IL NUOVO POLICLINICO: UNO SCANDALO INFINITO

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policlinico IL NUOVO POLICLINICO: UNO SCANDALO INFINITOL’ottima trasmissione d’inchiesta della RAI “Petrolio” ha avviato un’indagine accurata sugli effetti e sulle cause del coronavirus, focalizzando l’emergenza sanitaria, che oggi è diventata pesante dopo anni di tagli dei posti letto e delle misure di prevenzione (soprattutto per le cosiddette malattie infettive). Emerge un quadro desolante ed inquietante sullo stato dei nostri ospedali, soprattutto al Sud, spesso in condizioni non degne di un paese civile. Come è stato ben documentato in un recente saggio del prof. Gianfranco Viesti dell’Università di Bari. In questo scenario spicca il caso più scandaloso della storia infinita del nuovo Policlinico di Caserta, i cui lavori sono iniziati agli inizi del 2000, più volte sono stati bloccati e ripresi con diverse varianti. Oggi i cantieri sono di nuovo chiusi. Un esempio di mala sanità, di spreco di risorse pubbliche, di tagli effettuati nel settore pubblico in questi decenni, di mancata prevenzione, soprattutto nel campo delle malattie infettive. Stanno alcune della cause che hanno reso il virus ancora più violento e mortale.

Il blocco dei lavori si protrae da mesi, nonostante le lotte e le proteste dei sindacati e dei lavoratori, nonostante le denunce dei sindaci e delle associazioni della conurbazione casertana. Per questo vale la pene ricostruirla questa vicenda assurda (che fa il paio con un altro scandalo della PA, come quello dell’Archivio di Stato, su cui ritorneremo).    L’intervento, incluso nell’accordo di programma di edilizia sanitaria del 2000 e rimodulato nel 2002, è finanziato per due terzi dal Ministero della Salute (di cui il 5% a carico Regione Campania) e per un terzo dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.Il finanziamento totale è di 206.582.759 euro. I lavori per la realizzazione della nuova Azienda Ospedaliera Universitaria annessa alla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Sun  (oggi Unicampania L. Vanvitelli) ebbero inizio nel dicembre del 2004.                                  Il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, con apposita delibera del 2009 dispose la risoluzione del contratto per il grave ritardo dell’opera imputabile, a suo dire, a negligenza dell’appaltatore (la Immobilgi Federici Stirling). I fondi già erogati ammontano ad 41.848. Per l’individuazione del nuovo contraente, la Sun provvide con interpello, affidando alla fine i lavori di completamento alla Società Italiana per Condotte D’Acqua Spa. I lavori ripresero nel 2013, dopo quattro anni dalla risoluzione del precedente contratto. Stando al nuovo cronoprogramma i lavori sarebbero dovuti terminare per la fine del 2017. Le richieste pervenute dalla Sun per le quali non si è ancora proceduto al pagamento ammontano all’incirca a quattro milioni di euro.

La quota a carico della Regione Campania fu impegnata nel 2004.

Tale impegno era caduto in perenzione (cancellazione dalle scritture contabili), per cui al fine di chiedere al Ministero per l’Economia e le Finanze l’erogazione dei finanziamenti necessari da trasferire alle stazioni appaltanti, si è reso necessario procedere alla reiscrizione in bilancio delle somme necessarie con deliberazione di Giunta Regionale numero 478 del 21 ottobre 2014. Con il decreto dirigenziale numero 19 del 18 novembre 2014 venne chiesto al Ministero dell’Economia e Finanze il trasferimento di gran parte dei fondi. Tale somma, quasi 7 milioni di euro, era stata impegnata, nel bilancio regionale nel 2004, quando cominciarono i lavori poi interrotti nel 2009 allorché la Sun, di fronte ai ritardi della ditta incaricata, decise di risolvere il contratto e procedere ad un nuovo contratto, tramite interpello, assegnato alla Condotte d’Acqua Spa. Conclusione: i lavori per la realizzazione del Policlinico scontano un ritardo di più di venti anni e non si sa quanti ce ne vorranno ancora per finire un’opera considerata strategica per Caserta e il suo hinterland, con tanto di opere annesse (si tratta della strada di collegamento tra le frazioni casertane di San Benedetto e San Clemente, ma è prevista anche la realizzazione di una stazione ferroviaria e una monorotaia).

