ASL, LA LETTERA DI UNA MAMMA

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Ospedale di Marcianise ASL, LA LETTERA DI UNA MAMMA(f.n.) – In fondo al cuore di questa terra, dietro l’angolo del nostro sguardo sempre assente, sopra le nostre teste o sotto le coltri imbottite dell’indifferenza…ovunque sia possibile essere nessuno e non esistere… in quel vuoto assoluto di umanità partecipe…nasce e colpisce con la violenza di una bomba di profondità, la lettera della mamma di un ragazzo…Sono trascorsi due anni da quella prima volta che quella mamma ha portato il suo ragazzo, che soffre di gravi disturbi neurologici dall’età di 14 anni, da un bravo medico-neurologo, che visita in uno sgabuzzino dell’Ospedale di Marcianise. Il ragazzo soffre inoltre, di una grave forma di claustrofobia e talvolta, nel corso della notte, la sua mamma è costretta ad aprire le finestre o a farlo addirittura uscire…Il neurologo è davvero bravo, ma l’ambulatorio che ha a disposizione per visitare i pazienti, è angusto, senza finestre, senza servizi e maleodorante… il ragazzo non riesce a restare calmo e dopo qualche tempo, inizia a sudare, a tremare…ha fame di aria e di luce…Eppure in quell’Ospedale ci sono altri psicologi che hanno a disposizione spazi adeguati…La mamma è disperata e ci ha scritto una lettera che riportiamo integralmente. Ma…come si può tacere?, come si può evitare di commentare?,  la dimensione schizofrenica dell’Asl di Caserta ingoia senza pietà uomini, cose e drammi…Ad Aversa, per esempio, i privilegi di cui godono alcuni astri fulgenti della Psicologia, vanno ben oltre un semplice ambulatorio,  ma addirittura si consente loro di stornare fondi destinati ad un settore specifico, per far tinteggiare le pareti o restaurare mobili antichi affinché le sedute terapeutiche siano all’altezza soprattutto della…raccomandazione…di cui si gode di riflesso…e non finisce qui perché… quella stessa Asl che costringe un ragazzo sofferente a patire un ulteriore disagio, infliggendo un’ignobile umiliazione sia alla sua mamma che al medico, costretto a visitare i pazienti in un bugigattolo, consente ad ex direttori sanitari di continuare ad avere a disposizione un ufficio nella sede centrale dell’Asl, peraltro inutilizzato, dal momento che il suddetto non si vede in giro…e sembra essersi volatilizzato. Ma di cosa parliamo?

La lettera firmata

Cara Direttrice, non so a chi mi devo rivolgere per denunciare lo stato in cui sono costretta a portare mio figlio da oltre due anni. Mio figlio è sotto cura da un neurologo che fa visita nell’ambulatorio dell’ospedale di Marcianise. È affetto da gravi disturbi neurologici che sono cominciati a comparire da quando aveva 14 anni. Ora dico io mio figlio tra le altre cose soffre anche di forti attacchi di claustrofobia e anche a casa e anche durante la notte siamo costretti a spalancare balconi e finestre o uscire di casa all’aria aperta. Quindi, come faccio a continuare a portarlo all’ambulatorio dell’ospedale di Marcianise, dove c’è un bravo dottore che cura queste malattie ma in un vero e proprio sgabuzzino? Come posso continuare a portare mio figlio con la claustrofobia in un ambulatorio stretto, senza bagni, maleodorante e senza finestre? Eppure mi dicono che in quell’ospedale ci sono altri psicologi che hanno spazi e ambulatori più utili per queste patologie mentre mio figlio con la claustrofobia non riesce a seguire le visite perché comincia a sudare e tremare tutto quanto senza luce e senza aria? Ma questi ci pensano ai malati? Come devo fare?