– di Francesca Nardi –
“Ho un peso che mi porto dentro…vi sono cose che fanno più male delle altre e per questo non vanno via e restano in fondo al cuore, a sedimentare…in agguato, pronte a tornare a galla e a ferirti”. Gaetano Tessitore parla quasi sottovoce… il sindaco di Francolise è una persona garbata…nella sua voce non vi è traccia alcuna di rancore, di rabbia, forse… solo un po’ di tristezza…Gaetano Tessitore arriva dal buio denso di una incognita, che incombe sulle nostre esistenze e preme alla soglia della ragione, generando una dimensione ambigua, al cui interno, faticosamente, ognuno di noi cerca di ricomporre il tempo e di reimparare a vivere …domani forse, ci accorgeremo che non ci siamo riusciti e che le uniche cose che mutano, sono e restano, le stagioni …Tessitore oggi, ha superato definitivamente la sua battaglia contro il coronavirus, che lo aveva contagiato all’inizio del mese di marzo, ma non ha superato la memoria di tutto ciò che è stato detto, pubblicato, immaginato, sull’ atteggiamento che, egli avrebbe presumibilmente adottato, fin dal primo momento, in cui si era ammalato ed aveva saputo di essere positivo al Covid 19. Tessitore è un uomo in vista, un personaggio pubblico, un Dirigente Medico Anestesista dell’Ospedale San Rocco di Sessa Aurunca, un politico rispettato….se vogliamo…giornalisticamente è il protagonista ideale che conferisce ad una notizia, la possibilità di amplificarsi, generando, secondo i casi e le circostanze, il massimo del disappunto e, quindi la ridda di notizie contrastanti e soffiate sul suo presunto contagio, ha trovato terreno fertile in un momento di massima instabilità e ha germogliato…come una pianta spontanea che si intrica alla gramigna. Quando abbiano appreso, da fonti diverse, che il sindaco di Francolise, presumibilmente consapevole, di essere positivo al covid 19, aveva taciuto e partecipato a feste e a banchetti, noi, già in posizione ostile nei confronti dei medici irresponsabili, visto che era dilagata la notizia dell’atteggiamento, notoriamente inqualificabile, della primaria del PS del Cardarelli, soltanto per rispetto nei confronti delle condizioni di salute di entrambi, in quel momento compromesse, non abbiamo scritto ciò che pensavamo realmente e che non era esattamente un magnificat alle loro persone. Oggi, illazioni, presunzioni, date, coincidenze si sono mescolate e riposizionate per il sindaco di Francolise, ci auguriamo nella maniera giusta. Tessitore racconta: “Domenica 1° marzo, io ero di turno 8-20 in Ospedale e stavo bene…non avevo alcun sintomo riconducibile ad una influenza. Soltanto nella giornata di martedì ho iniziato a sentirmi debole, stanchezza alle gambe e qualche decimo di febbre…la temperatura non raggiungeva i 37 gradi, ma per me era il segnale dell’influenza stagionale che arrivava…sembrerà strano ma, nonostante faccia il medico e oggi il primo pensiero sia il coronavirus…non ho fatto alcuna associazione tra il mio malessere e l’eventualità che fossi stato contagiato…” Tessitore ricorda che, non aveva considerato l’ipotesi di un contagio, soprattutto perché in Ospedale, appena arrivava un caso sospetto, veniva posto in isolamento e quando fu ricoverato il povero giovane di Mondragone, poi deceduto, lui era già a casa, in malattia. Ricorda che nella prima settimana di marzo, la sua temperatura non superò mai i 37° e finanche, quando iniziò ad avvertire alcuni sintomi tipici del covid 19, come la perdita di olfatto e gusto, colleghi anch’essi influenzati, sentiti per telefono, gli dissero che era l’influenza… era capitato anche a loro e non doveva preoccuparsi…Talvolta succede che siamo proprio noi a rifiutare ostinatamente una verità sgradevole e a difenderci da essa, fino a dargliela vinta… per forza di cose. “Io ero convinto di non avere il coronavirus, a parte la febbricola stavo bene, mangiavo regolarmente ed anche se il gusto talvolta era alterato, mi ero tranquillizzato anche in tal senso. Pur essendo un medico esperto erto stato messo fuori strada da una serie di fattori che escludevano un contagio e da dal decorso del mio malessere, tipico dell’influenza stagionale– continua Tessitore- Ma…secondo lei…io sarei stato così incosciente da mettere a rischio tutta la mia famiglia, se non fossi stato più che convinto che la mia, era soltanto una influenza?, ma secondo lei avrei potuto vivere, con il rimorso di avere volontariamente, arrecato un danno non solo alla mia famiglia, ma anche a tutti coloro con i ero stato in contatto, anche casuale?” Sabato 7 marzo. la famiglia Tessitore organizza un ricevimento per festeggiare la promessa di matrimonio di uno dei figli. “Eravamo in tutto una cinquantina di persone, quasi tutti parenti…io stavo abbastanza bene ed ho regolarmente mangiato” – ricorda Tessitore. “Desidero dire subito – aggiunge- che tra i presenti, nessuno è stato contagiato, tranne il fotografo che adesso fortunatamente, sta bene e …purtroppo mia moglie e mio figlio, che sono stati dimessi dall’Ospedale qualche giorno fa.” Tessitore ha iniziato a peggiorare tra la domenica successiva al ricevimento, l’8 marzo ed il lunedì…la febbre aumentava sensibilmente ed era inappetente… “La polmonite interstiziale – riflette Tessitore– ha sintomi differenti rispetto alla polmonite che si rivela e si manifesta con segnali tipici. La polmonite interstiziale è silente nella sua prima fase, si rivela a tradimento e quando si manifesta …non riesci più a respirare…” “Nella giornata di mercoledì ho fatto il tampone e dopo qualche giorno lo hanno fatto anche mia moglie ed i miei figli– Tessitore abbassa impercettibilmente la voce – la domanda che mi attraversava il cervello come una lancia acuminata era: li ho contagiati io… Qualcuno ha pensato che io potessi avere taciuto la mia malattia, in cattiva fede?, io avrei distrutto la mia famiglia consapevole di farlo?,…lei potrebbe vivere con questo pensiero?, lei potrebbe?” Tessitore peggiora ancora, il tampone è positivo… chiama l’Asl e si sente rispondere che può continuare a curarsi nella maniera solita…con la tachipirina… Tessitore sta male ma perde la calma…quale tachipirina?…ed oggi aggiunge che i medici di base stanno portando avanti, un lavoro egregio, in tutta la provincia di Caserta, curando i pazienti a casa, con il plaquenil, il farmaco indicato per l’artrite reumatoide…Le condizioni di salute di Tessitore precipitano e nel pomeriggio di domenica 15 marzo, si accorge che quel virus silenzioso, vile e traditore sta aggredendo la sua vita e gli impedisce di respirare e fa chiamare l’ambulanza che lo ricovera al Cotugno in condizioni assai critiche. Da qualche giorno ha definitivamente superato, assieme a sua moglie a suo figlio un lungo percorso accidentato…che ha lasciato un segno indelebile che va ben oltre la memoria del dolore fisico ed è per questo che la decisione di raccontarsi merita apprezzamento e rappresenta un atto di grande dignità.
Questo articolo dimostra due cose: la prima, è quanto, anche i medici più esperti, si siano trovati impreparati e disarmati rispetto a questo maledetto virus.
La seconda, è che Appiapolis non sia una testata dedicata solo a denigrare, come qualcuno asserisce, ma che è aperta a comportamenti e posizioni oneste e trasparenti, e questo è molto importante.
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