“IRRATIONAL MAN”: LA VERSIONE FILOSOFICA DI “MATCH POINT” 

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Immagine 4 “IRRATIONAL MAN”: LA VERSIONE FILOSOFICA DI “MATCH POINT” “A volte l’uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza”, ha scritto Dostoevskij in “Delitto e castigo”. “Irrational Man” riprende lo schema tipico di Woody Allen, per cui non si riscontrano novità sostanziali, a parte il soffermarsi sulla filosofia: in fondo, però, non è atipico neanche quest’aspetto, dato che nelle opere di Allen c’è sempre stata una grande attenzione verso le forme di arte in irrational man cambia data duscita scaled “IRRATIONAL MAN”: LA VERSIONE FILOSOFICA DI “MATCH POINT” generale. Ormai questa formula che il regista più ironico e nevrotico che si conosca (i due atteggiamenti sono presenti in lui allo stesso modo) mette in scena è stata sviscerata, vivisezionata, riadattata ad ogni possibile genere nell’arco di tutta la sua carriera cinematografica: è difficile, dunque, restare colti dalla sorpresa. In questo caso, però, è rassicurante prevedere l’epilogo, non deludente: è come se si avvertisse un senso di familiarità. Joaquin Phoenix (Abe Lucas) e Emma Stone (Jill Pollard) sono assolutamente consoni ai loro ruoli: lui è un filosofo cinico, depresso e autolesionista, lei è una studentessa acuta, curiosa ed intelligente. Il caos è l’unica costante della vita di Abe Lucas, persino la filosofia si presenta come una giustificazione per la sua disperazione. Chiunque si imbatta in lui, naturalmente, finisce per esserne assorbito: sa come ammaliare e sedurre toccando i punti giusti per attrarre a sé la sua preda e assicurarsi (quasi sempre) la sua totale fedeltà. sphe 2013262 Full Image GalleryBackground en US 1483993551602. SX1080  “IRRATIONAL MAN”: LA VERSIONE FILOSOFICA DI “MATCH POINT” 

È importante poi soffermarsi sul concetto di irrazionalità: come si definisce? Come si stabiliscono i limiti? È una forma di follia forse, o è possibile domarla? La pellicola per certi versi è illuminante: ci mostra come una spiccata sensibilità e una grande brillantezza sono una (possibile) causa anche di un forte senso di noia e di apatia. Allen permette poi allo spettatore di soffermarsi a lungo sull’idea di “uomo irrazionale”, che non è sempre sinonimo di “uomo affascinante e misterioso”, ma può anche semplicemente dimostrarsi come pericoloso. Perché in fondo sarebbe un paradosso ritenere l’irrazionalità domabile. Persino Jill, nonostante la sua voglia di romanticismo e la sua aria sognante deve rassegnarsi al fatto che un “uomo irrazionale” può essere un danno e non una conquista: “Forse non sono così all’avanguardia come mi immaginavo”, recita in una scena del film. Il punto non è essere o meno all’avanguardia, nel senso di sentirsi “moderni”, ma nel prendere atto che è meglio vivere una vita serena, rinunciando al fascino di conoscere una mente contorta, piuttosto che trovarsi in una situazione senza via d’uscita.

635725682661364214 11 1600x900 c default “IRRATIONAL MAN”: LA VERSIONE FILOSOFICA DI “MATCH POINT” Interessanti sono, inoltre, le innumerevoli citazioni filosofiche, che vanno da Kant a Sartre, divulgate però purtroppo senza lo spessore dei loro pensatori, appiattite dal senso di frustrazione del personaggio (Abe, appunto) che le espone. I filosofi (Dostoevskij e Arendt in particolare) sono anche gli unici indizi che riescono a scogliere l’enigma che attanaglia Jill. C’è un rimando immediato a “Il delitto perfetto” di Hitchcock che Abe tenta disperatamente (è la parola che si addice di più al personaggio e al suo stato d’animo) di compiere. Non è importante -per concludere- che in passato Allen abbia realizzato lo stesso genere di opera (magari anche in maniera migliore), ma che “Irrational Man” si presenti come un prodotto godibile, che consapevolmente sceglie di non osare per non scardinare le regole di uno stile che risulta credibile da cinquant’anni.

Mariantonietta Losanno