“L’UOMO SENZA SONNO”: IMMERGERSI IN UN PERENNE STATO DI SEMI-COSCIENZA 

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http   media.cineblog.it 2 27b christian bale dice basta ai drastici cambi di peso per i suoi ruoli 2 “L’UOMO SENZA SONNO”: IMMERGERSI IN UN PERENNE STATO DI SEMI COSCIENZA Un Christian Bale ridotto a scheletro interpreta Trevor Reznik, un operaio di fabbrica che a causa di uno shock non precisato non dorme da un anno. Il suo fisico è stremato dalla mancanza di riposo, ha un aspetto cadaverico, gli occhi stralunati e un corpo emaciato. La mancanza di lucidità lo porta ad avere delle allucinazioni; le sue percezioni sono alterate, il che lo induce a dubitare di chiunque, persino di se stesso.

fr uomo senza sonno film02 scaled “L’UOMO SENZA SONNO”: IMMERGERSI IN UN PERENNE STATO DI SEMI COSCIENZA Il film procede volutamente a rallentatore, in modo da consentire allo spettatore di immergersi nella stessa realtà della protagonista: chi osserva è talmente immedesimato dalla storia da avvertire per tutta la durata del film una sensazione di semi-coscienza. È tangibile la claustrofobia, la mancanza di razionalità, il delirio, il trauma, l’annullamento progressivo dell’uomo. “L’uomo senza sonno” affronta l’insonnia in modo diretto e incisivo, con l’utilizzo preponderante del colore grigio e del nero. L’effetto di sospensione tra onirico e reale concorre a creare un’atmosfera confusa, distorta ed ipnotica. Il registra, però, dissemina piccoli indizi intelligenti, e i colpi di scena possono sembrare facilmente prevedibili.

20041124070919044 “L’UOMO SENZA SONNO”: IMMERGERSI IN UN PERENNE STATO DI SEMI COSCIENZA L’intento della pellicola è quello di rappresentare un disturbo nella sua essenza più pura: oltre al corpo, sono gli sguardi, i pensieri, i movimenti di Trevor a descrivere la sua patologia. Al di là della rivelazione finale, è l’espressività del protagonista ad elevare il film: i modelli di riferimento sono evidenti (Lynch e “Mulholland Drive”, Hitchcock e “Psyco”, Polański e “L’inquilino del terzo piano”, Richard Kelly e “Donnie Darko”, David Fincher e “Fight Club”), e per quanto non si trovi una forte originalità, Anderson si dimostra all’altezza nel riuscire a realizzare sullo schermo il senso di inadeguatezza di un uomo (che lui stesso si è creato) e si rivela altrettanto in grado di suscitare nello spettatore quello stesso stato costante di caos. Ne “L’uomo senza sonno” vengono raccontati il tormento e la disperazione in un modo che si presenta intricato ma al tempo stesso semplice: è un percorso ben strutturatochristian bale the machinist1 “L’UOMO SENZA SONNO”: IMMERGERSI IN UN PERENNE STATO DI SEMI COSCIENZA  (che porterà poi ad un assestamento) su un uomo e sul suo stato delirante; il film risulta, infatti, un punto interrogativo solo per chi non ha seguito con attenzione gli indizi.

Mariantonietta Losanno