GLI SCENARI GATTOPARDIANI DELLA GIUNTA CASERTANA
– di Federico Grimaldi – Come un novello mossiere, il nostro Sindaco Carlo Marino, attende che si incasellino le condizioni ottimali per varare la sua nuova giunta di “eccellenze”, deve essere molto attento perché gli equilibri in consiglio comunale sono quanto mai labili, e tutti sono indispensabili per arrivare alla fine del mandato consiliare, perciò lasciare cadere il canapo anzitempo potrebbe rivelarsi un errore madornale. Abbiamo aspettato un po’ prima di esprimerci sul toto assessori, anche perché l’ultimo consiglio, quello relativo al voto sul bilancio, ha riservato non poche preoccupazioni al primo cittadino, anche se questo era stato già ampiamente tranquillizzato da qualche emissario del centrodestra e garantito dalla viralità della ormai notoria poltronite che rende inscindibile il rapporto d’amore tra i consiglieri e la loro poltrona. Ma analizziamo per punti il quadro politico complessivo. Partiamo da Maddalena Corvino, assessora dimissionaria, che ha rotto i ponti con la giunta dopo l’affronto del cambio del piano di dimensionamento scolastico senza il suo placet. Dimissioni quelle della Corvino, che seppur partite in maniera provocatoria non hanno sortito l’effetto delle passate, anzi sono state recepite di buon grado da Marino. Cosa diversa sono le dimissioni dell’assessora Tiziana Petrillo, che almeno sulla carta sarebbe in quota ai consiglieri Megna e Peluso, la quale ha rassegnato la propria abdicazione poco prima del voto sul bilancio, voto al quale non hanno preso parte proprio i suoi consiglieri di riferimento. Vogliamo parlare di un atto di coerenza politica, o c’è dell’altro? Le voci gossippare raccontano che in realtà il gruppo consiliare che fa riferimento a Megna e Peluso, avrebbe deciso che il ciclo della Petrillo in seno alla giunta fosse giunto al termine e contestualmente ha avanzato la candidatura ad assessore del patron della lista originaria: Giuseppe Altieri, la cosa però non è andata giù al sindaco e la ritorsione al mancato accoglimento dell’istanza politica sarebbe stata il mancato voto in “quel” particolare e difficilissimo consiglio comunale. Ma sarà poi così? Anche perché poco tempo dopo, Giovanni Megna, Roberto Peluso, Gianfausto Iarrobino e Mario Alessandro Russo, hanno dato vita al gruppo consiliare Italia Viva, il comune denominatore tra i 4 consiglieri è che nessuno di questi ha votato il pesante e tanto discusso bilancio, per la serie la tranquillità vale pur un assessore! Gruppo importante quello di Italia Viva, al quale ci potrebbe essere nel prossimo futuro anche qualche nuova adesione, staremo a vedere. Dov’è la magagna? Se di magagna si può parlare, ma quantomeno ci troviamo dinanzi ad un fatto singolare, infatti sembrerebbe che le dimissioni della Petrillo non siano state ancora ratificate, in poche parole l’assessora pur avendo responsabilmente rimesso le proprie deleghe in mano al sindaco, ha visto queste congelate … strano. Eppure la maggioranza, proprio insieme al sindaco, sia prima che dopo il voto, ha tuonato contro chi non avesse votato la fiducia al bilancio … “Chi non vota è fuori!”, ritenendo questo atteggiamento una mancanza di fiducia nel gruppo, perché in fin dei conti di un voto di fiducia si è trattato … e a quanto pare la fiducia latita! Quel consiglio comunale ha tracciato un solco profondo, dividendo così chi era da una parte e chi dall’altra, il non voto o il voto negativo è stato un vero e proprio attraversamento del Rubicone, una vera e propria presa di distanze dall’amministrazione Marino. Ma allora perché le dimissioni della Petrillo non sono state ancora accettate? Gli scenari immaginabili sono diversi, ad esempio può darsi che la Petrillo in realtà non sia mai stata espressione del gruppo Insieme, ma bensì una scelta del primo cittadino fatta digerire ai due giovani consiglieri e che adesso legittimamente rivendicano una propria visibilità; oppure, potremmo immaginare che Megna e Peluso, non ce la facevano proprio a votare il bilancio avendo paura delle conseguenze, ed insieme a Marino hanno organizzato tutta una messa in scena per scavalcare l’ostacolo e mettere poi tutto a posto quando le acque si sarebbero calmate … alla faccia dei fessi; o magari, questi già pronti con il nuovo gruppone di pressione di 4/5 consiglieri faranno la voce grossa per vedere riconosciute le loro istanze. Eppure, ancora non ci spieghiamo perché Marino non ratifichi le dimissioni della Petrillo, anche perché un suo reinserimento in giunta sarebbe uno schiaffo troppo forte per chi fino ad oggi gli ha dimostrato una fedeltà pretoriana. A questo punto non sappiamo se l’ing. Tiziana Petrillo è assessore o non lo è più? E questo è un dubbio non da poco, che rischia di compromettere seriamente lo scacchiere della giunta di eccellenze casertane. Chi guarda questi scenari con occhio attento, è il socialista per antonomasia, ossia Raffaele Piazza, che come un avvoltoio si aggira su palazzo Castropignano in attesa di un evento fortuito che gli permetta finalmente di sedere su quella poltrona ripetutamente promessa e più volte sfilatagli da sotto così nobili terga. Non c’è niente da fare, a lui tocca per forza, non fa niente se non è il primo dei non eletti, non fa niente se c’è qualcuno che forse ha più meriti, gli tocca per principio, quasi che questa poltrona l’avesse vinta con i punti della Miralanza. Ma ancora qualcosa non quadra, perché alla fine, anche se non sembra, ma tutto gira intorno alla Petrillo! Eh già, perché con la fuoriuscita di Stefania Caiazzo, Maddalena Corvino e forse di Tiziana Petrillo, la giunta del capoluogo non rispetta la proporzione delle quote rosa, per cui necessitano donne, capaci e politicamente impegnate, materiale umano che Marino ha difficoltà a trovare sul territorio comunale, tanto è vero che alcune sue scelte sono state una napoletana ed un’altra di Castelmorrone, e perciò la Petrillo casertana verace diventa quanto mai preziosa. Se a questo aggiungiamo che l’assessore Pica è intoccabile, che Pontillo rappresenta il gruppo di Obiettivo Comune (che ha votato diligentemente il bilancio), su De Michele ça va sans dire e lo stesso vale per Emiliano Casale, e tra questi ci sono poi anche Domenico Maietta e Lorenzo Gentile che legittimamente ambiscono, ci rendiamo conto (almeno noi), che spazi per nuovi assessorati da destinare ai maschietti non ce ne sono mica! L’azzeramento, questo si invocherà … l’azzeramento … anche per recuperare chi si è smarrito o volutamente allontanato, un azzeramento a cui Carlo Marino ce li porterà piano piano, per poi farli sedere tutti attorno ad un tavolo e costringerli a mangiare tutta la “minestra” che gli propinerà … perché tanto giù dalla finestra non ci vuole andare nessuno, e questo il Sindaco lo sa!