ACCOGLIENZA, REDDITO E SPAZI SOCIALI: A CASERTA PRESIDIO PUBBLICO CONTRO POVERTÀ ED EMARGINAZIONE

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GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO ORE 15 PRESSO I PORTICATI DEL COMUNE DI CASERTA

CASERTA – Domani, giovedì 13 febbraio, ai porticati del Comune di Caserta si svolgerà un presidio pubblico che vedrà fianco a fianco famiglie indigenti e migranti in accoglienza, associazioni e genitori, insegnati e rappresentanti della chiesa locale per denunciare politiche nazionali di smantellamento dei diritti e delle pratiche virtuose di accoglienza, e rilanciare sul territorio proposte concrete tese al miglioramento della vita di tanti cittadini.

Il Presidio, lanciato dal Centro Sociale Ex Canapificio e dalla rete Caserta Città Viva, con l’adesione della Caritas, del gruppo Zeta del Forum dei Giovani, di Nero e Non Solo Onlus, di Millepiani e del Comitato per Villa Giaquinto, toccherà infatti 3 punti cruciali per migliaia di persone che vivono il territorio.

Reddito: sono 847 i percettori del Reddito di Cittadinanza a Caserta, per i quali il Comune deve attivare i PUC Progetti Utilità Collettiva, come previsto dalla normativa nazionale. Ogni percettore del Rdc dovrà svolgere infatti, pena la perdita del sussidio, 8 ore settimanali di attività utili alla collettività, coordinate dal Comune. Molte famiglie che oggi percepiscono questo sussidio, sono utenti dello Sportello al Reddito che dal 2013 gestiamo in città: sono cittadini che non ci stanno ad essere etichettati come parassiti e che vogliono avere gli strumenti necessari per un futuro dignitoso. Con queste famiglie, abbiamo elaborato delle proposte di Progetti di Utilità Collettiva che presentiamo al Comune, come la normativa consente di fare, affinché questi Puc siano realmente utili e condivisi. Le nostre proposte riguardano l’ambiente (aree verdi, beni comuni, raccolta differenziata, Piedibus) e la cura alla persona (attività educative per minori, sportello per il sostegno al reddito). L’assessore alle politiche sociali M. Sparago incontrerà durante il presidio, una delegazione di famiglie e associazioni per valutare le proposte e individuare l’iter da seguire.

Accoglienza: Caserta ospita il Progetto di accoglienza Sprar più grande della Campania, che coinvolge fino a 200 persone, 40 lavoratori e 30 imprese. Qui, i ragazzi del progetto Sprar accompagnano i bambini a scuola col Piedibus, si prendono cura degli spazi verdi abbandonati, danno informazioni e assistenza alle famiglie indigenti con lo Sportello al Reddito. A causa del Decreto Sicurezza, e della sua applicazione stringente ed illegittimamente retroattiva, 56 persone che da anni vivono in accoglienza in città, stanno per essere trasferite in Centri Straordinari, veri e propri “parcheggi” nell’attesa che si decida cosa fare dei loro documenti. Una scelta scellerata del Ministero dell’Interno, che produrrà emarginazione, degrado e manodopera incontrollata per sfruttamento lavorativo e criminalità. “Caro Sanogo, mi dispiace che andrai via, con te mi sono sempre divertito tanto al Piedibus, ci hai insegnato tante parole in francese. Non ti sei mai stancato di curare il nostro giardino e so che tutto ciò lo facevi per insegnare a noi bambini il rispetto per l’ambiente in cui viviamo. Per me sei una persona speciale.” Cosi scrive Luigi, un bambino di 10 anni che vive a Caserta, per Sanogo, uno dei 56 ragazzi dello Sprar in attesa di trasferimento. Al Presidio, famiglie, associazioni e insegnanti consegneranno alle Istituzioni comunali le lettere per i 56 ragazzi, a testimonianza dei percorsi di inclusione che non possono essere interrotti brutalmente e che vanno invece salvaguardati abolendo i Decreti Sicurezza.

Spazi Sociali: a quasi un anno dalla chiusura dell’Ex Canapificio, il Centro Sociale ed altre storiche realtà associative casertane come Nero e Non solo e Millepiani, restano senza un tetto sulla testa, a fare preziose attività sociale per centinaia di persone, in luoghi di fortuna. 5 mesi fa, la proposta del Sindaco Marino di destinare a queste associazioni alcuni locali inutilizzati dello stabile comunale dell’Ex Caserma Sacchi, già aperta alla città con gli Uffici Anagrafe e Politiche Sociali, e fare lì la prima CASA DEL SOCIALE della città. Questa proposta ad oggi non trova una strada concreta di realizzazione malgrado gli spazi individuati siano fruibili e sicuri.