IL CARDINALE CHARLES BO E LA CINA

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       –      di Michele Falcone      –    

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È di qualche giorno la dichiarazione, oltremodo accesa del cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangan in Birmania che accusa la Cina, quale primo responsabile della pandemia   da coronavirus nel mondo. Poi sbrigativamente dice “ciò che ha fatto e ciò che non ha fatto sta producendo danni alle vite di tutto il mondo e il popolo cinese è la prima vittima di questo regime repressivo, così concludendo “criminale negligenza e repressione del regime comunista…è una minaccia per il mondo intero”.

Premetto che non sono mai stato, né mai potrò essere comunista, poiché sono fermo sostenitore che la cultura non può avere frontiere né conoscere ostacoli, all’affermazione del prelato riporto qui di seguito una pagina dal titolo “che cosa non inventarono i cinesi”, tratta dalla “storia quasi universale” dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano:

Nell’infanzia venni a sapere che la Cina è un paese dall’altra parte dell’Uruguay e che si poteva arrivare   là se uno aveva la pazienza di scavare un pozzo piuttosto profondo.

Poi, imparai qualcosa di storia universale, ma la storia universale era, e continua ad essere, la storia della Europa. Il resto del mondo rimaneva, rimane, nelle tenebre. Anche la Cina.

Sappiamo poco o nulla del passato di una nazione che inventò quasi tutto.

La seta nacque là, cinquemila anni fa.

Prima di tutti, i Cinesi scoprirono, nominarono e coltivarono il tè.

Furono i primi a estrarre sale dai pozzi   profondi e furono i primi a usare il gas e il petrolio nelle loro cucine e nelle loro lampade.

Crearono aratri di ferro leggeri e macchine seminatrici, trebbiatrici e mietitrebbiatrici, duemila anni prima che gli Inglesi meccanizzassero la loro agricoltura.

Inventarono la bussola millecento anni prima che le navi europee iniziassero a usarla.

Mille anni prima dei Tedeschi, scoprirono che i mulini ad acqua potevano dare energia ai loro forni di ferro e di acciaio.

Millenovecento anni fa, inventarono la carta.

Stamparono libri sei secoli prima di Gutenberg, e due secoli prima di lui usarono caratteri mobili di metallo nelle loro stamperie.

Milleduecento anni fa, inventarono la polvere da sparo, e un secolo dopo il cannone.

Novecento anni fa crearono macchine per filare la seta con bobine mosse a pedale, che gli Italiani copiarono con due secoli di ritardo.

Inventarono anche il timone, la rocca, l’agopuntura, la porcellana, il calcio, le carte da gioco, la lanterna magica, i fuochi d’artificio, l’aquilone, il cartamoneta, l’orologio meccanico, il sismo grafo, la lacca, la vernice fosforescente, la canna da pesca, il ponte levatoio, la carriola, l’ombrello, il ventaglio, la staffa, la serratura, la chiave, lo spazzo lino da denti e altre cosucce.