Riceviamo e pubblichiamo ldal direttore ff della COT 118 Roberto Mannella.
“Preg.ma Direttrice, nella qualità di Direttore ff. della COT 118, vi scrivo in relazione all’articolo da voi pubblicato in data odierna “Centrale Operativa 118 … avanti c’è posto” per smentire i dati riportati ed in particolare il mancato filtro da parte della Centrale operativa degli interventi da effettuare.
Il numero di chiamate alla Centrale Operativa dal 1 a 6 gennaio 2020 è di n. 2833 mentre il numero di interventi effettuati dalle 21 ambulanze della provincia è pari a 600 interventi in totale ovvero una media di circa 100 interventi al giorno con una media di n. 5 interventi al giorno per postazione (ovviamente ci sono postazioni che lavorano di più) su un territorio di circa un milione di abitanti.
Dal sistema informatico 118NET risulta: Chiamate ricevute dal 1 al 6 gennaio 2020: 1 gennaio 508 chiamate 2 gennaio 428 chiamate 3 gennaio 438 chiamate 5 gennaio 548 chiamate 6 gennaio 428 chiamate Totale: 2833 Chiamate Interventi effettuati in totale 600 di cui 194 trasportati in P.S. e 406 trattati sul posto.
È vero che 406 interventi sono stati trattati sul posto e che quindi, probabilmente, potevano essere trattati anche dal medico di base o dalla continuità assistenziale, ma è anche vero che ormai il servizio 118 è diventato punto di riferimento per molti. Gli operatori coordinati dal medico di Centrale (l’organico dei medici è al completo) filtrano bene le chiamate effettuando un buon triage telefonico (su 2833 chiamate l’ambulanza è stata inviata per solo per 600 interventi) ma ormai i simulatori di patologie gravi sono aumentati e quando chiamano indicando sintomi molto gravi anche per una banale influenza (riferiscono dolore al torace, difficoltà respiratorie o perdita di coscienza) l’operatore deve necessariamente inviare l’ambulanza e sarà solo il medico dell’ambulanza che visita il paziente a poter valutare il codice di gravità e lasciare a casa il paziente in caso di non necessaria ospedalizzazione. Il servizio 118 ed io personalmente stiamo da anni effettuando tra la popolazione e nelle scuole corsi al fine di diffondere la cultura dell’emergenza sanitaria”.