee Break La7

Correvano gli anni della contestazione studentesca. Le utopie del maggio francese e quelle delle università americane, facevano stragi delle consuetudini del passato. La scuola e le università ribollivano di propositi e di desideri d’innovazione destinati – lo avremmo scoperto amaramente, dopo decenni – a scardinare dalle radici il concetto stesso di scuola cancellando il compito che questa aveva di istruire intere generazioni di italiani. Erano gli anni in cui l’obbedienza non era più considerata una virtù, come aveva scritto il prete pedagogo don Lorenzo Milani. Spopolavano filosofi come Marx ed Engels, l’ideologia comunista ed i libri di critica al capitalismo ed liberalismo. Eppure i governi cattolico-liberali erano stati in grado di realizzare il cosiddetto boom dell’economia italiana ed i generi di largo consumo e progresso tecnologico e merceologico cominciavano allora a diffondersi in tutte le categorie sociali, con una forma di benessere e riscatto dagli stenti del dopoguerra. L’ascensore sociale, l’accesso alle scuole ed alle università garantito ad un sempre più largo stuolo di studenti, iniziò a determinare una generale e diffusa emancipazione che si sarebbe ininterrottamente mantenuta per oltre mezzo secolo, fino ai giorni nostri. Non sono più giovane e non sono animato dall’entusiasmo di quei tempi. All’ottimismo della volontà è subentrato lo scetticismo dell’esperienza e della ragione. E tuttavia credo che questi tempi siano peggiori oggettivamente di quelli di allora. L’ascensore sociale, infatti, si è fermato e non basta più una laurea per posizionarsi in alto nella scala sociale così come accadeva un tempo. I nipoti dei contadini e degli operai di quegli anni, hanno migliorato la loro condizione economica, con i relativi “attributi civici” ed i riconoscimenti sociali. Oggi, al contrario, non è raro vedere figli che occupano posti nella società più bassi dei loro padri e delle madri. Il debito statale e la perdurante crisi che ci ha attanagliato, ha impedito, per alcuni lustri, le politiche pauperistico e clientelari, le segreterie politiche chiuse e lo smercio di favori fermo al palo. “. Il governo della Nazione, con la leva della spesa statale a debito crescente, ha limitato le elargizioni e le opportunità statali, diminuendo così la qualità del welfare state. La gente si è affezionata per qualche anno al racconto dei rivoluzionari da operetta del M5S, alla storia menzognera e romanzata che un intero popolo, rimasto candido puro ed incosciente, fosse stato tradito da una classe politica degenerata e corrotta, capro espiatorio di tutti i mali. Anche da questo sogno ci siamo svegliati presto ed amaramente nonostante qualche mancia assistenziale. Ma non è finita!! Altre illusioni stanno crollando sotto i colpi di una pandemia, quella scatenata dalla diffusione del Covid-19, che ci mostra un Sistema Sanitario a gestione statale che non è affatto tra i migliori al mondo come pure si va dicendo in giro. Si rivela, invece, un sistema che inghiotte 120 miliardi di euro all’anno attestandosi come terza voce di spesa annuale in bilancio dopo pensioni e stipendi. Uno Stato con istituzioni sanitarie asservite ed occupate da scienziati vicini oppure organici ai partiti di governo e questo, a sua volta, prono innanzi agli interessi dei colossi della farmaceutica. Previsioni sbagliate, informazioni della stampa etero dirette, ricercatori contro corrente ignorati nelle opportune e verificate previsioni che pure avevano fatte. Comanda un’accolita di “camici bianchi”, peraltro distintasi per clamorose gaffe previsionali, quindi auto-referenziali ed accreditati dai “dante causa” di turno riuniti all’ombra della politica sotto l’etichetta di “Patto Trasversale per la Scienza”. Finanche valenti scienziati come Maria Rita Gismondo, scopritrice del virus autoctono cosiddetto “lombardo”, è stata diffidata dal minimizzare l’incidenza della mortalità. Eppure i dati diffusi come un triste bollettino di guerra ogni sera, sono statisticamente inutili. In un’epidemia dove nove contagiati su dieci possono essere asintomatici oppure poco sintomatici e quindi sconosciuti al Servizio Sanitario, a cosa serve calcolare percentuali di infetti e di decessi? A cosa serve attribuite decessi al coronavirus senza autopsie che lo confermino? Perché la grande stampa questo non lo dice? E perché nessuno vi spiega come mai in Lombardia non cala il numero di infetti e deceduti dopo oltre un mese e mezzo di quarantena generale? Perché non hanno ascoltato scienziati fuori dal coro, che battezzando il virus autoctono, quindi giunto in quei luoghi probabilmente lo scorso autunno (sembra dalla Germania), e prima, dunque, di quello cinese proveniente da Wuhan, aveva avuto settimane di tempo per contagiare milioni di persone!! Nessuno ci dice che al Sud siamo tappati in casa perché una diffusione veloce del Covid-19 avrebbe portato al collasso le sgangherate strutture ospedaliere pubbliche che non hanno posti di rianimazione e che ci sarebbero stati morti a bizzeffe!! Nessuno dice che solo adesso imbrocchiamo le cure perché dalle autopsie, finalmente introdotte a Bergamo, è venuto fuori un quadro patologico di trombo-embolia diffusa causato non tanto direttamente dal virus, quanto dalla forte infiammazione che ne è derivata. Nessuno ci dice che i tamponi sono inutili oltre che costosi se fatti indistintamente a tutti senza sapere se i sintomi sono o non sono quelli del coronavirus. Ed è inutile anche la gara a farne di più senza uno screening di massa che identifichi nelle persone la presenza degli anticorpi della malattia in corso oppure dell’avvenuta guarigione e quindi dell’inutile segregazione per questi soggetti immuni. E ancora: in Campania oltre agli editti del Govenatore De Luca nessuno vi dice perché grandi strutture, zeppe di personale tecnico qualificato come Arpac,  Ceinge, Istituto Zooprofilattico, Temigen e Università della Campania dotate di laboratori infarciti di ricercatori e costati milioni di euro all’erario statale, non sono state messe in batteria a fare test laddove necessitavano, al posto di una gara di appalto apparsa farlocca, bandita solo per integrare alcuni privati alle strutture pubbliche già operanti!! Questo ed altro ancora non sapremo se la normalizzazione dell’informazione sarà attuata. Chi pagherà i debiti che stiamo contraendo a causa della quarantena figlia della inadeguatezza delle prime decisioni prese? Non usciremo certo uguali da questa tragedia, ma non è detto che non se ne possa uscire Cittadini più consapevoli.

* Presidente dell’Ordine dei Biologi

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