CASERTA – Frizione tra il Componente Consiglio Generale Asi Caserta Stefano Masi ed il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Caserta. Al centro della questione il rifiuto dell’Ente a rilasciare, al componente del Consiglio, copia delle delibere e della relativa documentazione in votazione nella seduta del Consiglio generale del 24 gennaio.
Stefano Masi, consigliere comunale di Carinaro con delega alle Attività Produttive e Urbanistica, infatti, aveva ricevuto il 17 gennaio la convocazione al Consiglio generale che si sarebbe svolto il 24. Il giorno successivo aveva ricevuto un’ulteriore comunicazione con un’integrazione dell’ordine del giorno, sempre a firma della presidente Raffaela Pignetti. Nelle due convocazioni è precisato che la documentazione sarebbe stata disponibile per la consultazione presso gli uffici consortili. Il 20, causa la festa di San Sebastiano, gli uffici dell’ASI erano chiusi, pertanto Masi si è presentato il 21 per la visione ed ottenere una copia di tutte le proposte di delibera da votate il 24 e relativa documentazione. Ma niente da fare! Il direttore f.f. Pietro Santonastaso rifiuta per “motivi di privacy” e lo inviata a presentare istanza formale di accesso agli atti e di rilascio di copia. Ma ancora niente! Siamo al 21 gennaio e il tempo stringe! L’istanza viene presentata e assunta al protocollo del Consorzio. L’avvocato Masi nota che nella documentazione a lui data in visione manca una parte dell’odg e il parere dei revisori dei conti…non un documento da poco giacché doveva essere approvato il PEF 2020. Ad ogni modo viene data assicurazione che la documentazione sarebbe stata inviata in giornata. Ma ancora niente! Il 22 gennaio il direttore Santonastaso invia una nota ufficiale in cui respinge la richiesta di ricevere copia della documentazione richiesta e su cui era chiamato a deliberare adducendo motivi di sicurezza e di tutela di dati sensibili. L’Asi ritiene che la documentazione esterna “non è contemplata dalla policy dell’Ente” e che la documentazione richiesta è da ritenersi “di consultazione riservata e non ostensibile a terzi”, ma che l’interessato avrebbe potuto nuovamente prendere visione degli atti in deliberazione presso l’Ente. Il consigliere Masi ritiene gli sia stato negato un diritto e presenta un’istanza/diffida e chiede, oltre all’invio, tramite pec, della documentazione richiesta, di procedere all’annullamento della seduta del 24 gennaio e di fissare una nuova convocazione “che rispetti il dettato dell’articolo 6 dello Statuto”, con espressa riserva, altrimenti, “di agire per l’annullamento di qualche deliberazione adottata e segnalazione alla Procura generale della Corte dei Conti di eventuali danni erariali conseguenti”.