L’opera prevede 500 posti letto con oltre 45mila metri quadri di superfici coperte, di cui oltre 15mila per la ricerca (esclusi spazi a verde) e quasi 17mila metri quadri per l’assistenza.

La storia

Il 31 marzo del 1999 c’era stato l’accordo di Programma con i Ministeri (Università e Sanità) e gli enti locali che, dopo quattro anni, dava finalmente corpo a un trasferimento fino a quel punto confinato tra le buone intenzioni di un riequilibrio territoriale sempre disatteso. Il 19 ottobre del 2000 invece c’era stata quella che il rettore dell’epoca Antonio Grella definì la “pietra miliare” quando la Regione ed il comune di Caserta firmarono l’accordo di programma per la variante urbanistica al piano regolatore su quei 250mila metri quadrati a sud-est della città in frazione Tredici, delimitati dalla variante Anas, per ospitare la nuova struttura disegnata dallo studio Pica Ciamarra. Dopo il completamento delle procedure burocratiche di esproprio delle aree e l’espletamento del bando di gara, si giunse il 29 dicembre del 2004 al contratto di appalto, avente ad oggetto la realizzazione dell’opera, tra la Sun e la Immobilgi Federici Stirling.

Due mesi dopo, il 4 Febbraio del 2005 si ebbe la cerimonia per la posa della prima pietra in via Grazia Deledda in località Tredici, preceduta da una solenne cerimonia presso la Scuola superiore della Pubblica Amministrazione, ospitata nella Reggia.  Come si vede si tratta di un’opera importante che prevedeva 1461 giorni di lavoro necessari per completare la struttura, ovvero quattro anni: la data presunta di fine lavori era stata indicata nel 28 dicembre 2008, per un costo complessivo di 206,5 milioni di euro, finanziati per due terzi dalla Regione Campania e dal Ministero della Salute e per un terzo da quello dell’Università e della Ricerca scientifica. A regime si prevedono spazi per la ricerca, didattica ed assistenza e riporta all’interno dell’area universitaria attività urbane diverse, con forti connessioni all’interno. Un sistema di percorsi ottagonali lega i diversi tipi di spazi determinando un tessuto continuo su tre livelli, articolato intorno ai patii.                            La galleria degli studenti coincide con un tracciato della “centuriatio” romana. Gli spazi per l’assistenza si caratterizzano per coperture a tetto e giardini verticali posti a protezione delle facciate. Il “muro d’acqua” e le configurazioni arboree sono elementi forti del ridisegno del paesaggio e proteggono dal microinquinamento ambientale. A Nord, il sistema edificato si attesta su un’ampia piazza dove prospettano gli uffici amministrativi e le presidenze e, verso ovest, il piazzale di accesso al Pronto Soccorso con Eliporto, mentre ad Est si conclude con l’Aula magna, definendo un sistema di piazze e luoghi di socializzazione. Verso Sud il sistema edificato si conclude con la zona degli accessi di servizio all’assistenza ed al parcheggio riservato al di sotto delle aree di ricerca. La fascia destinata alla didattica, si incentra sulla galleria studenti. Ad Ovest della “galleria della centuriatio”, su due piani, i laboratori didattici ed al terzo la Biblioteca centrale. Questi spazi sono dotati di un sistema di ventilazione naturale che utilizza una serie di camini circolari, elementi d’illuminazione e struttura principale della galleria che si prolungano al di fuori dell’edificio nelle due direzioni, a segnare l’antico tracciato romano.

Parliamo di uno dei progetti che avrebbero dovuto cambiare le condizioni di vita e di salute nel nostro territorio, anche in relazione al fatto che la presenza di un policlinico può mettere fine ad un’altra vicenda scandalosa, quella delle cave che stanno devastando i colli Tifatini, con la chiusura delle attività più inquinanti per l’aria, a partire dai vari cantieri per l’estrazione del calcare fino agli impianto ormai obsoleti del cementifico Moccia e della stessa Cementir. Ora chissà quando riprenderanno i lavori per portarlo a compimento e per avere sul territorio un valido supporto sanitario e scientifico nei tempi del contagio.

Pasquale Iorio

1 commento

  1. Qualcuno sta’ giocando con la vita delle persone!!! Questa volta, il progetto ripartirà e verrà ultimato!

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