L’IMMOBILISMO TEMPORALE A CASERTA: IL TEMPO MORTO

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      –       di Anna De Luca      –          

11° giorno di isolamentox anna de luca scaled L’IMMOBILISMO TEMPORALE A CASERTA: IL TEMPO MORTOUna scelta imperativa ben definita quella dell’isolamento forzato avvolge la mia città. Un’atmosfera straziante, metafisica surreale vive Caserta, avulsa dalla sua vita normale.   I giorni si susseguono, monotoni e pregni di una lacerante tensione: l’attesa del picco da Covid 19.  Il tempo sembra fermarsi stagnante, in tale attesa. Nel vuoto delle giornate che si presentano ognuno di noi cerca di dare un senso, un valore che consenta di sopportare “il tempo morto”. Ci sono serate canore dai balconi, immersione H 24 nei social, scoprirsi di essere artisti nell’arte culinaria o   agli arrangiamenti musicali e così via.  Per taluni è anche un tempo di recupero a livello intimistico spirituale, nel profondo misterioso niente si scopre la pienezza della vita. In questi interminabili attimi di vuoto si scopre la possibilità di un tempo costruttore di senso e di valore.  Nel momento che sto scrivendo è il 19 marzo dell’anno 2020, giorno della festività di San Giuseppe, una calda giornata, quasi primaverile qui a Caserta.

 Stasera per chi è credente esporrà fuori dalla finestra una candela accesa e un drappo color bianco e su invito di papa Francesco reciterà i Misteri della Luce, pregando a San Giuseppe di venire in aiuto in questo momento di tribolazione.

Tutti noi sappiamo nel nostro più profondo intimo che nulla più sarà come prima.