MERCATO A SAN NICOLA, IN BARBA AL CORONAVIRUS: LA ‘QUARANTENA DELLA COMPETENZA’

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MERCATO MERCATO A SAN NICOLA, IN BARBA AL CORONAVIRUS: LA QUARANTENA DELLA COMPETENZAdi Alessandro Aita

SAN NICOLA LA STRADA – ‘Francamente, me ne infischio’, diceva Clark Gable a Rossella O’Hara in Via col Vento. La famosa frase, per l’American Film Institute la più iconica della storia del cinema a distanza di ottant’anni, può essere applicata ai gestori e i fautori del mercato di San Nicola la Strada, che in barba al momento di tensione per la diffusione del Coronavirus sul suolo italiano hanno messo su il classico appuntamento settimanale del lunedì. Tante persone si sono normalmente riversate al mercato, secondo quanto testimoniato da numerose persone e anche dai gruppi Facebook ‘Ciò che vedo in città – San Nicola la Strada’, con tanti utenti che scrivono di come la vita del mercato cittadino si sia svolta in maniera regolare. Un vero e proprio controsenso, con la malattia che giorno dopo giorno aumenta i suoi contagiati con una percentuale vicina al 25%. Ma la domanda da porsi è per quale assurdo motivo sia stato permesso lo svolgimento del mercato, e conseguente assembramento di persone, a distanza da sole 24 ore dalla chiusura della fiera bisettimanale di via Ruta a Caserta fino al prossimo 15 marzo.

Rileggendo i vari DPCM degli ultimi giorni, emerge come la chiusura dei mercati all’aperto non sia espressamente richiesta. Un mercatino dell’usato può rientrare nell’ambito dell’esercizio commerciale, e il comma F dell’articolo 2 del DCPM nazionale dell’8 marzo scrive: “è FORTEMENTE RACCOMANDATO presso gli esercizi commerciali diversi da quelli della lettera precedente (attività di ristorazione e bar, ndr), all’aperto e al chiuso, che il gestore garantisca l’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee ad evitare assembramenti di persone, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro tra i visitatori”. Non viene ordinata la chiusura di questi posti, ma viene lasciata praticamente scelta a coloro che gestiscono questi esercizi commerciali e ai comuni stessi. Scelta che il Comune di Caserta aveva già fatto lo scorso venerdì: nell’ordinanza del 6 marzo il sindaco Carlo Marino aveva disposto la chiusura del mercato di via Ruta fino a metà marzo, mostrando, se non la possibilità di leggere nel futuro, del buon senso. Del buon senso non mostrato dal primo cittadino sannicolese, che nella giornata di ieri scriveva su Facebook alcune disposizioni che citiamo: “(…) Per questo, nei prossimi giorni, fermo restando quanto previsto dall’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, verranno messe in pratica alcune disposizioni cautelari provvisorie:
• l’accesso agli uffici comunali sarà scaglionato e regolato dal personale di portineria in modo da consentire l’accesso di una persona per volta ad ogni singolo ufficio;
• personale e cittadini dovranno rispettare le procedure di sicurezza;
• verrà sospeso l’accesso alle strutture, come la Biblioteca, che possono temporaneamente essere sostituite con modalità di fruizione individuali, evitando contatti e affollamenti non necessari.

Già da lunedì potremo concretizzare questi provvedimenti e fornire informazioni dettagliate ai cittadini (…)”. Il tutto, ci precisiamo a dire, a meno di autorizzazioni speciali emanate dal Comune di cui però non abbiamo notizia.

E il Decreto regionale? L’ultimo emesso, anch’esso a data 8 marzo, parla solo di chiusura di piscine, palestre e centri benessere mentre, per altre disposizioni, si rimanda ai decreti numero 6 e 7 del 6 marzo, che non prendono ad esame gli esercizi commerciali come supermercati o, nella fattispecie, mercati all’aperto. Se volete rileggerli, vi inseriamo il link dove poter rileggere gli ultimi decreti regionali.

Qualcuno potrebbe obiettare sulla base della considerazione del mercato rionale come un ‘esercizio commerciale’, ma se dovessimo considerarlo soltanto come una manifestazione, il comma B dell’Articolo 2 del DPCM nazionale cita: “Sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico che privato”. In pratica, dalla padella alla brace: i mercati sarebbero vietati in maniera categorica.

Per farla breve: se prendiamo il tutto nella maniera più ‘morbida’, Marotta avrebbe scelto deliberatamente di avviare il mercato quest’oggi, a rischio e pericolo della comunità, a meno di ordinanze che hanno permesso il mercato stesso; invece, nel secondo caso, sarebbe andato dritto dritto contro una disposizione del Governo stesso. Aaah, sindaco, ma di cosa parliamo?