– di Nicolò Antonio Cuscunà –
ANCI Campania propone:
…osservazioni al Disegno di Legge, ad iniziativa della Giunta regionale, assessore Bruno Discepolo. ” Norme in materia di governo del territorio”.
…aggiungere all’art.67, comma 1, dopo la lettera D) ..la lettera E)…rigenerazione territoriale delle aree degradate interessate da ” CAVE ABBANDONATE” e/o ancora attive per le quali la ricomposizione ambientale non risulta né avviata né completata….Al fine del conseguimento delle esigenze di conservazione dei livelli occupazionali delle aziende (?), che hanno titolo alla delocalizzazione…, per le quali la delocalizzazione non è avvenuta,….DEVE RITENERSI CONSENTITA LA COLTIVAZIONE DI TUTTE LE CAVE ABBANDONATE IN DISPONIBILITÀ DEI PRIVATI IN CONFORMITÀ CON QUANTO STABILITO…IN DEROGA AI CRITERI CRONOLOGICI DI COLTIVAZIONE STABILITI E ALLE PROCEDURE INDICATE…ECC., ECC……..
In deroga allo strumento urbanistico…il componente Comune indice conferenza dei servizi per l’approvazione di un progetto di rigenerazione territoriale, con le modifiche da ritenersi necessarie con destinazione d’interesse pubblico, sociale, sanitarie e terziarie…, mediante procedure semplificate a mezzo di accordo di programma.
Questa, in sintesi, l’osservazione-emendativa proposta dal presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni della Campania avv. Carlo Marino -,sindaco PD di Caserta.
Il testo è chiaro e non necessita di spiegazioni.
Carlo Marino è stato eletto alla presidenza dell’ANCI Campania con i voti determinanti dei 5 Stelle e di Forza Italia, a Caserta forza trainante degli azzurri il presidente della Provincia Giorgio Magliocca.
Vorremmo comprendere l’EMENDAMENTO Marino, tenuto conto dell’incarico ricoperto in rappresentanza di 550 comuni campani, ma non riusciamo a comprenderlo. L’emendamento Marino di fatto trascina indietro di 40 anni la gestione del territorio, riportandolo all’anarchia individualista della gestione demandata agli appetiti, insaziabili, dei singoli Comuni.
Rammentare quale scusante, la “tutela dei livelli occupazionali”, anche nel rispetto al diritto al lavoro, nell’Era del Reddito di Cittadinanza, sembra riduttivo, fuorviante, stupido oltre che immorale.
L’emendamento “Marino” sembra non concepito dalla mente arguta e fertile del valente giurista casertano e se non conoscessimo l’intelligente arroganza del Suo operato, la duttilità, la malleabilità dell’agire, saremmo portati a pensare ad altrui scrittura e con non troppi reconditi intendimenti.
Al contrario, siamo inclini a pensare alla “buona fede” del presidente sindaco. Il quale, nel ruolo e in rappresentanza di tutta la Campania, espone il petto a critiche, pur di tutelare le singole situazioni comunali di recupero e salvaguardia del territorio. Siamo portati a pensare all’ottimo stato di salute delle decine di Comuni campani privi di PGR ed ancora senza l’adozione dei PUC. Crediamo alla buona fede del presidente sindaco Carlo Marino disponibile a recepire le istanze di tutta la Campania anche a discapito della sola città di cui è sindaco.
Non ci risulta facile comprendere, come riesca a conciliare il doppio pensiero, di tutore di salute ed ambiente, quando tratta la trasformazione della materia prodotto cave; al contrario, sferra il colpo mortale alla tutela della salute e dell’ambiente, riproponendo la ripresa della coltivazione di cave e torbiere.
Evidentemente il sindaco-podestà-presidente Marino non si rade la barba da solo e, quando si reca dal barbiere, chiede la schermatura degli specchi.
Di contro ci farà piacere sapere cosa diranno i responsabili nazionali degli EE.LL. di grillini e Forzisti, quando dovranno indirizzare il voto all’emendamento Marino.
I primi, i grillini, alleati di Governo col PD, semi-amici in Regione Campania e nemici al Comune di Caserta; i secondi, nemici su tutti i fronti.
In particolare, saremo curiosi di conoscere il parere del Senatore azzurro Maurizio Gasparri (fustigatore di trasfughi, traditori, grillini e falsi identitari) chiamato al vaglio dei dirigenti periferici azzurri, quale è l’avvocato Giorgio Magliocca, presidente della provincia di Caserta, grande elettore del piddino Marino alla presidenza dell’ANCI Campania.
L’emendamento “Marino”, proponente la riapertura a coltivazione di CAVE dismesse, CREDIAMO ” non passerà”.
L’OCCASIONE, comunque, è stata utile e di questo lo ringraziamo, lo ringraziamo per averci palesato la vera natura del SUO ESSERE …”INAFFIDABILE”!