LA VILLETTA PADRE PIO

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  Chi è Ciro Esposito?

Il 14 settembre del 1980 il Pasquino che firmava i corsivi sulla Gazzetta di Caserta lo definì  “Il Re Sole del Comune”…e forse lo è stato davvero…e certamente del Re Sole ha conservato l’impronta, la fama, il tono di voce e la storia…e la sorridente arroganza, appena appena mitigata dall’abitudine al sorriso…Sarà lui, se vorrà e quando vorrà, a dire di sé quello che si nasconde nelle pause dei racconti cittadini, sfocati come il sole al tramonto, ma caldi come le emozioni assopite di una città che vorrebbe tornare ad incontrarsi…Sarà lui, se vorrà e quando vorrà, a ricomporre i cristalli del tempo, a rimettere insieme, con la saggezza del poi, ombre e preziosità della politica che fu…Nessuno più di lui e meglio di lui potrà farlo e nessuno di più di voi e noi avrà bisogno di ascoltare.

Grazie a Ciro Esposito e a questa fortunata stagione della conoscenza, che travalica lo steccato appiccicoso delle diverse fazioni, che aggira le inutili provocazioni, che ignora la brevità dell’insulto e della critica ignorante, in nome del silenzio rigeneratore dell’attesa, quella che preclude a nuovi percorsi illuminati dalle mille e più luci, accese dal risveglio delle cose troppo a lungo taciute.

                                                                                                            Francesca Nardi 

racconto caserta ciro esposito scaled LA VILLETTA PADRE PIO

         –     di Ciro Esposito     –       

Sto seguendo con curiosità la diatriba in atto tra le varie “sigle” ed il sindaco della nostra città per intestarsi i meriti o forse i demeriti della sopravvivenza della Vilal di Padre Pio che un tempo era denominata Villa di Via Settembrini (il mese di settembre non c’entra). Litigano ma nessuno si domanda (perché non vogliono o perché è scomodo ricordarlo?) il perché è nato quel sito verde; chi lo ha voluto; chi ha pagato la sua prima realizzazione per dare ai casertani quello che oggi essi hanno e su cui è stata montata la sterile “querelle” che da varie settimane interessa la stampa cittadina Nel ricordare come si svolsero gli accadimenti, fin dall’inizio, comincio col dire che l’assessore al commercio di quel tempo sapeva che su quel reliquato di terreno, dove si svolgeva il mercato bisettimanale dell’usato, avrebbe dovuto sorgervi una biblioteca ma aveva avuto sentore di un certo progetto di realizzazione di abitazioni civili per quattro piani, sopra alla biblioteca. Il tutto ebbe inizio un martedì mattina e i lavori avrebbero dovuto terminare nella stessa giornata, perché gli ambulanti che spadroneggiavano e disturbavano la quiete pubblica, dovevano trovare l’area occupata…il mercato bisettimanale si svolgeva il mercoledì e il sabato tra Via Cappiello e la villetta di cui si stiamo occupando. Quel martedì si teneva una seduta di Consiglio Comunale e un avvocato, consigliere comunale del Psi, parlando delle malefatte del famigerato assessore, chiese al sindaco di trasmettere la sua denuncia al procuratore per abuso di potere e interesse privato in atti di ufficio; come se l’assessore stesse costruendo un polo verde, a suo uso e consumo, con i soldi della comunità…L’assessore doveva pagarla ed io che ero quell’assessore mi sono sempre chiesto il perché…che cosa avevo disturbato? Il Capogruppo della Dc, Italo Perna, persona molto preparata e a modo fu inviato in loco per una ricognizione o per redarguire il famigerato, ebbe una brutta accoglienza ma soltanto perché disattentamente aveva toccato il bavero della giacca dell’assessore impegnato nella direzione die lavori. Le opere furono realizzate dalle ruspe della Ditta Feola Pasquale di San Nicola la Strada; il terriccio per le aiuole fu fornito dal cittadino casertano Carlo Dell’Aquila (detto Carlino o’ pazzo) i camion per il trasporto del terriccio e quant’altro furono concessi da Giannino Landolfi; la recinzione di tutta l’area fu pagata dalla Ditta Errichiello mentre il verde su cui oggi si discetta fu pagato dall’amico Giovanni Maggiò che lo fece piantumare dalla ditta Franco Mazzitelli. Il sottoscritto assessore incriminato, dovette affrontare 5 anni di giudizio (i giudici cambiarono varie volte) pagando l’avvocato difensore e l’ultimo che lo difese e lo fece gratuitamente fu il sindaco dell’epoca.

Dimenticavo: necessitavano i giochi per i bambini e dopo vari contatti sul terreno nazionale, una signora che ne aveva una fabbrica, li fornì. L’assessore incriminato fu assolto perché non aveva commesso alcun reato: non aveva abusato dei suoi poteri, né aveva percepito nulla. Alla fine della causa, ma in camera caritatis, e davanti ad una tazza di caffè, da cittadino a cittadino, il giudice disse all’assessore: “Mi manca una cosa…come CAZZO è stato pagato il parco giochi?”, e l’assessore candidamente ammise…l’avete detto! Alla fine della storia, quando le liti saranno finite vorrei che fossero ricordate le cinque persone che permisero a quell’assessore di realizzare qualcosa di utile per la città, State pensando che voglio essere ricordato anche io? Vi sbagliate! Non me ne frega un cazzo…ho ottantotto anni e se me ne sarà data l’occasione potrò ancora raccontare di tante cose di cui mi son compiaciuto di fare per la mia città.

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