Il Cerusico, in cuor suo, sperava che non accadesse mai. E, invece, è accaduto. È accaduto che uno dei suoi sparuti lettori gli ha inviato un’accorata lettera di “sfogo” contro i miasmi della Sanità nostrana. Così esordisce il Lettore: “Vorrei che questo mio sfogo fosse reso pubblico, o che sia da sprono per un articolo forte che metta chi comanda di fronte ai propri sbagli”; e così come Egli si approccia nella lettera, allo stesso modo prova a fare Il Cerusico. “Caro Lettore, Tu, come Il Cerusico, ormai ci siamo ridotti allo “scritto” per illuderci, a mo’ di anti-virus o di vaccino che dir si voglia, per provare un effetto placebo (come palliativo psicologico) a questo mondo indicibile, inestricabile, colloso, viscido, imputridito, marcescente che pervade i corridoi, le scale, le scrivanie, le sedie, gli apparati della Sanità nostrana. Un apparato, come Tu perfettamente descrivi, fatto di nani e ballerine, i quali, tutto possono, tranne che interpretare empaticamente e praticamente la sofferenza del malato. Nani e ballerine di un circo di provincia, peraltro. Dove regna la saccente convinzione di potere tutto senza alcun bagaglio culturale/professionale degno di una sanità moderna, efficiente, accogliente. Basta ricordarTi che la nostra sanità proviene dai quei nosocomi per la maggior parte A.G.P. (Ave Gratia Plena). E là siamo rimasti.
Anche se, allora, esisteva perlomeno la pietà. Oggi nemmeno più quella. Insomma, per farla breve e per darTi generosamente e solidariamente una dose di placebo, provo a consolarti con qualche passo di Platone nella sua La Repubblica: “Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza, con l’aiuto di cattivi coppieri costretti a comprarsi l’immunità con dosi sempre massicce d’indulgenza verso ogni sorta di illegalità e di soperchieria; quando questa città si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di fango per potere continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; ……………quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle?……………In un ambiente siffatto, ………….in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e ne lusinga, per sfruttarli, tutti i vizi; in cui i rapporti tra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze nelle reciproche tolleranze; in cui la demagogia dell’uguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo delle gambe su chi le ha più corte; in cui l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori; in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici; ………….” Ecco caro Lettore, Il Cerusico, ha provato così a darti un po’ di placebo, almeno come illusorio palliativo.
LA LETTERA. Caro Collega che hai avuto l’ardire di scrivere “Si stanno pagando anni di scelte dettate solo da meccanismi di tipo politico”. Sono stati scelti sempre elementi che siano in grado di obbedire senza pensare. Ed oggi c’e la presunzione di affidare a questi burattini scelte da prendere in tempo brevissimo. Burattini senza alcuna formazione incapaci anche di buttar giù due righe in un italiano almeno portabile e sopportabile. Ora dovrebbero organizzare, decidere e cosa ancor più assurda scrivere, dire, affermare e rapportare in maniera pubblica tutte le carenze riscontrate sul territorio. Non lo faranno mai. L’Asl di Caserta ha nel suo organico primari che avrebbero dovuto chiudere i loro reparti perché oggettivamente senza struttura, personale e luoghi. Ma non hanno mai fatto una comunicazione. Si sono tenuti stretti il loro stipendio senza pensare che avrebbero dovuto salvaguardare la salute altrui.
E ora, in questa fase, mi venite a dire che devono prendere iniziative?
Peraccottari e peracottare messe nei punti strategici incapaci di intendere un comunicato ufficiale del Ministero o della Regione. Persone del tutto incapaci di pensare (non doveva essere una loro prerogativa nella scelta).
Ed oggi ci ritroviamo a tremare perché sappiamo che non siamo in grado di affrontare nulla. Siamo impreparati. Non abbiamo strumenti. Non abbiamo una reale formazione. Possiamo solo fare leva sul rispetto del nostro lavoro e dell’ammalato. Ma a poco può servire.
Vorrei che questo mio sfogo fosse reso pubblico, o che sia da sprono per un articolo forte che metta chi comanda di fronte ai propri sbagli decennali.
Siamo in pochi, e cercheremo di aiutare chi ne ha bisogno. Questo è sicuro. Qualcuno di noi ancora crede che la nostra sia anche una missione. Speriamo bene.”
Ma ti rendi conto di cosa hai detto? Si?
Secondo me , assolutamente no! Sei stato troppo diplomatico!
Le persone dovrebbero sapere quale sia la vera situazione nelle nostre strutture. Non per il Nuovo Coronavirus, ma per il vecchio e collaudato modo di gestire la cosa pubblica.
Mi associo al tuo sfogo e ti faccio notare che sono rimasti a lavorare per questa “azienda” solo le persone che non possono o sanno come andare via. La maggior parte delle persone rimaste, sono frutto delle infornate di tipo politico. Gente che non ha mai lavorato, incapace e che non si lamenterà mai.
Spero solo che questa catastrofe annunciata sia di monito a tutti.
Rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di fare il nostro lavoro.
nota: per coloro che non vogliono lavorare, cazzo restate a casa. Fate meno danno!
nero 9 Marzo 2020 at 12:30