– di Nicolò Antonio Cuscunà –
Il guaio è che a furia di recitare la parte dei “gruossi” finiscono col non riuscire a svestirne gli abiti e le conseguenze le paghiamo solo NOI comuni mortali, guai pagati in contanti, a rate ed a debito. Scriviamo del governatore della Campania Vincenzo -sceriffo- De Luca e Carlo -podestà- Marino sindaco di Caserta e presidente A.N.C.I. Campania. Entrambi del Partito Democratico, entrambi senza controlli né freni inibitori, entrambi sintonizzati in “costante campagna elettorale ” alla faccia di chi soffre. Nel concreto vorremmo essere smentiti sulle manchevolezze di questi signori IMBONITORI da mercatino dell’usato. Vorremmo rimangiarci quanto continuiamo a denunciare delle loro manchevolezze, false promesse, illusioni e bugie elargite a piene mani. Non ricordiamo fatti concreti posti in essere da entrambi “simulatori per masse di creduloni”, imbonitori col lessico da bar sport. Sforzandoci a ripassare la rassegna stampa dei “LORO PRODOTTI” ci accorgiamo di soli abbondanti proclami. A dire il vero, visto che la memoria non falla, almeno nei riferimenti alla nostra latitudine territoriale CASERTA- rammentiamo le promesse giurate quali: “…la conclusione dei lavori e l’entrata in funzione del “Policlinico Universitario” casertano, con relativa dismissione di coltivazione CAVE e produzione derivati”. Ad oggi ed è sotto gli occhi di tutti, le cave continuano l’attività, il POLICLINICO UNIVERSITARIO è sempre fermo e, udite udite, “lo sceriffo-governatore” De Luca ha collegato LA FINE DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE ALLA CONCLUSIONE DEI LAVORI DEL POLICLINICO e l’INIZIO DELLA SUA FUNZIONE UNIVERSITARIA. De Luca spergiuro, complice il presidente dell’ANCI, sindaco di Caserta, Carlo Marino. Quest’ultimo, grande maestro di SPESE PAZZE, cioè spese di denaro pubblico, poste in essere non importa se finalizzate a progetti di ampio respiro utili per la città. SPESE UTILI AL SOLO FINE DI SPENDERE punto e basta. Il “gruosso” podestà Carlo Marino, accorgendosi d’avere un residuo di spesa di 696.085,97 euro per “OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA DEL PIANO DEGLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI IN SAN BENEDETTO E COSTRUENDO POLICLINICO”, cosa fa ?…Delibera con la sua giunta, sistema le carte e Determina l’affidamento d’incarico alla redazione, miglioramento e realizzazione di nuove opere d’urbanizzazione -adeguamenti , ecc.- per un POLICLINICO CHE NON VEDRÀ MAI LA LUCE.
L’emergenza Covid 19, oltre al dramma delle morti, all’economia bloccata e i debiti da pagare, giunge come cacio sui maccheroni al DUO: De Luca-Marino. Non conosciamo la investitura di comitati tecnico-scientifici finalizzati alla CREAZIONE di NUOVE STRUTTURE OSPEDALIERE, e per il trattamento di terapie intensive. Sappiamo che dalla FINE DEL COMMISSARIAMENTO la sanità campana è senza l’assessore specifico. Sappiamo che in tutta la regione sono disponibili solo 163 posti letto di rianimazione, ed a detta dello sceriffo-governatore De Luca …l’unico super-commissario (vedi Bertolaso per la Lombardia) che potrebbe fare miracoli in Campania si chiama ” SAN PADRE PIO”. Cosa aggiungere?,… che il Buon Dio ce la mandi buona.
Da parte sua il podestà-sindaco Carlo Marino non sfigura al cospetto del suo sostenitore, compagno di Partito Democratico, De Luca. Proclami quotidiani, disponibilità di ampi spazi d’informazione assistita, benevola e accondiscendente, per cui vende “pellicce di volpe ” che non possiede. Come quel tipo che con una sola figlia femmina contraeva parentela con 100 generi e, tra la creazione di nuove “sigle-progetti”, sciorina il “MODELLO WELFARE CASERTA”. Col C.O.C. -centro operativo comunale-, sottoscrive accordi col “volontariato”, primi su tutti la Croce Rossa Italiana. Convoca riunioni, impartisce incarichi, stabilisce “codici d’identificazione per i volontari che a loro rischio e pericolo, si recheranno alla consegna dei “buoni spesa alimentari” derivati dai provvedimenti governativi. Con gli uffici comunali sprovvisti di dipendenti, sprovvisti di dispositivi di protezione personali (di cui alle ripetute denunce della CGIL-funzione pubblica-), con ufficio ASSISTENZA perennemente in tilt, oltre che fortemente chiacchierato, stabilisce criteri e modi per andare incontro alle famiglie bisognose storiche e causate dal “coronavirus”. Con modello ministeriale pubblicato e divulgato anche dai suoi fedelissimi consiglieri, impartisce stringenti direttive per comporre le liste degli aventi diritto a preparare tavola da pranzo. Certo è la tecnologia velocizza i tempi, percorrenza ed esecuzione, per cui, se da un lato ben venga la trasmissione via web delle richieste di sussidio, da indirizzare alla persona del sindaco-podestà, dall’altro nutriamo forti perplessità rispetto alle possibilità che anziani e meno ambienti avranno d’inoltrare le istanze d’ottenimento dei buoni. Ed in ragione di forti pressioni da più parti presentate, circa il corretto interessamento di consiglieri di maggioranza molto attivi di persona e sul web, sarebbe opportuno che il sindaco di Caserta, per fugare dubbi e perplessità, coinvolga carabinieri, polizia e prefettura per il controllo dell’intero percorso d’assegnazione buoni. Procedura auspicata anche dal procuratore antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri. Preferiamo non entrare nello specifico degli obblighi di cui alla quarantena di sospetti o individuati portatori del Covid 19. Sistema di controllo eluso, non organizzato. Il sindaco è il primo responsabile della sicurezza pubblica sanitaria e non solo. In tutti i Comuni esiste l’ufficio preposto, in accordo con l’ASL ed i medici di base controllano chi è sottoposto alla quarantena obbligata e auto-scelta. Anche questo aspetto del “MODELLO WELFARE CASERTA” è sconosciuto.
A questo punto di commissari per salvarci dal CORONAVIRUS ne abbisogniamo almeno tre: San Padre Pio, Sant’Anna e San Sebastiano.
Che Dio ce la mandi buona!