RITMO, CORPO E RUMORE DI MIMMO BORRELLI IN MALACRESCRITA

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a cura di Dalia Coronato

“Il mondo è più convincente del teatro” anticipa Mimmo Borrelli durante l’incontro “Il Salotto a teatro”, un appuntamento organizzato nel foyer del teatro comunale di Caserta che precede lo spettacolo Malacrescita, messo in scena il 20 gennaio 2020. L’attore e drammaturgo di Vàcule (Bacoli, Napoli) recita in dialetto flegreo e racconta, con un linguaggio dettato dal rumore più che dal suono delle parole,storie di passione e di violenza, di vendetta e di pazzia.

Il testo liberamente tratto dalla tragedia La madre: ’i figlie so’ piezze ‘i sfacimme viene interpretato dall’autore accompagnato dalle musiche dal vivo di Antonio Della Regione. Buio intorno, bottiglie di vetro, gerani sparsi, in un cimitero di stracci si sollevano urla e schiamazzi. I protagonisti in scena sono tutti morti che parlano, che sboccano e vengono raccontati dall’attore quarantenne che con la voce e i ricordi di due gemelli scemi nati da madre snaturata, rivive la tragedia della loro nascita e della loro famiglia. “La malacrescita è figlia della malriuscita” recita Borrelli riferendosi alla madre male-riuscita, snaturata e innamorata di un camorrista di nome Santokanne. Ed è per lui che distrugge affetti ed esistenza. Ed è lei, giovane Medea, che uccide il fratello, fa morire il padre di crepacuore, tenta l’aborto e scanna il vizio della maternità come madre che non ha mai amato.

Non c’è rosso in scena eppure il sangue è nelle viscere, è ovunque, è sul viso della gente sporca, stanca, senza respiro, che si affanna; è negli occhi di chi guarda. Mimmo Borrelli partorisce filastrocche crude che scavano tenerezza; interroga il pubblico sui rapporti familiari, riportando lingue antiche al tempo presente e la parola diventa ritmo, corpo, rumore.

“I genitori hanno la parte principale nella psiche infantile di tutti i figli futuri psiconevrotici di amore per l’uno e odio per l’altro” (Carmelo Bene, Un Amleto di meno) e in Malacrescita l’autore fa provare proprio quei sentimenti contrastanti di amore e odio, di disgusto e desiderio, un misto di sofferenza e follia che scuotono la coscienza di chi subisce la storia e porta a far riflettere sulla propria provenienza.