RECUPERO OLIVETO E AGRUMETO BELVEDERE DI SAN LEUCIO AFFIDATO ALL’AZIENDA GIUSEPPE CARUSONE DI BELLONA

0

…E MI PAREVA STRANO…MA PROPRIO STRANO STRANO

      –    di Nicolò Antonio Cuscunà     –

In un precedente scritto avevamo notato le incongruenze tecniche relative al “bando per l’affidamento a conduzione gratuita” dell’oliveto e agrumeto del Belvedere di San Leucio. Con Determina dirigenziale, -ingegnere Francesco Biondi- n.1763 del 07.11.19, indiceva gara – Art.36 comma 2 lett.b D.Lgs. 50/16 dal seguente tenore: ” 90 olivi monumentali, 70 alberi di limoni e 40 di aranci, da recuperare dopo anni di abbandono totale, portati a produzione in soli 2 (due) anni. La ditta aggiudicataria sistemerà -potatura, concimazione, innaffiature e trattamenti fito-sanitari- a titolo gratuito, concedendo una percentuale di frutti, derivati dalla raccolta, ad Onlus o associazioni scelte dall’Amministrazione Carlo Marino, secondo la percentuale offerta in sede di gara. Nella circostanza, rilevammo incongruenze tempistiche e tecniche rispetto ai “cultivar di cui trattasi” e l’impossibilità di eseguire quanto richiesto e desiderato dal Sindaco Marino. Consigliammo al Dirigente Francesco Biondi di rivedere la Determina in quanto, non esaustiva, rispetto agli anni di gestione (pochi), e riferita agli interventi invasivi e gravosi da eseguire su oliveto e agrumeto per il buon fine produttivo.

Nulla è stato modificato per cui si è giunti all’affidamento della gara.

Con Determina n.87 del 22.01.2020, sempre a firma del Dirigente Francesco Biondi, è stata effettuata l’aggiudicazione con declaratoria d’efficacia alla unica ditta partecipante (anziché 5): Azienda Agricola  Carusone Giuseppe con sede in via Turati,5 -Bellona -CE- L’azienda s’impegna a “cedere  alle Onlus o società -indicata dall’Amministrazione Marino- una quantità del 10% in più di olio e il 20% di agrumi per le annualità produttive d’affidamento -2021 e 2022.

PENSARE MALISSIMO È PECCATO, MA SPESSO SI INDOVINA.

Le maldicenze con i cattivi pensieri sorgono spontanei e ne chiariamo i motivi: “…nell’affidamento di gara non sono indicati i CULTIVAR di olivi e degli agrumi, motivo per sospettare quantomeno la superficialità della concessione. Per recuperare alla competitività produttiva 90 olivi storici si dovrà stabilire il “tipo di potatura”, a maggior ragione delle sofferenza patite dagli olivi del Belvedere, da anni non concimati, né potati, né trattati contro i parassiti, ecc..Potatura indispensabile da stabilire per “aumentare la produzione riducendo i costi”; rapporto tra volume chiome e apparato radicale; lavorazione meccanica oppure manuale ? Un occhio di riguardo dev’essere concepito, in particolare, trattandosi di piante monumentali inserite in un SITO STORICO-ARCHITETTONICO.  L’errata potatura comporterebbe periodi lunghi di limitata produzione – almeno 4 0 5 anni -, gli alberi dal valore storico paesistico hanno bisogno di una forma differente rispetto al “microclima e al posizionamento”, per cui la produzione è secondaria al valore paesaggistico.

Quale motivo ha spinto l’azienda CARUSONE di Bellona ad accettare gravosi spese non giustificate da alcun ritorno economico? In soli due anni di gestione non è possibile neanche completare il solo “ciclo di recupero a produzione”, per cui i lavori che saranno svolti non copriranno né spese e tampoco donazioni.

QUESTE INDISPENSABILI CONSIDERAZIONI NON SONO STATE ADOTTATE, PER CUI IL FINE ULTIMO NON SARA’ RAGGIUNTO.

Analoghe considerazioni per i 70 alberi di limoni e i 40 di aranci.

Non ultimo, controllando sul web la vocazione naturale dell’azienda aggiudicataria, si osservano i successi raggiunti nella produzione “vitivinicola”, oltre alla storica amicizia intercorsa tra il titolare dell’azienda e l’onorevole Nicola Caputo -PD- con delega regionale all’Agricoltura.

Non vogliamo commettere peccato, ipotizzando maldicenze sull’assegnazione, la delega all’agricoltura detenuta dall’onorevole Caputo e future scadenze elettorali regionali campane.

Di fatto e certamente, continueremo a monitorare l’argomento per indirizzarlo al buon fine, almeno come dichiarato nell’oggetto della gara.