(f.n.) – Le storie raccontate in genere finiscono, per tradizione, a lieto fine, ma talvolta il percorso è accidentato e chi dovrebbe intervenire per “asfaltare” i problemi, evidentemente preferisce attardarsi in altro…La storia delle sorelle di Arienzo purtroppo, non ha ancora trovato il suo lieto fine…Dopo la morte di una delle tre congiunte, una di esse fu ricoverata in Ospedale e nella giornata di ieri anche la sorella superstite, che ricordiamo, aveva trascorso la prima notte in cui era rimasta sola, sul balcone della sua casa, ieri è stata ricoverata all’Ospedale di Aversa per accertamenti…La decisione, secondo quanto riferito da alcuni presenti alla scena, è stata assunta “faticosamente” dal sindaco di Arienzo e da un assessore, dopo essere stati sollecitati aspramente in merito, da un gruppo di cittadini sdegnati dall’indifferenza che continuavano a mostrare nei confronti della vicenda. Dopo il ricovero, evidentemente, lo “spirito solidaristico comunale” si è compiuto e sia il sindaco che l’assessore, hanno ritenuto di avere assolto in pieno ai propri doveri istituzionali ed umani e da quel momento, a nessuno è venuto in mente di informarsi, se e quando, la signora sarebbe stata dimessa dall’Ospedale. E quando… ieri sera, la signora è stata, effettivamente, dimessa dall’Ospedale di Aversa, si è trovata nuovamente da sola, disorientata e lontana dalla sua casa. Indovinate come è andata a finire?, la signora ha trascorso la notte nel corridoio dell’Ospedale. Questa mattina i vigili hanno avvisato i volontari di Arienzo che, immaginiamo, provvederanno ad accompagnare la signora nella sua casa. Il sindaco intanto, prima di infilarsi il pull casual del sabato e dedicarsi ai fasti del magnifico week end, dovrebbe darsi una mossa alla coscienza e preoccuparsi della sorte della sua concittadina, del cui drammatico quotidiano e di quello delle sue sorelle, ha dato ampia prova di infischiarsene…o per caso qualche suessolano gli ha trasmesso il messaggio distorto che anche la critica negativa sia utile all’immagine? Si disilluda perché così non va da nessuna parte.
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